LA LUNGA MARCIA DEL DOPING - SCHWAZER CI RICASCA: E' ANCORA POSITIVO! - AVREBBE PRESO SOSTANZE PROIBITE MA IL TEST EFFETTUATO A INIZIO ANNO AVEVA DATO ESITO NEGATIVO - IL MARCIATORE: "NON SO SE QUESTA VOLTA RIUSCIRO' A RIALZARMI" - IL LEGALE: "ACCUSE FALSE E MOSTRUOSE"

Il controllo antidoping a cui è stato sottoposto il marciatore altoatesino risale al 1° gennaio scorso e riguarda un campione sangue e urina che aveva dato esito negativo - Solo il 12 maggio in un nuovo controllo sulle provette, dopo la qualificazione per Rio, la Iaaf ha riscontrato una quantità abnorme di anabolizzanti... -

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Claudio Arrigoni per “La Gazzetta dello Sport”

 

 

Diventa improbabile la partecipazione di Alex Schwazer all' Olimpiade di Rio. Il marciatore azzurro è stato trovato positivo a un controllo antidoping a gennaio, probabilmente per uso di anabolizzanti. Schwazer sarebbe a conoscenza del risultato delle analisi e avrebbe già dato mandato per contestarle ai suoi legali.

 

 

Proverebbe un nuovo utilizzo di sostanze proibite, dopo quello che lo portò all' esclusione dai Giochi Olimpici di Londra e alla sospensione fino allo scorso 29 aprile. Il controllo è stato effettuato a Vipiteno e si tratterebbe di uno di quelli a sorpresa disposti dalla Iaaf, la federazione internazionale.

 

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Schwazer è stato sottoposto a decine di controlli pubblici, quelli di Iaaf e Wada, e privati nel periodo di sospensione e prima del ritorno all' attività agonistica nei Mondiali dell' 8 maggio a Roma nella 50 km che gli ha aperto le porte di Rio.

 

DINAMICA La dinamica del controllo positivo è clamorosa quanto la notizia. Il test risale al 1° gennaio scorso a Vipiteno durante le vacanze di Capodanno e riguarda un campione sangue e urina che aveva dato esito negativo come anche i molti controlli successivi. Solo il 12 maggio in un nuovo controllo sulle provette del 1° gennaio, dopo la qualificazione per Rio ottenuta l' 8, la Iaaf ha riscontrato in un controllo mirato sugli steroidi una quantità abnorme di anabolizzanti steroidi ma per estrema sicurezza ha aspettato solo ieri alle 19 per comunicare la notizia alla federazione italiana e all' atleta.

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L'INDISCREZIONE L' indiscrezione è clamorosa e, se confermata in questi termini, porterebbe non solo alla esclusione dai Giochi di Rio, ma probabilmente metterebbe la parola fine alla carriera sportiva agonistica di uno degli atleti che hanno segnato, nel bene e nel male, l' atletica azzurra degli ultimi dieci anni.

 

La Wada, Agenzia Mondiale Antidoping, è informata di queste analisi, ma non commenta la notizia. Il controllo è nato dalla Iaaf ed è sotto la sua gestione amministrativa. La notizia appare ancora più sorprendente se si pensa che Schwazer è stato seguito negli ultimi mesi per il ritorno alle gare dal professor Sandro Donati, uno dei paladini in Italia della lotta al doping in Italia, che proprio per questo era stato scelto dall' atleta per tentare un ritorno difficilissimo e pieno di insidie, coronato appunto con la vittoria mondiale romana. Donati ha sempre voluto, sin dall' inizio del rapporto con lui, completa sincerità nella relazione e chiarezza nei comportamenti.

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Ha chiesto una pulizia totale nei comportamenti, sportivi e di vita personale. Una notizia come questa è certamente un grosso colpo anche per lui, che sul recupero di Schwazer si è speso dal punto di vista non solo professionale, ma anche personale.

 

Diverse erano le condizioni poste dal professore e riguardavano in particolare i controlli e il monitoraggio continuo, addirittura più severo di quello previsto dall' agenzia nazionale antidoping. Fra queste anche la reperibilità ogni controllo. Proprio la mancata reperibilità a uno di questi, nella quale l' atleta aveva coinvolto la fidanzata, fu alla base della squalifica inflitta a Carolina Kostner, allora appunta compagna del marciatore. La presenza di Donati a fianco di Schwazer era considerata la prova che lui si era convinto a cambiare la propria vita sportiva, macchiata dalla presenza del doping e dalla squalifica.

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Passato Finora si era sempre sostenuto che la caduta di Schwazer fosse legata solo a episodi circoscritti al 2012, anche se era stato anche ipotizzato che vi fossero valori anomali anche qualche tempo prima, nel 2010 e che avrebbe coinvolto anche la vittoria a Pechino. Una tesi sempre contestata dai legali dell' atleta: «Non accetto che si dubiti sulla regolarità dell' oro di Pechino del mio cliente.

 

C' è un clima di caccia alle streghe,la verità è una sola: la sua è stata una debolezza circoscritta al 2012. I valori sballati che emergono dal 2010, solo un paio, rientrano nella media e si tratta di valori di allenamento», spiegò l' avvocato Gerhard Brandstätter, difensore di Schwazer con il suo collega Domenico Aiello.

 

I TEST I test su Alex Schwazer nel periodo della squalifica sono stati effettuati nel tempo dalla Iaaf e dalla Wada. Quello che ha portato alla positività è uno di quelli della Iaaf, ma questo non è fondamentale.

 

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Anche gli altri sono stati effettuati nella massima accuratezza e con tutte le giuste misure. Se verrà confermata la positività si chiuderebbe praticamente qui la storia di un atleta che aveva sognato di tornare a gareggiare all' Olimpiade a Rio. La sua voglia di riscatto e di rinascita dopo il ritorno alle gare , meritava un finale migliore.

 

2. GIALLO SCHWAZER

Da "repubblica.it"

 

SCHWAZER - Schwazer si presenterà alle 18 in conferenza stampa a Trento per contestare le accuse. Intanto dice: ''Non so se questa volta riuscirò a rialzarmi e non parlo solo dello sport di cui in questo momento non mi frega nulla''. Dal primo aprile 2015 Schwazer si è affidato al paladino della lotta al doping, Sandro Donati. L'8 maggio scorso, pochi giorni dopo il termine della squalifica, aveva vinto la 50 km ai Mondiale a squadra di Roma strappando così il pass per le Olimpiadi di Rio de Janeiro. Se tutto verrà confermato, Schwazer rischierebbe anche la radiazione a vita dallo sport.

LA REPLICA: ''ACCUSE FALSE E MOSTRUOSE'' - "Si tratta di accuse false e mostruose" dice Gerhard Brandstätter, legale di Schwazer. "Ora è successo quello che Alex ha sempre temuto, ma noi ci difenderemo e faremo causa", ha aggiunto Brandstätter. "Tutta questa vicenda ci sembra illogica, dobbiamo capire che cosa sia successo, non capisco perché il test effettuato

 

 

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