Alessio Ribaudo per corriere.it
Sta lottando fra la vita e la morte, con la stessa grinta con la quale affronta gli avversari in pista, dopo essere stato coinvolto in un tremendo incidente stradale, nel Riminese. Nicky Hayden, pilota americano 36enne del campionato World Superbike, si stava allenando con la sua bici da corsa — una delle sue passioni — sulla provinciale Riccione-Tavoleto.
Sembrava un giorno come tanti in sella lungo strade che conosceva, proprio da poco in quella zona aveva scattato e poi pubblicato su Instagram una fotografia con l’amico Denis Pazzaglini. Intorno alle 14, caschetto in testa, stava pedalando in direzione di Riccione quando a poca distanza dal circuito di Misano, all’altezza di un incrocio, è avvenuto uno schianto frontale contro un’auto guidata da un trentenne di Morciano di Romagna, rimasto illeso.
La ricostruzione della dinamica dell’incidente è ancora in corso ma, secondo le prime indiscrezioni, Hayden sarebbe volato prima sul cofano, poi avrebbe sfondato il parabrezza e, quindi, sarebbe caduto sull’asfalto mentre la sua bici è finita nel fosso che costeggia la carreggiata. Il conducente del mezzo ha chiamato i soccorsi.
Le condizioni del centauro del team Honda World Superbike sono apparse immediatamente gravi ai sanitari del 118 che lo hanno trasportato all’ospedale «Infermi» di Rimini, dove è stato ricoverato in prognosi riservata per un forte trauma cranico e addominale. Dopo essere stato stabilizzato, il pilota è stato trasferito con l’elisoccorso all’ospedale specializzato «Bufalini» di Cesena.
La Superbike e il titolo in MotoGp
Hayden aveva corso domenica a Imola nel World Superbike. Lo scorso anno, era arrivato quinto in classifica. Ma era entrato nella leggenda del motociclismo nel campionato di MotoGp: nel 2006 aveva vinto il titolo iridato, beffando Valentino Rossi in un duello epico. Un trionfo che lo ha portato a entrare, nel 2015, nella Hall of Fame della categoria.
La morte di Scarponi
L’incidente in cui è rimasto coinvolto il pilota statunitense, purtroppo, è l’ultimo di una serie lunghissima. Lunedì al Passo delle Forche la triathleta Julia Viellehner è stata investita da un mezzo pesante: anche lei è in terapia intensiva al «Bufalini» di Cesena. Mentre lo scorso 22 aprile il corridore Michele Scarponi è morto in bici mentre si allenava alle porte di Filottrano, il suo paese, nell’Anconetano. Ieri Vincenzo Nibali, impegnato al Giro d’Italia, è sbottato su Twitter: «Min... ma lo capite che siamo la parte più debole in strada! In gioco c’è la vita!! Forza #HaydenNicky».
Numeri impressionanti
Un tweet che contribuisce ad accendere i riflettori sulla pericolosità delle strade per i ciclisti. Secondo gli ultimi dati Aci-Istat nel 2015 ci sono stati 251 vittime in Italia. Senza contare i 16.454 feriti. «I numeri sono impressionanti e li denunciamo da anni — dice Giulietta Pagliaccio, presidente della Federazione italiana amici della bicicletta —. Indicano una delle prime emergenze del nostro Paese: quella della sicurezza sulle strade». Per questo la Fiab ieri ha scritto ai presidenti di Camera e Senato. «Chiediamo che venga approvata la riforma del Codice della strada con provvedimenti come la riduzione della velocità, la riorganizzazione del traffico urbano e dispositivi che aiutino il guidatore a non distrarsi».
Lo scatto pubblicato martedì
Martedì sera aveva pubblicato sul suo account Instagram uno scatto che lo ritrae insieme a Denis Pazzaglini, un amico e meccanico, oltre che ex corridore, in bicicletta.
La terribile sequenza dei ciclisti travolti
L'incidente nel quale è rimasto coinvolto Nicky Hayden è solo l'ultimo di una serie terribile per i ciclisti. Dopo la morte choc di Michele Scarponi, il 22 aprile - investito da un furgone mentre si allenava alle porte di Filottrano (Ancona), suo paese natale, quello che ha coinvolto il 21enne americano Chad Young - e l'incidente del 9 maggio a Chris Froome, uscito illeso dopo un tamponamento con una macchina, anche lui in allenamento, è arrivata la disgrazia del motociclista statunitense. Nomi noti, che hanno riacceso la polemica sulla pericolosità delle strade, non solo italiane, per i ciclisti.
Oltre 250 ciclisti morti ogni anno
Le cifre che riguardano i ciclisti sulle strade italiane fanno gridare all'allarme, perché dei tanti incidenti molti sono mortali. Sono oltre mille quelli che hanno perso la vita negli ultimi quattro anni (dati Istat-Aci 2012/2015), una media superiore ai 250 decessi l'anno, uno ogni 35 ore. Senza contare le migliaia di feriti che si registrano ogni anno (solo nel 2012 oltre 16 mila).