Ciro Scognamiglio per la Gazzetta dello Sport
Un (lungo) salto in avanti. Un posticipo di due mesi. Per la precisione, di 63 giorni: dal 27 giugno al 29 agosto per il via da Nizza. Il dato è tratto, l' ufficialità arriverà presto: verosimilmente oggi.
Il Tour de France così prova a salvarsi, e anche a provocare l' effetto-domino che possa permettere la ricollocazione in calendario delle gare principali del grande ciclismo, grandi giri e classiche-monumento. Ora è tutto fermo almeno fino al primo giugno. Senza dimenticare che la pandemia mondiale è ben lontana dall' essere sotto controllo: e dunque si tratta di progetti e ipotesi che dovranno reggere alla prova dei fatti.
Gli organizzatori delle corse e l' Uci si vedranno in conference-call tra oggi e domani, ma è da lunedì, dal discorso alla Nazione del presidente della Repubblica francese Macron, che il Tour de France con le sue date è ritornato (ma se n' era mai andato?) al centro della scena.
Niente eventi di massa in Francia fino a metà luglio - ieri nel Paese c' è stato il record di decessi legati al coronavirus, 762 in 24 ore - e così la prima ipotesi di posticipo che è stata a lungo sul tavolo (25 luglio-16 agosto) è venuta per forza di cose a cadere. E indizi inequivocabili sul nuovo scenario si sono diffuse velocemente, dopo le anticipazioni pomeridiane: l' Alta Savoia ieri sera ha dato già appuntamento per la tappa numero 18 al 17 settembre.
La nuova conclusione a Parigi è fissata per il 20 settembre e nell' attuale calendario coinciderebbe con la prima delle due domeniche del Mondiale svizzero organizzato dall' Uci (ieri era il 120° compleanno della federazione internazionale, ma senza aria di festa): a tal proposito c' è chi ipotizza una riduzione del format mondiale a 5-6 giorni invece di 8, c' è chi invece ricorda come i contratti televisivi siano già firmati e non prevedano cambiamenti in tal senso e chi ipotizza uno slittamento di una settimana.
Per il Giro d' Italia, che doveva svolgersi dal 9 al 31 maggio, la strada maestra resta quella del piazzamento ad ottobre, dal 3 al 25. Ma uno spostamento così in avanti del Tour obbliga a un ripensamento della Vuelta, che ora «occupa» il periodo che va dal 14 agosto al 6 settembre.
Detto che il format dei tre grandi giri è destinato a restare uguale per tutti e tre (21 tappe e 4 fine-settimana), e che l' ipotesi delle «porte chiuse» è stata scartata da tutti gli attori in campo, la corsa spagnola resterebbe la terza in ordine cronologico. E una ipotesi è quella che le prime tappe si potrebbero sovrapporre con le ultime del Giro d' Italia: grande partenza il 24 ottobre e conclusione domenica 15 novembre, data oltre la quale non pare ci sia la volontà di prolungare ulteriormente la stagione.
Ben sapendo che il 29 agosto di fatto sembra davvero l' ultimo giorno «utile» per salvare il salvabile. Se non si riuscissero a disputare le competizioni principali, il sistema ciclismo infatti si avvicinerebbe all' implosione, ma non ci si poteva nemmeno permettere di fissare delle date di ripartenza troppo vicine all' emergenza sanitaria in atto.