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— Federico Casotti (@federicocasotti) June 26, 2021
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, ma vuoi mettere Omero, Shakespeare, Tolstoj a confronto con la teatralità del calcio, con i suoi saliscendi emotivi, con le situazioni sempre diverse di una partita/corrida che dura 120 minuti? Naturalmente sto scherzando, però questo 2-1 dell’Italia contro un’Austria rocciosissima e intelligentemente disposta in campo è stato uno spettacolo come pochi altri, e non solo nello sport.
Ovviamente non era vero affatto che loro ci erano senz’altro inferiori e che noi fossimo senz’altro i favoriti. E dire che il primo tempo lo abbiamo giocato bene, noi quattro o cinque volte a far guizzare una palla che nella loro area attendeva la botta decisiva, su tutti un meraviglioso tiro di Immobile che ha scorciato l’incrocio destro della loro porta. Noi buoni, buonissimi nel costruire, nel mandare avanti contemporaneamente tre o quattro giocatori, strepitoso Spinazzola, mobilissimo Immobile, un po’ meno perfetto che contro il Galles, Verratti che se ne trovava sempre contro due o tre, impeccabile come sempre la difesa.
Ma è il calcio, un mistero senza fine bello. Inizia la ripresa ed è come se un veleno entrasse nel sangue degli azzurri, che si fanno imprecisi, che diventano nervosi, che prendono un gol per nostra fortuna annullato per fuorigioco, che prendono due ammonizioni (Barella e Di Lorenzo) nella fase difensiva. Sono 20-25 minuti in cui barcolliamo sull’orlo del disastro. Solo che loro non riescono a darci il colpo di grazia.
Supplementari. Entra Chiesa, e mi chiedo come un giocatore con le sue caratteristiche possa non essere tra i titolari della nostra nazionale. Il suo gol è una gemma. Controlla di petto una palla del solito Spinazzola che arrivava da lontano, con un colpetto di destra evita l’intervento del difensore austriaco, al volo colpisce di sinistro e manda la palla in gol. Passano pochi minuti e Pessina, l’azzurro che porta sulla schiena il numero 27 perché non doveva venire all’Europeo, di sinistro spara in gol una palla perfetta.
Bell’e fatto? Ma nemmeno per idea. Gli austriaci vogliono vendere cara la pelle. Dapprima c’è una miracolosa parata di Donnarumma sulla cannonata di un attaccante austriaco, poco dopo – quando ancora mancano 4-5 minuti alla fine del match, un loro puntero alto due metri che pare sia il più formidabile colpitore di testa dell’intero calcio europeo, Kalajdzic, fa il gol di testa più pirotecnico che io abbia mai visto in vita mia: si avvita in mezzo a tre nostri difensori e colpisce di testa deviandola una palla che arriva all’altezza delle sue ginocchia. Inaudito.
Mancano 4-5 minuti, ho detto. Che sono lunghi da trascorrere. Per fortuna non succede più nulla o più semplicemente c’è un’altra puntata feroce di Chiesa che con un pallonetto scavalca il portiere austriaco e si avventa contro la loro rete non fosse che un difensore austriaco recupera e respinge via. Dio, che teatro mozzafiato.
GIAMPIERO MUGHINI
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