Massimo Calandri per “la Repubblica”
«Ma perché Viñales è andato in fuga subito dopo il via? Che stupido. Fosse rimasto in gruppo con noi allora sì, che si sarebbe divertito per davvero». Cal Crutchlow scoppia a ridere, celebrando una gara straordinaria che - dopo la noia mortale del gp di Monza - ha finalmente regalato quelle emozioni forti che solo i motori. Tre quarti d’ora di “adrenalina pura”, come ha raccontato Valentino.
Una vertigine di millimetrici sorpassi a 300 e passa all’ora, rimonte e traiettorie impossibili, carenate rusticane e prodigi d’equilibrismo. La bandiera rossa subito dopo la partenza, che ha costretto tutti a ricominciare. Qualche goccia di pioggia, poi la pista asciutta. La scommessa delle gomme. Viñales. Sono 7 gare consecutive che vince un pilota diverso: Ducati, Honda, Suzuki, Yamaha, tutti contro tutti appassionatamente mentre i circuiti fanno il pieno di spettatori. Benvenuti in MotoGp, il più grande spettacolo del mondo.
«Forse un pochino meglio della F1», si lascia scappare con un sorriso Marc Marquez quando gli ricordano che ogni domenica sta diventando una lotteria o quasi. Intanto il giovane catalano si frega le mani, il suo terzo titolo è sempre più vicino. Ragioniere?
Si è battuto col coraggio e il talento del grande campione, riproponendo un impressionante duello con Rossi che pareva d’essere tornati nella rovente Sepang, l’autunno passato. Marc ha chiuso 4°, fuori dal podio, il pesarese gli è finito davanti rosicchiando tre punticini in classifica: però il distacco – 50 lunghezze – è molto più di una promessa, a sei gare dalla fine. «Gara bellissima».
La stessa cosa che dice Crutchlow, secondo dietro Viñales. Valentino ha lo sguardo che luccica: «Che battaglia! Ero dietro Maverick, poi la gomma dietro ha cominciato a dare problemi e mi sono ritrovato in una bella bega ». Rossi, Cal, Marc e Iannone, con Pedrosa attaccato alle ruote dell’ultimo dei 4 piloti.
Questo che infila quello, l’altro che stacca oltre i limiti della logica e della dinamica, passandoli entrambi. Un carosello da impazzire che stava premiando l’abruzzese della Rossa, ma a 6 giri dal termine è caduto. Marquez è finito addirittura fuori dalla pista, nella trance agonistica. S’è rimesso a caccia, ha saltato Pedrosa e stava ancora per attaccare Vale, quando gli hanno sventolato sotto il naso la bandiera a scacchi.
Per Valentino è il podio numero 217 in 20 anni di carriera infinita: «Sono felice, ma mica per i 3 punti presi a Marc. Anzi. Con un altro gp di meno, si fa sempre più difficile». È felice, perché ha rimediato a una gara che per le Yamaha pareva da buttare (Lorenzo è finito 8°, lontanissimo), invece: «Abbiamo rischiato la gomma più dura davanti. È andata bene».
Due contatti da brivido con Marquez. «Marc è uno aggressivo, e mi riserva sempre un trattamento “speciale”. Ma questa volta ci sta». Il pensiero è già a Misano, domenica. «Casa mia. Sarà una festa, non possiamo fallire. Dovrò dare il 20% in più del solito. Speriamo che Maverick non vada più così forte, ma vedrai che ci sarà un’altra sorpresa. In MotoGp è sempre così».