Fabiana Della Valle per la Gazzetta dello Sport
La bomba è arrivata a tarda sera, quando la doppia cerimonia di premiazione era già stata consumata. Giorgio Chiellini da difensore navigato è entrato in tackle sulla questione Pallone d' oro, coinvolgendo in maniera pesante il Real Madrid: «Il furto a Ronaldo è stato lo scorso anno - ha detto il capitano della Juve a Sky -. Il Real ha deciso di non fargli vincere il premio.
È stato palese, perché Modric non era nemmeno nel suo migliore anno». Chiello non usa giri di parole per tirare fuori un argomento delicato: la sudditanza del mondo del pallone nei confronti del club di Florentino Perez.
Sull' argomento è tornato anche Fabio Paratici, che ieri sera nella sua Piacenza ha ricevuto il premio di Piacentino Benemerito, assegnato dal Consiglio direttivo della Famiglia Piasinteina:
«E' difficile dire se sia stato tolto un Pallone d' oro a Ronaldo, però è indubbio che certe società come Real e Barcellona abbiano un grande peso. Noi pensavamo che meritasse di vincerlo quest' anno, figuriamoci l' anno scorso quando ha segnato 15 gol in Champions, di cui 6 dagli ottavi in poi. Chiellini ha detto una cosa sacrosanta: Ronaldo e Messi sono come Federer e Nadal, se in questi anni lo vince un terzo fa uno strano effetto».
Sicuramente più diplomatico, ma il concetto di fondo resta, anche se il capo dell' area sportiva bianconera non tira mai in ballo il Real. Paratici sul palco ha dedicato anche una battuta ad Antonio Conte: «All' inizio mi faceva effetto vederlo all' Inter. Sapevo che il duello sarebbe stato con lui e lo sarà fino alla fine, gli faccio l' in bocca al lupo ma non troppo».
Dietro alla strenua difesa di CR7, rimasto senza trono per la seconda volta di fila, c' è molto di più. L' attacco porta in superficie una guerra di potere tra Real e Juventus. Sono le scorie della drammatica notte di Madrid del 2018, quando Ronaldo era ancora dall' altra parte della barricata e fece piangere lacrime amare ai bianconeri. Una ferita che non si è mai rimarginata e che ha creato delle tensioni sotterranee, nonostante i buoni rapporti da sempre intrattenuti tra le due società.
Quel rigore concesso nei minuti di recupero, che ha regalato la qualificazione al Real dopo la grande rimonta bianconera, non è mai stato dimenticato. Buffon dopo l' espulsione sbottò contro l' arbitro, Andrea Agnelli tuonò contro l' assenza della Var e il designatore degli arbitri Pierluigi Collina («Avremmo meritato di andare almeno ai supplementari», disse) e Giorgio Chiellini dopo il penalty fece il gesto dei soldi con la mano.
Da lì qualcosa si è rotto, e lo sgarbo di Ronaldo, che pochi mesi dopo ha scelto di lasciare il Real per diventare bianconero, non ha migliorato la situazione. Florentino non ha gradito che Cristiano lo abbia messo davanti al fatto compiuto.
Sotto la gestione Agnelli la Juve ha allargato i suoi orizzonti internazionali, ponendosi come obiettivo quello di diventare un top club in stile Real, e l' acquisto di Ronaldo le ha dato una nuova dimensione, molto più internazionale. In 5 anni Madama è passata da poco più di 300 milioni di fatturato a quasi 500, ma è ancora parecchio distante dai 750 abbondanti del Real. E sul piano sportivo le 13 Champions in bacheca dei Bianchi pesano parecchio, anche se negli ultimi 10 anni la Juve è cresciuta molto sotto tutti i punti di vista.
Sul piano politico, Agnelli da presidente dell' Eca è diventato un personaggio importante e influente. Lui e Florentino sono su posizioni opposte riguardo al Mondiale per club: Perez è sempre stato un sostenitore (non a caso è diventato di recente il presidente della World Football Association, che dialogherà con la Fifa sul futuro di questo torneo, che partirà nel 2021 in Cina), Agnelli era contrario ma è stato costretto a digerirla.
Restando in tema di Pallone d' oro, da Parigi il fresco vincitore Leo Messi ha parlato del rivale: «La corsa con Ronaldo non è finita. Finché saremo in attività continuerà. Siamo in concorrenza e alla pari da dieci anni. Non ci si rende conto che è qualcosa di straordinario, che resterà nella storia. Quando vinceva lui, lo meritava. Se non l' ho vinto per quattro anni è perché non siamo stati competivi di squadra. Ma quando Ronaldo mi ha raggiunto con 5 Palloni d' oro ci sono rimasto un po' male. Non ero più solo in vetta. Ma era logico».
