Estratto dell'articolo di Paolo Condò per “la Repubblica”
Nel 1949 Adolfo Pedernera, il grande attaccante 31enne del River Plate […] venne ingaggiato dai Millonarios di Bogotà. Fu l’atto costitutivo di un periodo passato alla storia come El Dorado, perché il campionato colombiano […] attirò con stipendi fuori scala i migliori giocatori del continente […] La baldoria durò cinque anni, e servì al regime per silenziare la violenta repressione nelle strade: lo sportswashing non è certo nato ieri.
Settantaquattro anni dopo l’Arabia Saudita, […] sta richiamando con compensi fiabeschi alcuni degli assi della scorsa generazione: il 38enne Cristiano Ronaldo, il 35enne Karim Benzema, il 32enne Ngolo Kanté, […]
Non c’è dubbio che la strategia odierna dei sauditi abbia una prospettiva meno avventurista di quella dei colombiani nel secolo scorso: gli ingenti investimenti in ballo hanno il Mondiale del 2030 come stella polare. Però non basta reclutare il 26enne Ruben Neves dal Wolverhampton […]per dichiarare aperta la caccia ai campioni contemporanei. […]
La realtà è che i sauditi stanno facendo concorrenza soprattutto a noi, perché fino all’anno scorso il mazzetto di ottimi giocatori scartati dalla Premier, da Ziyech a Koulibaly, avrebbe avuto nella Serie A il suo approdo naturale: tra prestiti e pagherò […] I club sauditi invece pagano i cartellini e strapagano i giocatori […]
Ma allora fino a dove si spingerà la Saudi Pro League? Diventerà una seria concorrente della Champions? […] Realisticamente, questa iniezione di miliardi può farla competere a media scadenza per il primato fra le leghe asiatiche — oggi spetta al Giappone, 22° assoluto — ma proprio perché c’è una base di giocatori locali di discreta qualità. L’idea che possa disturbare la Champions europea è fuori da ogni logica, e probabilmente anche dai suoi reali obiettivi. Per competere con i pesi massimi, in fondo, è stato acquisito il Newcastle, come dimostra l’affaire Tonali.
Dai tempi dell’El Dorado colombiano l’idea di sovvertire le gerarchie calcistiche è un sogno ricorrente che inizia sempre allo stesso modo: la razzia di vecchi campioni attraverso ingaggi fuori mercato.
Negli anni 70 i New York Cosmos […] diedero una forte accelerata alla Nasl, la lega americana di allora, chiamando un crepuscolare Pelé nel 1975 (35 anni quando si trasferì), e mettendogli accanto il suo vecchio compagno Carlos Alberto (33), Franz Beckenbauer (32) e Giorgio Chinaglia (29, i suoi legami familiari con gli Stati Uniti anticiparono l’addio alla Lazio). […]
George Best finì a Los Angeles a soli 30 anni, Johan Cruyff a 32, Eusebio firmò per Boston a 33 come Rensenbrink per Portland, e Neeskens si unì ai Cosmos ad appena 28; più stagionati Deyna (34, a San Diego) e Bobby Moore (36, a San Antonio). Grandissimi nomi, ma il tentativo della Nasl venne dichiarato fallito nel 1984: oggi è rinata come terza divisione della piramide che ha in testa la Major League Soccer, e dove il sogno è appena ripartito con l’arrivo di Messi. Vedremo dove approderà stavolta: l’ingaggio di David Beckham da parte dei Los Angeles Galaxy nel 2010 fu il grande spot della Mls, ma per due volte in quegli anni la superstar inglese chiese asilo al Milan nei mesi invernali, perché la competizione europea gli mancava troppo.
Nel decennio successivo le franchigie americane hanno ingaggiato decine di campioni un po’ agé, da Henry a Rooney, da Lampard a Pirlo, da Kakà a Ibrahimovic, ma nell’albo d’oro i nomi più conosciuti sono quelli di Giovinco (Toronto 2017) e di Chiellini (Los Angeles FC 2022). Nel 2011 il re del potassio Sulejman Kerimov, ancora oggi tra gli oligarchi fedeli a Putin, riempì di rubli l’Anzhi di Machackala, la squadra del tormentato Daghestan: presero Roberto Carlos a 38 anni, Samuel Eto’o a 30, e poi i più giovani Willian, Zirkhov, Kokorin e Lacina Traoré, e in panchina quella volpe di Guus Hiddink.
Durò pochissimo […] come l’esperimento Bunyodkor in Uzbekistan, che pure annoverò nelle pr oprie file due campioni del mondo come il tecnico Scolari e il vecchio Rivaldo. Infine, la Chinese Premier League fra il 2015 e il 2017 ha vissuto anni ambiziosi, prima che Xi Jinping si rendesse conto che Conca, Hulk, Pellè, Eder, Fellaini e Bakambu non potevano essere fra i venti giocatori meglio pagati del pianeta, perché i cinesi non ci facevano una gran figura. Oscar, il brasiliano emigrato a 25 anni dal Chelsea allo Shangai Sipg, può essere considerato l’unico talento in qualche modo sottratto al calcio europeo. Ma a 23,8 milioni all’anno, si poteva strappare di meglio.
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