Marco Azzi per “la Repubblica”
Fa un po’ specie che l’unico a pagare sia Benitez: proprio lui che nella indecente ed enigmatica gazzarra del Tardini si era tenuto in disparte. Punito per un vizio di forma e lo zelo di un ispettore federale, che ne ha ascoltato una frase ritenuta irriguardosa per il buon nome del movimento. Rafa (alla prima sanzione del genere in carriera) l’avrebbe sibilata nel bel mezzo del caos. «Il calcio italiano è una merda ».
Parole meritevoli per la giustizia sportiva di una giornata di squalifica. Eppure ne aveva ben donde, l’allenatore spagnolo. Intorno a lui, al fischio finale dell’arbitro Giacomelli — che poco ha visto e quasi niente ha segnalato nella sua relazione — c’erano infatti Higuain e Mirante che cercavano in ogni maniera di prendersi a botte: divisi a mala pena da compagni e dirigenti delle due squadre.
Nella sostanza, però, nei verbali presentati a Tosel di tutto questo è rimasta una minima traccia: 10 mila euro di multa per il centravanti argentino e assoluzione piena per il portiere di origini napoletane, che per rifarsi il look agli occhi dei suoi concittadini si è offerto (in diretta radio) addirittura di pagare metà della sanzione, di sua tasca. Amici più di prima, insomma. Tra Parma e Napoli è finita così. Cancellate con un colpo di spugna pure le accuse di Roberto Donadoni, a caldo invece durissime: al punto da far sospettare addirittura un tentativo di combine. «Spazzatura, mica abbiamo deciso di finire il campionato per perdere con tutti…».
Poi il tecnico bergamasco s’era forse reso conto d’essersi spinto oltre e all’indomani aveva ritrattato. «L’inchiesta federale sarebbe una sciocchezza, non ho mai pensato che volessero i tre punti in regalo». Ma che avevate capito? Anche il Napoli ha chiarito tardivamente il senso delle sue proteste, così visibili del resto da non poter essere negate. «Erano per le perdite di tempo del Parma, non per il loro legittimo impegno».
Versione inattaccabile, suffragata dal dietro front di Donadoni, dalla solidarietà (per Higuain) di Mirante e poi in maniera ancora più decisiva dai referti dell’arbitro e degli ispettori federali: che hanno tacitato i più sospettosi. Nulla di anomalo è stato notato sul campo, eccetto le tensioni dei minuti finali. Così tardive, peraltro, da escludere un tentativo illecito di alterare il risultato. La sfida di domenica è stata regolarissima.
Un colpevole è saltato fuori lo stesso, però: l’indignato e sorpreso Benitez, l’unico che era stato risparmiato dalle accuse della prima ora partite dal Parma. Il ricorso di urgenza annunciato dal Napoli, probabilmente, servirà a tra- sformare la squalifica del tecnico spagnolo in una semplice multa. Ma le altre conseguenze resteranno.
Rafa fa sempre più fatica a nascondere la sua insofferenza nei confronti del calcio italiano, da cui non si sente stimato e rispettato. La squalifica di ieri arriva nei giorni cruciali per il rinnovo del suo contratto. A Kiev, dove l’aspetta la cruciale semifinale di domani con il Dnipro, il tecnico spagnolo vola con una valigia stracolma di cattivi pensieri.