Emilio Randacio per la Repubblica
«Lecita provenienza di fondi». In burocratese, il fascicolo che lo storico difensore di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, ha esibito due giorni fa alla procura di Milano, si chiama così.
Una pratica di trasparenza e antiriciclaggio, necessaria a tracciare grosse somme di denaro, mettersi al riparo da possibili guai futuri, sgombrare il campo da malintesi. I documenti proverebbero la lecita provenienza dei 200 milioni di euro di caparra fino a oggi versati nell' estenuante operazione di closing per la scalata al Milan, e gli strumenti bancari utilizzati.
Questo incartamento è stato mostrato preventivamente ai magistrati per dichiarare la trasparenza dei fondi con i quali una cordata cinese guidata da Li Yonghong sta cercando ormai da mesi di mettere le mani con la sua Sino-Europe Sports sulla società rossonera.
HAN LI - BERLUSCONI - Yonghong Li
Fino a ieri in procura, sulla scalata rossonera in tinte cinesi, non era stato aperto alcun fascicolo. L' unico riferimento processuale era contenuto nell' indagine che ha travolto la Tax&Finance (T&F), fiduciaria Svizzera a cui si era rivolto il precedente aspirante azionista del Milan, il thailandese Bee Taechaubol (Mister Bee).
Uno dei fondatori della società Svizzera, Andrea Baroni, quasi un anno e mezzo fa è finito in carcere con l' accusa di riciclaggio. Nel mirino, operazioni finanziarie da svariati milioni per frodare il fisco italiano. In quelle carte, ecco spuntare il collegamento proprio con Mister Bee, di cui T&F aveva curato i rapporti per arrivare all' Ac Milan, in veste di advisor.
Sulla trasparenza dell' operazione, comunque, ci saranno altri filtri - tra cui quelli di Banca d' Italia - che dovranno certificare la bontà dell' intera operazione. In attesa dell' ennesimo annuncio per l' imminente closing, i circa 740 milioni per la vendita sono una cifra astronomica. E secondo i documenti raccolti da Fininvest, la provenienza è tracciata e sicura.
Ieri, intanto, sulla trattativa con Li Yonghong, è intervenuto con ottimismo il vice presidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi. «Credo che ormai manchino solo le firme finali per il nuovo accordo. Un danno per il Milan se saltasse il closing come successo fra Mediaset e Vivendi? No, per il Milan non sarebbe un danno perché rimarrebbe nelle mani di mio padre. Più che altro il fatto di aver deciso di vendere ed essere arrivato a un soffio, se saltasse tutto sarebbe una sofferenza morale per lui, visto il valore affettivo che dà al Milan ».
SILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONI
Il figlio del fondatore di Mediaset esclude decisamente che altri pretendenti possano essere alla porta per accaparrarsi la società rossonera. «No, senza cinesi il Milan resterebbe a mio padre. Comunque ci sono, se possiamo chiamarle così, delle penali e delle clausole tali da far pensare che il closing si farà. Sono più che fiducioso. Penso che tutto stia andando avanti e in tempi brevi ci sarà il closing. Non sarebbe una situazione piacevole se saltasse ».
Pier Silvio, infine, cambiare strada «non sarebbe piacevole, è stata presa una decisione importante anche dal punto di vista sentimentale. Ma nel caso andrebbe avanti con entusiasmo mio padre», ha concluso il figlio del presidente.
BERLUSCONI A MILANELLO BERLUSCONI MILAN MILAN BERLUSCONI