Prima o poi vuoterà il sacco. Lo ha promesso, forse minacciato, dal ritiro del Belgio. Per ora Romelu Lukaku si è limitato ad annunciare in maniera sibillina che se parlasse apertamente di quanto accaduto in estate con Inter, Juventus e poi Roma rimarrebbero tutto di stucco: "La maggior parte delle persone in sala mi conosce" ha esordito rivolgendosi ai giornalisti presenti in sala.
"Sapete che non mi piace girare intorno a un argomento. Parlerò a tempo debito, aspetterò il momento giusto. Ma se dicessi davvero come è andata l'estate scorsa, tutti rimarrebbero scioccati. Sono state scritte tante cazzate sul mio conto. Ci sono stati momenti in cui ho pensato davvero di poter esplodere, cinque anni fa probabilmente lo avrei fatto. Ora mi sono concentrato su quello che so fare meglio: giocare a calcio"
Un crescendo egotico culminato col paragone che ha chiuso il monologo a uso e consumo della platea: "Sono come LeBron James, gioca da tanti anni e ha dovuto sopportare molte cose. Ma ogni estate lavora duro e smentisce tutti. Rispondo anch’io in campo. Sono state dette tante cose su di me, ma sono concentrato sulla Roma e sul Belgio. Ho lavorato duro tutta l'estate, come vedete sono in buona forma e voglio continuare così. Anche lo staff tecnico della Roma è rimasto colpito dal mio stato di forma al mio arrivo. È il campo che parla. Devo ringraziare anche Radja Nainggolan per aver dato il mio contatto alla Roma”.
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