Marco Preve per repubblica.it
valentino rossi e carlo pernat
La risposta arriva dopo una serie di derapate verbali che assomigliano a tentativi di dribblare la questione: “Se mia figlia volesse fare la prostituta? Sarebbe una sua scelta e io la rispetterei”.
Carlo Pernat parla dall’Australia dove, nonostante i suoi 75 anni, è sempre in pista da dirigente sportivo per le gare del motomondiale. Ha vinto titoli e scoperto talenti come Valentino Rossi, oggi però non si parla di campioni delle due ruote ma delle accuse di sessismo e maschilismo volgare che gli hanno rivolo gli attivisti di Liguria Rainbow, la grande famiglia Lgbtq.
Colpa di una puntata del programma radio La Zanzara di cinque anni fa in cui Pernat si lasciava andare a battute (per lui è autoironia): “Con i soldi che ho speso in puttane potevo comprarmi un’altra bella casa dove portare qualche bambina”, “le donne sono come i cani”, “un gay può andare con moto più dolci, quelle a tre ruote, ma con le moto veloci no.
Qui bisogna essere cattivi, duri, veloci, bisogna avere un cervello di un certo tipo. Non si può essere effeminati”. Per queste evidenti ragioni di inadeguatezza al ruolo, Liguria Rainbow chiedeva che gli venisse tolto l’incarico di “Ambasciatore di Genova nel mondo” che gli era stato conferito il 12 ottobre, giorno di Colombo, dal sindaco Marco Bucci.
Allora Pernat si vergogna almeno un po’?
“Ma no, guarda (non riesce a dare del lei, ndr), è che tutti sanno che io sono autoironico, e poi quello era un programma ludico dove si va a fare delle battute, è autoironico. Mi sono dimesso dall’incarico di Ambasciatore di Genova, ma in realtà continuerò a farlo anche senza il titolo. Io non mi vergogno, sono pure convinto che il mondo ti spinge a non essere autoironico, se non sei politically correct non puoi dire niente…”.
Lei non era autoironico, provava a essere ironico o meglio faceva battute offensive in due sole direzioni: donne e gay.
“Ma no, guarda, la battuta sulle donne che sono come i cani pensa che è una barzelletta che mi ha raccontato una donna e diceva che gli uomini sono come i cani…”.
Ecco, lei ha pensato bene di rivolgerla contro le donne.
“Ma si stava scherzando, lo sanno tutti che io sono amico delle donne, e poi sono aut...”.
Però oltre alle barzellette lei racconta di essere un grande consumatore di sesso a pagamento, lei paga le donne, le prostitute.
“Senti, la prostituta è il mestiere più vecchio del mondo, io le rispetto, hanno aiutato ad evitare le guerre (non precisa oltre il concetto, ndr), aiutano tanti uomini che non sono in condizione… E’ un mestiere sociale, in Austria e Germania sono riconosciute, vanno rispettate”.
Quindi se sua figlia, sua nipote o un tempo sua mamma, facessero le prostitute lei non avrebbe niente da ridire?
“Allora, come faccio a risponderti… Io ti dico che è un mestiere come un altro. Ma io non sto offendendo nessuno, è un mestiere sociale… Cosa vuoi che sappia… Io sono uno aperto… Non ho ipocrisie”.
Appunto, allora le darebbe fastidio o no?
“Sarebbe una scelta sua e io la rispetterei
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