Piero Mei per "Il Messaggero"
«E non finisce qui», per dirla come la diceva Corrado, la voce della radio prima e della televisione poi. Non finisce qui la sbornia d'entusiasmo e di felicità che ha portato i campioni azzurri nell'amore sportivo degli italiani. Perché ecco le Olimpiadi. I primi contingenti azzurri sono già in Giappone per questa edizione ritardata e sotto vuoto che sarà Tokyo 2020 che ha una anomalia fin dal logo: come si sa, siamo nel 2021.
Avremo, dal 23 luglio, giorno dell'apertura (anche se da un paio di giorni prima per via dei preliminari dei tornei) 384 compagni di Giochi: un record per l'Italia in format olimpico, che sorpassa il massimo che c'era, 373 ad Atene 2004; saranno 198 ragazzi e 186 ragazze, un record anche questo che testimonia della lunga marcia dello sport femminile. La parità di genere (non si dice più di sesso) sarà plasticamente provata dalla coppia di alfieri, Jessica Rossi ed Elia Viviani, tiro e ciclismo, miniere di medaglie. La coppia fin qui era stata solo per ragioni pacifiste quella delle due Coree; stavolta sarà per tutti, come dire facciamola finita con le discriminazioni, il che è un valore olimpico e dovrebbe essere semplicemente un valore. Quotidiano.
IL TESTIMONE Questa numerosa compagnia ora s' avvia a prendere il ruolo che nel glorioso mese sportivo appena passato è stato di Roberto Mancini e della sua band con la storica aggiunta del solista Matteo Berrettini, l'altro della superdomenica di Londra. Matteo sarà, a differenza dei calciatori, anche di questa compagnia olimpica, da solo e in doppio con Fabio Fognini, e sanno di medaglia in uno sport, il tennis, che sul petto ha solo un bronzo (Uberto De Morpurgo, nel 1924) ma da lì al 1988, scavalcando perciò Pietrangeli e Panatta, fu tolto dal palinsesto dei Giochi.
L'Italia ha una magnifica tradizione olimpica: nel medagliere estivo di sempre è al sesto posto quando si tiene conto degli ori (207); davanti i giganti, Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna (con Scozia, Galles e Irlanda del Nord, più vari cani sciolti in tempi lontani), Cina e Francia, che è lì, appena quattro ori davanti con i suoi 211. Riusciranno i nostri eroi? Beh, ne abbiamo tanti, di quelli che non sarebbero la magnifica sorpresa che sono stati quelli di Mancini (all'inizio ci credeva solo lui, poi hanno cominciato a crederci i giocatori e via via tutti).
Abbiamo Federica Pellegrini alla sua quinta Olimpiade e giù il suo straordinario sta qui, non chiedetele pure la medaglia (ma), Gregorio Paltrinieri che oltre al resto dovrà battere pure la mononucleosi, la malattia del bacio secondo la versione popolare, Simona Quadarella, Ledecky permettendo (e dài, Katie), e altri nomi buoni da podio restando a mollo, Detti, Martinenghi, Burdisso, Panziera, Pilato, Bruni tra gli indiziati del nuoto, il Settebello e la pallavolo che con cinque team punta a battere il suo sortilegio negativo, i ciclisti guidati da Top Ganna con il turbo, gli schermidori che ci hanno abituato al podio (tutte le squadre qualificate: sono sei, e tutte con tipi alla Garozzo e Alice Volpi,
coppia di pedana e di vita, o altre, stoccate al veleno, e c'è pure Aldo Montano, classe 1978, ma soprattutto classe), i tiratori che centrano il bersaglio con disarmante continuità, l'atletica al risveglio (forza Gimbo, e lo sprint di Jacobs), il canottaggio annunciato in gran spolvero, la boxe solo al femminile visto che ieri il povero Salvatore Cavallaro non è stato ripescato come sperava dalla Task Force che fa le veci dell'Aiba sospesa, e chissà quanti altri nomi che verranno buoni, di quegli sport così belli e così trascurati che ce ne accorgiamo ogni quattro anni (e stavolta dopo cinque), oppure così nuovi messi in palinsesto ad attirare i giovani che guardano gli highlights e scelgono il meglio di, il surf, lo skate, l'arrampicata.
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