I DESTINI INCROCIATI DI MOURINHO E ANCELOTTI – CONDO’: "NEL MAGGIO DELLE FINALI JOSÉ È ANDATO A DAMA, DOMANI TOCCA A CARLETTO. CHI GIOCA PER TECNICI COL LORO PALMARÈS NON DISCUTE UNA MOSSA, NON RIFIUTA UN ALLENAMENTO, NON DUBITA DI UNA FORMAZIONE PERCHÉ IL PASSATO CI PRECEDE SEMPRE, E IL LORO NON HA BISOGNO DI MOLTE SPIEGAZIONI…"

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Paolo Condò per “la Repubblica”

 

mourinho ancelotti mourinho ancelotti

Giunti a questo punto ci sono due desideri intrecciati che difficilmente si realizzeranno. Carlo Ancelotti non allenerà mai la Roma, che pure da vero tifoso ha chiamato "magica" nel tweet di congratulazioni per la Conference.

 

Un sogno che ha sempre sbandierato, in ossequio agli anni belli che ci passò da giocatore, ma i tempi non hanno mai coinciso: quando era libero lui la Roma aveva una guida solida, e quando invece lo cercava, lui era occupato altrove, in una delle tante lussuose griffe internazionali che ha diretto. Insegnate ad Ancelotti le 50 parole chiave per parlare di calcio a una buona squadra, e fate spazio in bacheca perché qualcosa arriva sempre.

MOURINHO ANCELOTTI 4 MOURINHO ANCELOTTI 4

 

Dopo Tirana, però, la Roma appartiene a José Mourinho in un modo viscerale, e molto porta a immaginare un legame duraturo nel tempo, o almeno più lungo dei bienni/ trienni al massimo che hanno ritmato la sua carriera. La raffinatezza del pensiero strategico di Mou, che non ha pari nella storia del calcio (almeno quello moderno), è emersa perfino tra i singhiozzi delle interviste flash, quelle che si fanno sul campo nei minuti immediatamente successivi il fischio finale.

 

Mourinho piangeva come un vitello per la commozione, e intanto dettava le condizioni ai Friedkin per proseguire l'idillio, che poi sono i rinforzi che ogni tecnico chiede alla proprietà, ma nessuno li sa chiedere come lui. Ha ricordato il suo affetto per le altre squadre allenate in carriera, spingendosi fino alla dichiarazione d'amore per il Real Madrid - «sono pazzo di loro» - ed è vero che in questi anni Florentino Perez è stato tentato più volte dall'idea di richiamarlo: lui che ha sempre messo i campioni- rockstar davanti agli allenatori, considera Mou l'unica rockstar delle panchine.

 

mourinho ancelotti mourinho ancelotti

Il che ci porta al secondo desiderio destinato verosimilmente a rimanere tale: José non tornerà più al Real. Certo, in via teorica i suoi 59 anni, come i 62 di Carletto, lascerebbero un po' di spazio a un'avventura estrema: ma Ancelotti ha già detto che il Real, duri quel che duri, sarà il suo ultimo club, mentre Mourinho mantiene sempre quel progetto sulla nazionale portoghese in chiusura di carriera, e anche il post-Ronaldo sembra pieno di talenti in attesa di essere guidati verso grandi orizzonti.

 

Insomma, i due stanno così bene dove stanno da continuare a rimandarsi auguri e complimenti come due tennisti di eccellente palleggio. Nel maggio delle finali José è andato a dama, domani tocca a Carletto.

 

mourinho ancelotti mourinho ancelotti

Per quanto i due siano molto diversi tatticamente e pressoché agli antipodi dal punto di vista caratteriale, la brillantezza delle rispettive primavere induce a cercare un trait d'union. Il più evidente è l'enormità delle loro bacheche personali, scaffali su scaffali di trofei da far invidia al 90 per cento dei club europei, mica soltanto ai colleghi: autentici musei che descrivono le loro carriere ma funzionano anche da messaggio subliminale, se-mi-allena-uno-così e il resto ce lo possiamo immaginare.

 

Quel che dice, io faccio. Se lo seguo, miglioro. Ha vinto ovunque, perché non qui? Chi gioca per tecnici col palmarès di Mourinho e Ancelotti non discute una mossa, non rifiuta un allenamento, non dubita di una formazione perché il passato ci precede sempre, e il loro non ha bisogno di molte spiegazioni.

 

CARLO ANCELOTTI RIPETE IL GESTO DI MOURINHO CONTRO I TIFOSI DELLA JUVENTUS CARLO ANCELOTTI RIPETE IL GESTO DI MOURINHO CONTRO I TIFOSI DELLA JUVENTUS

Mercoledì sera a Tirana i giocatori della Roma hanno sequestrato in allegria Mourinho durante la conferenza stampa esattamente come avevano fatto i madridisti con Ancelotti a Lisbona nel 2014, dopo la vittoria della Decima: e non c'è momento più rivelatore di stima di quando i campioni desiderano che il loro allenatore partecipi alla ricreazione. Ci hai portato tu fin qui.

 

Te la devi godere con noi. Lo meriti. È questo particolare tipo di rispetto, quello che nasce dai fatti (che nello sport sono i risultati), a governare i rapporti fra Ancelotti e la sua squadra.

 

Per Mourinho alla Roma è un po' più facile, guida un gruppo di gente che ha vinto poco, gli basta stimolarne la fame per tirar fuori prestazioni di irriducibile agonismo: guardate il modo in cui i romanisti crollano sul campo al fischio finale, e avrete un'idea di come gli ultimi dieci minuti siano stati giocati malgrado il serbatoio fosse vuoto (e non erano certo in discesa).

carlo e davide ancelotti 4 carlo e davide ancelotti 4

 

Ancelotti viceversa amministra un gruppo talmente abituato a vincere da necessitare soltanto di piccoli richiami tattici e soprattutto di spazio mentale libero per lasciar montare lo spirito competitivo come si fa con la panna.

 

Oggi è il giorno più importante della strategia di Carletto, la vigilia in cui miscelare lo sguardo bonario alla febbre della grande partita. Del grande, grandissimo avversario: il Liverpool.

 

Ma guardate cos' è successo nelle gare di ritorno di questa primavera: negli ottavi col Psg il Real era eliminato al minuto 76; nei quarti col Chelsea era eliminato al minuto 80; nella semifinale col City era eliminato al minuto 91. E si è sempre salvato. Un campo di calcio è come il tavolo verde della roulette, non ha memoria. Ma i giocatori sì, e si fidano.

ancelotti ancelotti

 

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