Giovanni Buttitta per ''la Repubblica''
Ruote, ingranaggi, molle e pistoni, ma in scala ridotta, ridottissima. L’altra grande passione che muove le teste e i cuori di uomini e donne del globo, oltre a quella dell’auto. E in un momento di viaggi ridotti, di confinamenti e trasporti difficili, i contaminuti diventano non solo oggetto del desiderio ma anche della rassicurazione. Gli orologi possono stare sempre con noi, sula nostra pelle in un rapporto intimo e soprattutto sicuro. Gli orologi da polso sono compagni fedeli, espressioni di meccanica e ingegno quanto e forse più delle auto.
Non ci tradiscono e stanno al sicuro sul nostro polso, con noi. E sono bellissimi, come le auto. La loro tecnica, la loro storia e le loro emozioni nascono e prosperano tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. I primi come le quattroruote sono l’espressione di storie avventurose e desideri incontrollati. Guardiamo un super orologio come una supercar e apprezziamo l’orologio di tutti i giorni come la nostra utilitaria. Il primo ci fa dominare il tempo, la seconda ci ha insegnato a dominare lo spazio. Come l’auto coprono il pianeta ma sono molti di più: oltre un miliardo e duecento milioni all’anno. Il cuore dello stile e dell’inventiva rimane l’Europa. Quindi accendiamo i motori e partiamo.
I mitici
Non solo nella storia ma nella leggenda. Tutti e tre legati indissolubilmente al mondo della velocità e del motore a scoppio: circuiti dominati da meccanici sudati, bandierine a scacchi e duelli sull’asfalto all’ultimo secondo. Zenith El Primero è stato il primo cronografo integrato a vedere la luce nel 1969 dalla testa dei maestri orologiai di una delle più antiche case manifatturiere svizzere. Il movimento praticamente originale, ridisegnato fedelmente con la tecnica del “reverse engineering”, lo ritroviamo oggi sulla referenza A384 Revival. La scala tachimetrica di questo orologio da polso ha cronometrato le più importanti gare automobilistiche del mondo con una precisione che negli anni settanta era impensabile e i suoi 37 millimetri di diametro, con un spessore di soli 12,60 millimetri, hanno decorato il polso di piloti, generali e pazzi come Felix Baumgartner, il primo uomo a infrangere la barriera del suono nel 2012 gettandosi verso la piccola Terra dalla stratosfera alla velocità di 1242 Km/h.
vacheron constantin historiques american 1921
Altro giro di motore altro mito: Rolex Daytona, che ha montato guarda caso fino al 2000 il meccanismo proprio di El Primero. Oggi rappresenta per i più l’assoluto. Il più famoso quello appartenuto a Paul Newman, un mito sullo schermo e in pista. La moglie Joanne Woodward nel 1968, cinque anni dopo l’ingresso sul mercato, gliene regala uno con una scritta sul fondo della cassa “Drive carefully. Me”: l’atto di nascita del più desiderato e iconico dei cronografi. Oggi la ghiera Cerachrom lo rende ancora più bello, ma il fascino inarrivabile da 17 milioni di dollari dei micro quadratini nei contasecondi di quello appartenuto all’attore rimane inalterato.
Il terzo è il nonno degli altri due ma resiste indomito: il Vacheron Constantin Historiques American 1921 in oro rosa, progettato appositamente per il mercato americano degli anni ruggenti. Un orologio con il quadrante obliquo e la corona dislocata sull’estremo lato destro della cassa. Un classico senza tempo che consentiva ai primi corridori di leggere l’ora pur rimanendo saldamente ancorati al volante. Altri tempi.
Gli incredibili
L’orologeria è anche follia come quella dell’industria automobilistica estrema, esoterica, irraggiungibile. Pagani, Koenigsegg, McLaren, Bugatti, Rolls-Royce, Maybach e Lykan Hypersport sono auto da sogno. MB&F, Urwerk, Meccanicheveloci e Xeric sono orologi da sogno: manuali, complicati, sofisticati, esclusivi. Costano a volte più di una Jaguar, spesso pezzi unici e irripetibili che escono dalle mani di imprenditori - artigiani visionari. L’MB&F n° 9 sembra forgiato dai primi principi aereodinamici degli anni 40’ e 50’. Curve e cristallo per tre quadranti di una macchina speciale fatta in casa con il motore HM9 che fa girare le lancette a perfezione di questo razzo spaziale da polso.
L’UR-CC1 di Urwerk rivolta il concetto di andamento circolare del tempo e lo trasforma in funzione lineare che diventa forma e sostanza simile agli strumenti di controllo delle antiche Oldsmobile americane. I secondi e le ore appaiono grazie a dei micro cilindri rotanti. E un cilindro, meglio un pistone, è stata l’ispirazione di Cesare Cerrito quando ha pensato a ICON Nerofumo. Una sezione dell’elemento propulsore del motore automobilistico diventa contaminuti con quattro fusi orari indipendenti e una suggestione nel nome che ricorda le nuvole nere sulle piste della Targa Florio. Lo Xeric Leadfoot Automatic Silver Black statunitense è geniale con il suo ritorno al passato, le ore saltanti e la riserva di carica che sembra un vecchio indicatore del livello di benzina nel serbatoio di una Plymouth del 1960. Geometrie speciali per chi guida, e un secondo fuso orario per dove ti stai dirigendo.
I corsaioli
Hublot Ferrari, Tanino Lamborghini e Porsche Design. Non hanno bisogno di presentazioni: ognuno incarna lo spirito del marchio dell’auto da corsa. Materiali preziosi, carbonio, titanio, acciaio. Scale tachigrafiche perfette. Indici e contatori a geometria variabile che ricordano gli pneumatici e le mescole della Formula 1, della Regolarità e dei rally più duri. Orologi grandi come grandi sono le marche e i motori che li ispirano. La corsa continua. È una gara da far tremare i polsi.
xeric leadfoot automatic s porsche