Francesco Salvatore per “la Repubblica – Roma”
«Tutti sapevano che gli assegni circolari che ci siamo suddivisi erano ricavi in nero della Mastro srl». Non ci sta a passare per capro espiatorio l’avvocato Stefano Gagliardi. Scaricato dai suoi ex soci in affari, il costruttore Marco Mezzaroma e l’allenatore dell’Inter Roberto Mancini, spara a zero su chi ha provato a defilarsi, lasciando sulla sua testa tutto il peso della bancarotta della immobiliare Img srl: un crac da un milione e 900mila euro realizzato attraverso una serie distrazioni patrimoniali di cui avrebbero beneficiato, secondo l’accusa, proprio i tre indagati: Stefano Gagliardi, Marco Mezzaroma e Roberto Mancini.
L’inchiesta sul dissesto finanziario della società immobiliare Img, fallita nel gennaio del 2013, è arrivata a conclusione: il pm Stefano Fava ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e tre. L’udienza preliminare, davanti al gup, dalla prima fissazione è slittata di alcuni mesi. Proprio la scorsa settimana, prima dell’ulteriore rinvio, Mancini ha riferito in aula: «Ho fornito tutti gli elementi che provano la mia estraneità».
È stata proprio questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso: Gagliardi, ritenuto dalla procura dominus dell’operazione, ha portato al pm la sua difesa scritta. Una memoria che tira in ballo gli ex soci: «La Mastro srl (di cui erano soci con pari quote i tre indagati Gagliardi, Mancini e Mezzaroma ndr.) si è servita della Img costruzioni srl esclusivamente per abbassare le imposte che, nel 2008 2009, grazie alla commercializzazione degli appartamenti costruiti, avrebbe dovuto versare all’erario». E ancora: «Tutti e tre, inoltre, lo scorso dicembre abbiamo pattuito di suddividere in parti uguali i debiti della Mastro, insorti con l’Agenzia delle entrate».
Roberto Mancini e Massimo Moratti