Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
Dalla sorpresina Italia alla sorpresona Islanda. I quarti sono serviti. Cinque teste di serie, Belgio, Francia, Germania, Italia e Portogallo e tre magnifiche intruse, Galles, Islanda e Polonia.
ISLANDA AGLI EUROPEI ITALIA SPAGNA
Fuori Inghilterra e Spagna. Da ieri a oggi sarà tutto uno scrivere e titolare, un esercizio di massa sullo sciccosissimo concetto che chi di brexit ferisce di brexit perisce. Di qualche scriba metafisico ed europeista che avrebbe scritto il copione a monte ieri a Nizza. Mi astengo. Certo che l’eventuale anglo depressione da uscita via referendum non si gioverà del pendant calcistico.
Dico solo che non sarà un caso se a tornare a cuccia sono i giocatori, spremutissimi, delle due nazioni che hanno i club più usurati tra campionati locali e tornei europei. Gente come Ramos, Piquet, Iniesta, Fabregas, Silva, Rooney, Kane, Alli, Cahill, arriva a questo punto della stagione con la lingua penzoloni, un livello di nausea tale che il calcio è la palla al piede degli ergastolani.
Se aggiungi a questa anemia di base, una squadra senza capo né coda (l’Inghilterra di Zio Roy, spassose le inquadrature sul suo faccione smarrito e allo stesso tempo ustionato dall’approssimarsi della tragedia) e un’altra che ha la sua anima nella certezza del gioco e, quando il gioco latita, svanisce come una bolla d’aria (la Spagna del non meno spassoso marchese Del Bosque), il disastro è garantito.
Meraviglia, invece, uguale Islanda. Anche qui il pendant funziona. Loro sì manifestano a migliaia (l’equivalente da noi di milioni) per entrare nell’unione europea e, almeno, a calci, ci sono entrati, eccome. Squadra organizzatissima, atleti meravigliosi e calciatori nella maggioranza per niente banali. Mina vagante e Francia all’erta.
Non è per niente detto che gli eroi di Reykjavik ne abbiano le tasche piene di questo genere di orgasmi. Certo, anche un bel respirone di sano patriottismo per la terra dei Sigur Ros, di questi tempi abbastanza scioccata dallo scandalo, i seicento clienti islandesi (l’equivalente di migliaia da noi) della Mossack Fonseca, la società panamense specializzata in elusione fiscale.
Detto di Francia-Islanda, direi tutte da giocare anche Polonia-Portogallo e Belgio-Galles, l’altro botto di questi europei, la squadra di mister Bale. In quanto a Germania-Italia, trattasi di una vera e propria finale anticipata. Chi andrà oltre sarà, quasi certamente, la vincente del torneo. Organizzazione, tecnica, storia e fondata arroganza, i primi, contro la mostruosa solidità difensiva e l’impressionante coefficiente isterico della seconda, moltiplicatore di valori e di energie. Questa Italia che non prende gol e riparte compatta con questa forte vocazione a uccidere è una stupefacente mini riproduzione di quelle di Lippi e di Bearzot.