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Roberto Condio per “la Stampa”
La testa della carovana si muove più lentamente, ma il viaggio è molto più vario degli ultimi. Manca la Juve, lassù. E la Serie A si sbizzarrisce. Ha già avuto tre leader solitarie e in 9 giornate è soltanto la terza volta che capita nei 22 anni di campionato con i tre punti per vittoria.
Furono Juve, Inter e Chievo nel 2001-2002 e poi Chievo, Inter e Lazio nel 2010-2011.
Questa volta sono state Inter, Fiorentina e, da domenica sera, Roma. È la corsa allo scudetto che si sposta progressivamente verso Sud, seguendo il tracciato della A1. E l' autostrada del Sole finisce a Napoli, dove di sicuro c' è già chi tocca ferro.
Digiuni troppo lunghi
Roma e Napoli, peraltro, sono le squadre del momento, le più votate dagli addetti ai lavori nell' ultimo toto-titolo.
Giocano bene, segnano molto, vincono. In comune hanno anche la capacità di entrare subito e bene in partita: sono le migliori nei 15' iniziali dei due tempi. Con quattro successi consecutivi hanno cancellato gli effetti di partenze moviolesche e problematiche. Hanno preso 9 punti all' Inter, 8 al Milan, 6 alla Fiorentina, 5 alla Juve e alla Lazio. Sembrano davvero aver svoltato, insomma.
Un mese fa erano nona e dodicesima; oggi sono prima e, in folta compagnia, seconda. La Roma non è da scudetto dal 2001, il Napoli dal 1990. Non è detto che il 15 maggio 2016 sia una di loro a festeggiare, ma è certo che con questo passo potranno provare fino in fondo a interrompere il lungo digiuno tricolore.
Il Pipita ma non solo
Oggi sono i giallorossi a stare davanti a tutti. Ma sono gli azzurri a piacere di più. Da quando Sarri ha virato sul 4-3-3, con Allan, Jorginho e Hamsik a comporre un centrocampo di quantità e qualità, velocità e proposta, il Napoli non ha più sbagliato un colpo. Difesa blindata e gol a raffica, Koulibaly e Albiol improvvisamente imperforabili, Insigne e Higuain a sforacchiare le reti altrui. Tra campionato ed Europa League, 8 vittorie nelle ultime 9 partite, con 25 gol fatti e 3 subiti.
Nel bottino, scalpi illustri: Lazio, Juve, Milan e Fiorentina. Dopo lo scetticismo iniziale, Sarri ha battezzato un gruppo di titolarissimi, sta facendo il pieno di complimenti ma non cambia idea: «La parola scudetto è una bestemmia». Prima della sosta avrà Palermo e Udinese in casa e in mezzo il Genoa a Marassi: agenda intrigante, specie adesso che il Napoli pare aver imparato anche a battere le «piccole».
Totti chi?
Anche la Roma, che nel primo mese aveva pareggiato con Verona e Sassuolo e perso in casa Samp, sembra aver trovato il passo giusto contro tutti. Casualmente (o forse no?) da quando Totti s' è fermato ai box e la coppia Gervinho-Salah ha cominciato a sfrecciare, segnare e, da domenica, anche a fornire un corposo contributo in copertura. Come Sarri, pure Garcia ha già sconfitto Allegri e ha saputo modificare in corsa il suo disegno tattico.
Ha utilizzato 25 uomini contro i 18 del Napoli, ha cambiato in continuazione formazione anche per colpa degli infortuni ma le lezioni incassate nelle prime due trasferte di Champions hanno partorito la svolta di Firenze: meno possesso-palla e bollicine, più attenzione e aiuto reciproco.
Servono verifiche, però. Perché Garcia partì addirittura meglio nei suoi primi due anni, per poi frenare tra fine autunno e inverno. Ne sapremo di più molto presto: dopo l' Udinese, Inter a S. Siro e il derby. Con il Napoli in agguato, per cercare di portare quel viaggio lungo la A1 fino all’ultimo casello.