Luka Modric invece ha mandato una frecciatina all' ex compagno: «Quando non vinci, devi esserci lo stesso per mostrare rispetto. Ho dato a Messi il premio e mi sono congratulato con lui». La sorella di Cristiano, Katia, ha attaccato Van Dijk per la frase «Ronaldo era un mio rivale?» (una battuta, ha poi precisato l' olandese): «Ci sono persone frustrate, che vivono fuori dalla realtà e senza umiltà», ha scritto sui social.
Il Pallone d' oro lascia sempre tanti stascichi. Però in casa Juve c' è anche chi è tornato da Parigi felice: Matthijs de Ligt ha vinto il primo Kopa. «E' un mostro - l' ha esaltato Paratici - me l' hanno detto anche i compagni. Diventerà il difensore centrale più forte dei prossimi 10 anni. E' il nostro miglior investimento di sempre». Di sicuro si riparlerà di lui anche in chiave Pallone d' oro.
MADRID IRRITATA E FLORENTINO SOFFRE ANCORA QUELL'ADDIO
Filippo Maria Ricci per la Gazzetta dello Sport
Di ufficiale c' è solo il silenzio. Il Madrid non ha commentato le parole di Chiellini sul Pallone d' Oro 2018 che la Casa Blanca avrebbe deviato dalle mani di Cristiano Ronaldo, col quale nell' estate dello scorso anno era andato in onda un addio da Grande Freddo, a quelle di Luka Modric, il preferito del Bernabeu.
Notizia, quella della picconata del "Chiello", che sul sito del quotidiano sportivo madrileno As ieri pomeriggio era al terzo posto tra le più lette del giorno.
Nessun commento da parte del Madrid, e non ci si aspettava certo un comunicato, però c' è sorpresa per questo rivangare nell' edizione precedente del premio.
Le parole di Chiellini hanno riportato a galla il cadavere di una relazione, quella tra Cristiano Ronaldo e il Real Madrid, leggasi il presidente Florentino Perez, sempre complessa e raramente fluida.
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Tanto nei 9 anni di convivenza al Bernabeu come nel gelido finale di un matrimonio arricchito da 450 gol.Florentino Cristiano Ronaldo se l' è trovato in casa, acquistato dal presidente precedente, Ramón Calderon: peccato originale mai espiato dal portoghese.
Anni di tira e molla, con CR7 che dichiarava pubblicamente di non essere felice, per arrivare al sospirato primo rinnovo di contratto mentre a Barcellona Leo Messi firmava nuovi accordi col Barcellona a scadenza quasi annuale. I fischi del Bernabeu che si sovrapponevano alle critiche in camera caritatis di Perez a Ronaldo. Il silenzio della Casa Blanca nei giorni della tempesta fiscale che a Cristiano è costata una condanna. Nessun omaggio nel momento dell' addio nonostante i 50 gol di media segnati da CR7 con la maglia del Madrid per 9 lunghe stagioni.
E nessuna ricerca di un sostituto, con la maglia numero 7 data addirittura a Mariano Diaz in un disperato esorcismo normalizzatore per una partenza che è stata invece traumatica e che ancora non è stata assorbita. Da quando è andato via Ronaldo, 16 mesi fa, il Madrid ha cambiato 3 allenatori, Lopetegui, Solari e Zidane. Che se n' era andato tra la sorpresa generale e lo sconvolgimento di Florentino anche perché aveva capito che Ronaldo aveva deciso di uscire dal luna park del Madrid, come aveva annunciato sull' erba di Kiev con in mano la terza Champions consecutiva, quarta in 5 gloriosi anni.
Da lì, più nulla. No Ronaldo, zero títuli, per citare un altro portoghese. Pochi gol, quasi tutti di Benzema, e un buco in mezzo all' area, dove Cristiano si era sistemato negli ultimi tempi madrileni per colpire e segnare. Florentino Perez non ha ritenuto necessario sostituirlo, perché ritiene che nessuno sia insostituibile e perché voleva dimostrare a se stesso di aver fatto bene a rinunciare a Ronaldo e al mondo che la cosa non avrebbe complicato la vita offensiva del Madrid.
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I fatti hanno detto che si è sbagliato: quasi un anno e mezzo dopo il Madrid è ancora alla disperata ricerca di un goleador col povero Benzema che deve farsi in due (o più). Perez è stato criticato per non aver cercato un ricambio all' altezza di Ronaldo, e ovviamente la cosa non è che gli abbia fatto un grande piacere. A Ronaldo per curarsi dalla delusione accumulata in questi tempi resta una sola strada: vincere la Champions con la Juve per arrivare al sesto Pallone d' Oro, che poi sarebbe il primo in 12 anni ad andare fuori dal circolo vizioso Barça-Madrid.
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A Florentino la cosa darebbe molto fastidio. Molto più che le parole di Chiellini.
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