“LO STREGA? IO SONO UN UOMO ANTICO E QUEST'ANNO NON L'AVREI FATTO” – AURELIO PICCA PARLA DEL SUO NUOVO ROMANZO “ESISTENZIALISTA” SULLA ROMA CRIMINALE E DEL PREMIO LETTERARIO: “NON MI SONO MAI CANDIDATO. ANCHE PERCHÉ SE PARTECIPO A UNA GARA, DEVO VINCERE, NON MI ACCONTENTEREI DI ARRIVARE SECONDO” – "LA VERA ROMA DI UN TEMPO ERA CINICA, FEROCE. OGGI SI E’ RIMBAMBITA, SPORCATA, IMPIASTRATA…”

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Emilia Costantini per il Corriere della Sera - Roma

 

Aurelio Picca Aurelio Picca

«Il più grande criminale di Roma è stato amico mio . È un titolo molto pop», esordisce lo scrittore Aurelio Picca annunciando il suo nuovo romanzo (edito Bompiani) che viene presentato oggi alle 19,30, al Bibliobar (lungotevere Castello) con Emanuele Trevi e Andrea Consoli.

 

«È ambientato ai Castelli romani , dove per altro sono nato io, a Velletri - prosegue l' autore - Il grande criminale del titolo è Laudovino detto Lallo Lo Zoppo, un feroce bandito del passato, stile far west, che fin dagli anni Sessanta, faceva tremare Roma. Ma il protagonista della mia storia si chiama Alfredo Braschi che da ragazzo ha conosciuto Laudovino e ne era diventato amico».

 

picca cover picca cover

Una vicenda, dunque che oscilla tra passato e presente?

«Assolutamente sì. Tra gli anni Settanta-Ottanta e oggi, quando Braschi, ormai uomo adulto, vuole vendicare sua figlia Monique, che è stata violata e che ormai è morta da tempo. Alfredo, con una pistola in mano, è pronto a uccidere e, a molti anni di distanza, riuscirà a vendicarla».

 

Un romanzo giallo?

«No, lo definirei esistenzialista. Ho impiegato dieci anni per scriverlo».

 

Un modo per prendere le distanze dalla letteratura di genere?

Aurelio Picca Aurelio Picca

«Secondo me non esiste una demarcazione: la letteratura vera, genere o non genere, e letteratura. Se l' arte è arte, il genere scompare, non può rappresentare un limite. Perché allora dovremmo considerare romanzi di genere quelli di Edgar Allan Poe, il primo grande giallista della storia. E lo stesso Georges Simenon, oltre ai suoi libri sul commissario Maigret, ha scritto bellissimi romanzi.

 

Per quanto mi riguarda, mi sono formato sui classici e su quella produzione italiana che, non dimentichiamoci, è nata in provincia... tutti i grandi scrittori hanno un profondo radicamento nel loro territorio antropologico».

 

Laudovino De Sanctis - lallo lo zoppo Laudovino De Sanctis - lallo lo zoppo

Quest' anno nella sestina del Premio Strega e arrivato Gianrico Carofiglio con un legal thriller. Si è piazzato secondo dopo Sandro Veronesi, che ha poi vinto il prestigioso riconoscimento.

Laudovino De Sanctis - lallo lo zoppo Laudovino De Sanctis - lallo lo zoppo

«Sa cosa le dico? Io sono un uomo antico e, se fossi stato un organizzatore dello Strega quest' anno non l' avrei fatto, per rispetto alle vittime del coronavirus. Capisco che l' industria culturale ha le sue esigenze, ma data la drammatica pandemia, avrei sospeso la manifestazione. È stato straziante vedere quella lunga fila di bare a Bergamo, ne sono stato profondamente addolorato».

 

Lei ha mai ambito a entrare nella famosa cinquina?

«Mai, non mi sono mai candidato. Anche perché se partecipo a una gara, devo vincere, non mi accontenterei di arrivare secondo».

 

Come ha vissuto il lockdown?

«Ovviamente dedicandomi all' imminente uscita del libro, impegnato a correggere le bozze... uscivo solo a notte tarda, quando non c' era nessuno per strada. Ma non l' ho fatto per il lockdown... io sono un animale notturno».

 

lallo lo zoppo lallo lo zoppo

Qual è il suo rapporto con Roma?

«Viscerale, ma critico. Roma, da quando ha ricevuto la medaglia di Capitale, ha perso energia. È diventata un agglomerato di città, i quartieri. Dove un tempo parlavano il romanesco con inflessioni differenti. Oggi si è appiattita. È implosa. La grande bellezza, di cui si è tanto scritto e parlato, sta solo nel cinema che l' ha descritta.

La vera Roma di un tempo era cinica, feroce, ora si è rimbambita, sporcata, impiastrata».

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