Francesco Persili per Dagospia
“Il Leicester? Il mio vero capolavoro è stato il Cagliari, che presi in C e portai in A, ma anche la salvezza con il Parma è stata un’impresa forse ancora più difficile che vincere la Premier”. Claudio Ranieri, allenatore della Sampdoria, apre l’album dei ricordi a #CasaSkySport: “Devo sempre ringraziare Gianni Di Marzio. Iniziai ad allenare a Lamezia grazie a lui”.
Dalla Calabria al mondo. E’ stato a Valencia (“C’era Amedeo Carboni, pensavo parlasse spagnolo, metteva solo la esse finale”), Madrid sponda Atletico, Londra. Al Chelsea c’erano Leboeuf e Desailly ma lui puntò forte su Terry e Lampard, che ora sta guidando i Blues “in modo perfetto. Ha una intelligenza straordinaria e gli auguro tutto il bene possibile”.
Per Massimo Marianella la vittoria della Premier rappresenta per 'King Claudio' "il punto esclamativo su una meravigliosa carriera”. Colonna sonora: il ‘Nessun Dorma’ che Bocelli intonò sul prato del King Power Stadium per celebrare il titolo. “Non ho duettato con lui perché sono stonato - spiega Ranieri - Fu una festa non programmata ma è venuta alla grande. Aver vinto la Premier con una squadra che si era salvata all’ultima giornata la stagione precedente è stato qualcosa di straordinario". Anche se dentro di lui c’è sempre "quel bambino che tifava Roma" e andava al Tre Fontane con Agostino Di Bartolomei: “Lo passavo a prendere, io avevo la macchina e lui no. Quello che poi è successo mi ha spezzato il cuore”.
Una ferita sempre aperta, Roma-Samp del 2010 che costò ai giallorossi lo scudetto: “Nel primo tempo vincevamo 1-0 e abbiamo sbagliato diversi gol. Poi ci furono le due invenzioni di Cassano per la testa di Pazzini. Doveva andare così”. Il suo saluto alla Roma è avvenuto nella stessa serata di De Rossi: “Era già un allenatore in campo. Conosce il calcio. Ha tutte le carte in regola per poter diventare un grande tecnico. Fonseca? Ha rivisto le sue idee e sta facendo un grandissimo lavoro”.
Genova per lui è per ora il campo di allenamento di Bogliasco e la sua nuova casa. “Il mare finora l’ho visto poco. Ma alla Sampdoria mi vedo bene. Il primo allenamento dopo lo stop? Mi dispiacerà non poter abbracciare i miei calciatori. Ne ho avuto diversi toccati dal Coronavirus. Spero che non ne risentano”. Il “dilly ding dilly dong”? “Dopo Leicester non lo dico più ai miei ragazzi. Qui alla Samp serve la campana di San Pietro…”
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