Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
Voglio guadagnarmi un coma di undici anni (ehi, si fa per dire, non affrettatevi a noleggiare una mazza da baseball) e svegliarmi che Roger Federer gioca ancora a tennis, Florenzi non ha smesso di baciare la nonna, Cassano tiene una panza definitiva e la gente ha smesso di parlare di Balotelli. Specie l’ultima.
Il ragazzaccio (ex?) segna dopo una vita all’Udinese e ci fa sapere con il suo occhio calamitoso e anche un po’ selvaggio: “Ho tanti sassolini da togliermi”. E se adesso ne segna un altro domenica a Genova, che fa, ci aspetta sotto casa con la scacciacani?
Aggiungendo social con la spocchia che è la sua corazza: “Quando ho la palla io, sono due le cose, prendono la mia gamba o il giallo”. Ok, se vuoi essere Rambo, devi sapere che i nemici si moltiplicheranno come pani e pesci alla festa di Cristo. Marco Materazzi lo pestò di botte. L’ultima grande impresa atletica di Francesco Totti, un pacioccone nato, è stata tre o quattro anni fa quando, rischiando l’infarto, si è fatto trenta metri di corsa per prendere a calci Balotelli e sdraiarlo, possibilmente gemente.
Due miti del calcio come Josè Mourinho e Steven Gerrard lo hanno liquidato come una “battaglia persa”. Mancini, Mourinho, Prandelli, Conte, Rodgers. Chi lo ha conosciuto, lo evita. Un complotto planetario? Non è gonfiando il torace che si attenua la disgrazia.
E sapete qual è la disgrazia di Balo? Il suo credersi “in un mondo che non mi vuole più”. Quando è l’esatto contrario. Il mondo non ha mai smesso d’interessarsi a lui e non si capisce bene perché. Anzi, si capisce benissimo. Non lo capisco io, ma lo capisce Rabdoman. Chi è Rabdoman, vi chiederete voi o forse no? Non importa. Rabdoman è colui che ha il superpotere di sniffare quanto brulica dietro la tela del mondo.
Ora, cosa brulica dietro la tela Balotelli, a parte Mino Raiola? Perché la gente non può fare a meno di alitargli addosso, alimentando il suo gigante vittimismo (Mario, non è colpa dell’universo intero se due toccati dalla sventura ti hanno mollato in un ospedale del bresciano, che magari è stata la tua fortuna, contro i tanti di noi sequestrati e torturati dalla famiglia di sangue)?
Dimmelo tu cos’è allora, Rabdo, se non sono i suoi exploit calcistici (una settantina di gol in dieci campionati, la metà circa su calci piazzati). Tutta la verità? Rabdoman dice che Balotelli è un potente seduttore. Nato e sputato. Altro che razzismo. Mario seduce gli uomini almeno quanto le donne. Insomma, colpisce al cuore la parte frocia che c’è in tutto il viriloide universo, John Wayne incluso (soprattutto). Lui fa di tutto, è il suo più grande talento, per farsi insultare.
Ma se fosse un mozzarellone lattiginoso, riceverebbe al massimo un pigro pernacchio. Lo insultano ovunque perché lo subiscono. Ne sono, siamo, attratti. La sua “presenza” pervade. Hai voglia a riempirlo di tapiri. O citare l’unico neurone. Il suo magnete è forte e arriva da molto lontano. Ha qualcosa di perturbante. Ti guarda e ti lincia. Ti abbatte con sintesi selvaggia.
mario balotelli pia e raffaella fico
E’ solo un caso se i più furiosi nella caccia al nero Balo sono i bianchi? Bisogna risalire per certo atavico carisma ad altri neri come Tupac Shakur. O a sguardi definitivi come Mike Tyson o Roscoe Pondexter, l’ex campione di basket che, da guardia carceraria, si trasforma in un aguzzino spaccaossa.
FANNY NEGUESHA E MARIO BALOTELLI BALOTELLI INSTAGRAM
Di questi, Mario, ha il sembiante, l’ossessione del nemico da inventare, ma non l’anima nera. Lui, Mad Mario, padre di Pia ma non di se stesso, è solo un enorme cucciolone che gioca a fare il duro e si equivoca come vittima (“Why always me?). Una vittima da 80 mila sterline a settimana.