MEZZO SECOLO DI “BATTAGLIA DEI SESSI”: 50 ANNI FA IL MATCH PIÙ VISTO DELLA STORIA DEL TENNIS (CHE FORSE ERA PURE TRUCCATO) – L’ALLORA 30ENNE BILLIE JEAN KING, LESBICA DICHIARATA, BATTÈ QUEL VOLPONE DI BOBBY RIGGS. LA PARTITA FU SEGUITA IN TV DA 30 MILIONI DI AMERICANI - UN EVENTO CHE FU IL PRIMO MATTONE DI UNA LUNGA LOTTA PER LA PARITÀ: SE COCO GAUFF OGGI PUÒ CONTARE SUGLI STESSI MONTEPREMI DI DJOKOVIC LO DEVE ANCHE A QUEL RISULTATO. PECCATO CHE RESTA IL SOSPETTO DI UN MATCH TRUCCATO (C’ENTRANO LA MAFIA E I DEBITI DI GIOCO DI RIGGS): VIDEO

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Stefano Semeraro per la Stampa - Estratti

 

 

billie jean king bobby riggs la battaglia dei sessi billie jean king bobby riggs la battaglia dei sessi

Domani sono 50 anni esatti dalla Battaglia dei sessi, l’esibizione - ma qualcuno la chiamerebbe stangata - che all’Astrodrome di Houston, davanti a quasi 30 mila spettatori e 30 milioni di americani collegati via tv, mise di fronte Billie Jean King e il più grande volpone che abbia mai calcato un campo da tennis, Bobby Riggs. All’evento è stato anche dedicato un film gradevole, ma un filo agiografico, interpretato da Steve Carell ed Emma Stone.

 

 

Billie Jean, che oggi negli Usa è un monumento intoccabile, una diva che parla con i presidenti e a cui è intitolato il National Tennis Center di Flushing Meadows, dove si giocano gli us Open, batté 6-4 6-3 6-3 il 55enne Riggs nel l match più visto della storia del tennis Un evento, come si dice oggi, e il primo mattone di una lunga lotta per la parità. Se Coco Gauff oggi può contare sugli stessi montepremi di Novak Djokovic lo deve anche a quel risultato.

 

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Peccato che resta il sospetto che il match truccato, come in molti hanno sempre sospettato e come Hal Shaw, ex istruttore al Palma Ceia Golf and Country Club di Tampa Bay, in Florida, ha spiattellato alla Espn qualche anno fa. «Ero là la sera che Frank Ragano, Santo Trafficante jr e Carlos Marcello (avvocati di Cosa Nostra, ndr) incontrarono Riggs. Lui promise che avrebbe perso volontariamente il match se la Mafia gli avesse condonato100 mila dollari di debiti di gioco».

 

Perché non dirlo subito?. «Perché avevo paura», ha ammesso Shaw.

 

(…)

 

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Billie Jean all’epoca aveva 30 anni, due mesi prima aveva fondato il sindacato delle giocatrici che ancora oggi regge il circuito mondiale. Era già una delle più grandi personalità nella storia del tennis, vincitrice di 12 tornei dello Slam, lesbica e paladina delle lotte contro ogni tipo di discriminazione, soprattutto del maschilismo nello sport. Bobby invece era un ex campione di 55 anni, famoso per la sua passione per le scommesse. Di ogni tipo.

 

«Ricordo di quando ero davvero piccolo – scrisse nella sua autobiografia genialmente intitolata “Tennis is my Racket” - e non facevo che pregare i miei fratelli di portarmi con loro alla partita di baseball a Los Angeles. Loro se ne vennero fuori con l’idea di farmi correre contro il ragazzino che viveva accanto a noi.

 

Se avessi vinto, sarei andato con loro. Se avessi perso, mi avrebbero spedito a casa. Io, potete scommetterci, corsi più forte che potevo». La prima vera racchetta se la guadagnò strappandola, per scommessa, al cane di un pensionato, e quando negli anni ‘30 iniziò a vincere davvero, all’ombra del suo grande rivale Donald Budge, la federazione americana fece di tutto per squalificarlo.

 

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Allora i dilettanti potevano incassare solo rimborsi spese, attorno a Riggs invece circolava un tipo losco, Jack Del Valle, che arrivava al Los Angeles Tennis Club su una Cadillac cromata e si piazzava in tribuna, sussurrando quote. Bobby vinceva, e incassava.

 

 

Una volta appesa la racchetta al chiodo si trasformò in (cinico) organizzatore. Alle tenniste che ingaggiava tagliava di nascosto le mutandine con un rasoio: «Quando sei davanti ai fotografi – disse una volta alla procace Gussie Moran - chinati un po’, tesoro». Il tipico “male chauvinist pig”, il “maiale maschilista” odiato da tutte le femministe. Giocava anche ad handicap, contro tennisti della domenica di trent’anni più giovani di lui. Il suo repertorio era vasto ed esilarante: poteva vincere un match vestito da donna e con quattro sedie sulla sua metà campo, con una valigia nella sinistra, indossando impermeabile e galosce, o anche trascinandosi un cane al guinzaglio. «Il difficile – spiegava - è quando il cane non è addomesticato».

BILLIE JEAN KING BILLIE JEAN KING

 

Nel 1973 montò benissimo il suo colpo migliore, la “Battaglia dei Sessi”. Prima convinse l’australiana Margaret Court a sfidarlo, liquidandola facilmente, poi nel match clou di Houston, con i bookmaker che lo davano favorito 5 a 2, si fece umiliare dalla King, di cui poi diventò a sorpresa amicissimo. «La storia della combine è falsa», sostiene da sempre Billie Jean, «Bobby non avrebbe mai perso di proposito quel match». Sarà. Ma non ci scommetteremmo troppo.

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