(ANSA) "La società esiste e anche i partner che compongono la Superlega. Quello che abbiamo fatto è stato concederci qualche settimana per riflettere sulla virulenza con cui alcune persone che non vogliono perdere i propri privilegi hanno manipolato il progetto": Florentino Perez insiste e in un'intervista al quotidiano sportivo spagnolo As torna sul tema che agita da giorni il mondo del calcio.
E ribadisce di non avere paura delle "minacce" del Presidente dell'Uefa Aleksander Cerein, che lui ritiene armi spuntate: " Siamo stati costretti ad andare in tribunale (a Madrid, ndr), che ha emesso un provvedimento cautelare che dice tutto. Ordina a Uefa e Fifa, nonché alle leghe e federazioni nazionali, di astenersi dall'adottare qualsiasi misura o azione, dichiarazione o comunicazione che impedisca la preparazione della Superlega. A mio parere, quella sentenza pone fine al monopolio dell'UEFA" spiega Perez. A proposito del contratto vincolante formato dai 12 club con la Superlega e di eventuali penali, Perez ha detto di non voler fornire dettagli, limitandosi ad aggiungere che " i club non possono uscire. Alcuni, sotto pressione, hanno dovuto dire che se ne stanno andando. Ma questo progetto o un altro molto simile andrà avanti, e spero presto".
Secondo il presidente del Real Madrid il calcio non può aspettare "fino al 2024. Forse la soluzione sarebbe coinvolgere le prime quattro di ogni Paese, di certo c'è che 4 miliardi di persone seguono il calcio e la metà di loro tifano per club della Superlega". Poco prima, in risposta a un'altra domanda, aveva detto che "nei tre mesi di pandemia che ha colpito la scorsa stagione, i 12 club della Superlega hanno perso 650 milioni. Quest'anno, con la piena stagione della pandemia, le perdite andranno tra i 2.000 e i 2.500".
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