Francesco Persili per Dagospia
“Ho finito anche di rivedere le partite storiche, non so più a cosa rivolgermi. Il calcio mi manca veramente tanto”. Fabio Caressa si fa portavoce della crisi di astinenza di calciofili e calciofolli in diretta Instragram con Paolo Bonolis. “Penso che il Paese al di là di aprile non possa restare chiuso – sottolinea il telecronista di Sky - Dobbiamo cercare, in modo scaglionato, di riprendere le attività”. Tra queste anche il calcio. “L’Uefa terrà duro e proverà a portare a termine la stagione”.
“Si potrebbe ricominciare a porte chiuse – ribatte Bonolis - il pallone può essere una valvola di disimpegno, un’occasione di respiro. A me manca molto anche fare sport”. Caressa racconta le ‘accanite’ con la palletta di spugna con il figlio e i suoi allenamenti casalinghi con la maglia dello Spezia. “Ma metti anche gli scaldamuscoli? Fai come Jane Fonda?”, lo insolentisce il presentatore che ridacchia: “Tra poco ti spuntano le tette…”.
Si parla delle famose profezie del ‘vate’ Caressa e il telecronista si difende. “Credo sia una presa in giro per le mie previsioni, diciamo così, a lungo termine. Ho detto che Lazzari è meglio di Cancelo. Ma l’ex Juve con Guardiola al City non gioca mai mentre l’esterno della Lazio “sta facendo un grandissimo campionato e piace anche al ct Mancini”. Capitolo Piatek. Il giornalista di Sky Sport ricorda il messaggio di Leonardo in diretta e le ironie quando aveva manifestato perplessità sull’ex attaccante del Milan. “Sembrava un fuoriclasse, ma aveva segnato solo per 6 mesi. Un attaccante si giudica su due stagioni. È la continuità che fa la differenza. In Italia c’è un grande studio sugli avversari e quando i difensori hanno imparato a marcarlo, non l’ha più buttata dentro…”.
E Klopp? “Avevo detto che l’allenatore del Liverpool rischiava di essere l’allenatore più esaltato e meno vincente della storia. Ma lo aveva detto lui stesso, era il tecnico che aveva perso più finali in carriera. Poi ha vinto quella giusta. Sono legato affettivamente a lui. Nel 2006 lavorava nella tv tedesca ‘Zdf’. Riprese il mio “Andiamo a Berlino” e mi fece un omaggio".
Caressa non si iscrive alla parrocchia del “Cholismo” (“Non capisco perché se lo fa Simeone è il Cholismo, se lo fa uno in Italia è un catenacciaro“) e esalta Gasperini, il cui 3-3-3-1 affonda le sue radici culturali e tattiche nella Grande Olanda di Rinus Michels: “Se si ricomincia a giocare, l’Atalanta in Champions può diventare l’orgoglio della rinascita”.
Non mancano aneddoti vintage (“Una volta beccai Falcao a Fregene in un locale dove suonava Luca Laurenti”) e una rivelazione su una delle prime uscite con la moglie Benedetta Parodi. “Quando ci siamo conosciuti volevo portarla al cinema. Lei mi disse: ‘No, quel film no. E’ noioso come il calcio…”
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