FOrd per “Il Giornale”
A poche ore dalla disfida di Wembley, siamo travolti dal solito destino. Non sappiamo se dar credito a coloro i quali sentono puzza di bruciato e teorizzano una finale apparecchiata per l'Inghilterra, oppure far finta di niente dinanzi a qualche episodio (il rigore regalato nella semifinale con la Danimarca) che non ha convinto nemmeno gli inglesi e ricacciare indietro i cattivi pensieri. Perché questo è il clima che stiamo respirando e che trova opposti schieramenti sul tema.
Persino qualche osservatore neutrale, come Paco Aguilar, noto giornalista spagnolo, frequentatore dei corridoi di Uefa e Fifa, mondiali ed europei collezionati in carriera, su twitter ha lanciato l'allarme sulla trappola tesa agli italiani. Dietro questi scenari da complotto tradizionale, resistono un certo numero di tessere che se incastrate nel verso giusto, offrono al mosaico un aspetto inquietante.
Mettiamole insieme: 1) Ceferin, presidente dell'Uefa, ha difeso con le unghie e con i denti, la finale a Londra a dispetto dei prudenti suggerimenti provenienti dalla Ue dopo Draghi e Merkel; 2) sempre Ceferin è grato al governo inglese che è intervenuto sui 6 club inglesi aderenti alla Superlega ottenendo la loro clamorosa marcia indietro; 3) l'arbitro designato per la finale, l'olandese Bjorn Kuipers, è all'ultima finale con un futuro probabile da dirigente Uefa.
Fine della cronaca e inizio del romanzo popolare. Dalle nostre parti, i due partiti sono schierati da qualche tempo sulle rispettive barricate: giornali specializzati, siti, personaggi famosi e non, polemisti dell'ultima ora, sono tutti pronti a scommettere sulle proprie teorie («attenti al trappolone» contro «non inseguite i fantasmi»). La morale è la seguente: non è assolutamente vero che solo in Italia inseguiamo certi fantasmi, tutto il calcio è paese.
La conclusione- se una conclusione è possibile trarre in queste ore di trepida attesa- è che di sicuro non possiamo fidarci di Ceferin e dei suoi comportamenti da sceriffo di Nottingham, ma possiamo almeno fidarci del var, della tecnologia. A condizione che la facciano funzionare, però.
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