Paolo Ziliani per il “Fatto quotidiano”
Avete presente la canzone di Angelo Branduardi datata 1976, quella che comincia dicendo: "Alla fiera dell' est, per due soldi, un topolino mio padre comprò" e poi si dipana a mo' di filastrocca con l' arrivo del gatto che mangia il topo, del cane che morde il gatto, del bastone che picchia il cane, del fuoco che brucia il bastone, dell' acqua che spegne il fuoco e ancora e ancora senza che mai all' orizzonte s' intraveda una fine?
Ebbene, a distanza di 44 anni una nuova canzone rinverdisce il filone: è la tiritera "Alla fiera del pallone" lanciata dai reggenti del calcio (oggi farebbe fino dire stakeholder) che più o meno dice: "Alla fiera del pallone, per due soldi, i club non vollero più pagare i calciatori visto che le partite non si giocavano più; ma poi vennero le tv, che non vollero più pagare i club visto che le partite non si trasmettevano più; e poi vennero gli abbonati, che non vollero più pagare le tv visto che le partite non si vedevano più", e chissà che alla fine non arrivino anche oggi l'angelo della morte e il Signore a spezzare come allora l'infinita catena.
Già. E tuttavia, se è vero che il campionato manca a tutti e che pur di vederlo ripartire gli italiani accetterebbero ogni cosa, dalle partite a porte chiuse ai playoff, dai campi neutri alle Final Eight, un modo per passare il tempo senza annoiarsi ci sarebbe: seguire, appunto, il campionato in corso tra i quattro club rimasti in gioco giunto ormai alle battute conclusive. La lotta è per conquistare il titolo di "Raccatta soldi 2019-20". Chi la spunterà?
Calciatori. I presidenti vogliono tagliargli dai 2 ai 4 mesi di stipendio; e non si capisce il perchè visto che a marzo, dopo la sospensione decretata il giorno 9, li hanno fatti allenare a casa loro e visto che da maggio torneranno a farlo in campo. Balla il mese di aprile, quindi: ma se è vero che per concludere la stagione (se accadrà) occorrerà sforare nel mese di luglio (e di agosto per chi è in Champions o in Europa League), i calciatori saranno i soli a poter dire di avere lavorato come e forse più di prima. Senza contare i contagi che hanno colpito 15 di loro; molti di più, in realtà.
Club. Se da un lato i presidenti non vogliono pagare i giocatori, dall' altro vogliono essere pagati dalle tv: chiagne e fotte, direbbero a Napoli. Per la cronaca, le 124 partite che Sky, Dazn e Img (diritti estero) non trasmetteranno mai valgono da contratto 440 milioni. "Senza quei soldi è la fine", piagnucolano i club, quegli stessi club che hanno accumulato debiti per 2,5 miliardi e che solo ai procuratori hanno pagato un anno fa 118 milioni.
TV. Sky, DAZN e Img invece non solo non vogliono pagare l' ultima rata bimensile dell' 1 maggio, ma chiedono un robusto rimborso della rata di marzo-aprile, già onorata, visto che Il 9 marzo si è fermato tutto. Tra l' altro, anche ammesso che in estate si torni a giocare, con molte partite in contemporanea l' appeal per gli investitori pubblicitari sarà minimo.
Abbonati. Le tv non vogliono pagare i club per via delle partite non giocate? Strano perchè i soldi degli abbonati, i 15 euro per il pacchetto Sport e i 15 per il pacchetto Calcio, Sky li sta incassando senza battere ciglio a dispetto delle partite sparite. Giustizia vorrebbe che anche gli utenti venissero integralmente rimborsati. Per caso, qualcuno l' ha sentito dire?