Massimiliano Gallo per ilnapolista.it
Mancini comincia a somigliare in maniera inquietante a Ventura. L’effetto Europei è svanito. Il calcio italiano si è mostrato nuovamente in tutta la sua pochezza. Un sistema che produce poco, molto poco, di interessante, in mano a dirigenti e presidenti che di dirigenziale e manageriale hanno ben poco. Un sistema che attacca la politica ma che non ci pensa nemmeno a denunciare le proprie arretratezze. Quel che sarebbe dovuto accadere agli Europei – una debacle – è invece accaduto con qualche mese di ritardo. I miracoli non si ripetono, alla lunga la realtà emerge sempre. In questo caso in maniera impietosa.
La Nazionale non vince a Belfast contro l’Irlanda del Nord – non va oltre lo 0-0 – e al momento è fuori dal Mondiale. Dovrà passare attraverso gli spareggi e non sarà una passeggiata. Mentre noi pareggiavamo nella terra di George Best, la Svizzera dominava e batteva 4-0 la Bulgaria.
Mancini è calcisticamente morto con le sue idee. Gli vanno riconosciuti gli alibi per le assenze e gli infortuni. Ma l’Italia stasera è stata poca roba. Jorginho mai in partita. Barella lontano parente del giocatore che abbiamo conosciuto. Incomprensibile – anche se non decisiva – l’ostinazione del ct con Insigne schierato addirittura centravanti. Che poi fosse arretrato, di manovra, finto, nullo, poco cambia. Sempre centravanti era. E andare a giocarsi la partita decisiva con Insigne centravanti, è un po’ come guidare un’automobile di Formula Uno bendati. Per di più in uno stadio dove nessuno aveva mai segnato. Va comunque detto che con Insigne o senza Insigne nulla sarebbe cambiato. Non abbiamo mai rischiato di vincerla. Anzi, siamo andati più volte vicino a perderla.
La verità è – per dirla alla Gianni Mura – che la carta si è indignata da un po’. Si è indignata con il rigore sbagliato in Svizzera, quello fallito a Roma sempre contro la Svizzera, il pareggio in casa contro i bulgari sommersi di gol e di gioco dagli svizzeri. Del resto ci eravamo giocati tutto nel mese magico in Inghilterra. Lì tutto era filato liscio, e alla lunga si paga. Il classico errore italiano di ammalarsi di riconoscenza, come se la vittoria fosse davvero un prodigio. E quindi i protagonisti da trattare come eroi leggendari. Di fondo, una mancanza di fiducia nel sistema calcio. Per certi versi persino comprensibile.
Della partita che cosa possiamo dire? Il pareggio è stato giusto anzi, come detto, sta stretto ai padroni di casa. Le occasioni più pericolose le hanno avute i nordirlandesi. L’Italia ha dimostrato di non averne più. Adesso Mancini dovrà capire cosa fare. Continuare ad andare a sbattere con la riconoscenza, oppure provare a inventarsi qualcosa, ovviamente con la consapevolezza he nessun George Best è rimasto fuori? Nel frattempo, l’ex stella della Sampdoria comincia a somigliare a Ventura. E non è una bella notizia.
PLAYOFF
Da gazzetta.it
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La Svizzera dilaga, l’Italia no. Adesso l’unica speranza che ci resta per andare al Mondiale sono i playoff. Certamente da teste di serie, ma lo stesso non c’è da festeggiare.
La strada per il Qatar è dura. Le “non” teste di serie, a un primo sguardo, sembrano alla portata degli azzurri, però pensavamo lo fosse anche la Svezia 4 anni fa. E in ogni caso avremo un secondo turno di spareggi nel quale, per esempio, Svezia, Russia e Portogallo non sembrano clienti simpaticissimi.
LA SITUAZIONE
Piccolo riassunto. In Qatar sono previste 13 europee, poche ma tant’è: le 10 vincenti dei 10 gruppi; le 3 vincenti dei playoff tra le 10 seconde più le 2 migliori della Nations non qualificate via gruppi. La situazione oggi è questa. Partecipano agli spareggi 12 squadre. Teste di serie: Portogallo (17 punti, gare concluse), Scozia (17, sarebbero 23 ma tutte le seconde dei gironi a 6 squadre "perdono" i punti fatti con l'ultima in classifica, gare concluse), Russia (16, gare concluse), Italia (16, gare concluse), Svezia (15, gare concluse) e una tra Polonia (14, gare concluse) e Galles (14, una da giocare).
L'ultima di queste due, Turchia (o Norvegia a 12, entrambe devono giocare una gara), Macedonia (12, gare concluse) e infine Finlandia (11, una gara da giocare) sono le non teste di serie, cui vanno aggiunte due nazioni provenienti dalla Nations, attualmente Austria e Rep. Ceca. Naturalmente l’ultima giornata può cambiare qualche equilibrio. Se il Galles battesse il Belgio potremmo scivolare di una posizione, ma uscire dalle teste di serie no, almeno quello non può succedere.
GROSSO RISCHIO — Mai stati playoff così complessi e difficili. Nel ’98 (vinto con la Russia) e nel 2018 (k.o. con la Svezia) abbiamo affrontato una sfida tradizionale di andata e ritorno. Qui no. Qui le 12 squadre saranno divise in tre gironcini da 4 squadre. Tre “final four”, immagine che rende meglio l’idea. In ognuna saranno inserite 2 teste di serie che non si affronteranno al primo turno.
Sorteggio il 26 novembre. Solo gare “secche”. Le teste di serie giocano in casa la semifinale. Le due vincenti si affrontano in sede da sorteggiare. Esempio teorico: Italia-Finlandia in semifinale (a casa), poi “monetina” per Italia-Svezia (sempre per esempio), magari si finisce a Solna. Prospettive non entusiasmanti.
roberto mancini premiato foto di bacco
SORTEGGIO IL 26 NOVEMBRE— Non solo. Resterà tutto in bilico per quattro mesi d’inferno psicologico, tra il sorteggio del 26 novembre e le sfide previste per il 24-25 marzo (primo turno) e il 28-29 marzo (il secondo e decisivo). Mentre le qualificate Francia, Germania, Danimarca, Inghilterra (manca un soffio), Belgio, Spagna, Croazia e Serbia si allenerebbero con qualche amichevole pericolosa al massimo per il ranking Fifa. E subito dopo, il 1° aprile a Doha, Qatar, il sorteggio della fase finale fissata dal 21 novembre al 18 dicembre.