E QUANDO AVRA' FINITO CON LO PSICOLOGO RONNIE È ATTESO DAL DIETOLOGO – NEL DOCUMENTARIO DI DAZN “IL FENOMENO”, RONALDO RACCONTA IL DRAMMA VISSUTO TRA IL 1998 E IL 2002, CON IL DOPPIO INFORTUNIO AL GINOCCHIO DESTRO: “CI SONO STATI MOMENTI IN CUI NON SAPEVO DOV’ERO E DOVE ANDAVO. AI MIEI TEMPI NESSUNO SI PREOCCUPAVA DELLA SALUTE MENTALE DEI GIOCATORI. OGGI FACCIO TERAPIA, HO INIZIATO DUE ANNI E MEZZO FA E MI HA AIUTATO A CAPIRE ANCHE COSA HO SENTITO PRIMA” – VIDEO

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Filippo Maria Ricci per www.gazzetta.it

 

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Ieri sera a Madrid è stato presentato il film di Dazn dedicato a Ronaldo e intitolato “Il Fenomeno”. Una notte emozionante come il documentario, nel quale Ronaldo si apre raccontando il dramma vissuto tra il 1998 e il 2002, con il doppio infortunio al ginocchio destro.

 

 “Sì che ho pianto – ha detto ieri sera Ronaldo sul palco del Cine Callao –. Tanto la prima volta che l’ho visto a Londra, ma un paio di volte anche stasera. Sono 90 minuti, ma per me è come se fosse un secolo, un’eternità. Con tutto l’ottimismo del mondo e con tutto l’amore che ho per il calcio ci sono stati momenti in cui non sapevo dov’ero e dove andavo.

 

Non capivo perché mi succedevano tante cose negative. Perché succedevano a me, che sono una brava persona, che sono onesto, simpatico, almeno ogni tanto, che sorrido sempre. Una persona alla quale tutti vogliono bene. Non lo capivo. Però poi alla fine alle persone oneste che si comportano bene e lavorano duro Dio riserva momenti spettacolari. Uffff, mi emoziono”.

 

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Applausi della sala. Poi Ronaldo riparte: “C’è tanto dramma nel film. Torni indietro e vedi le decisioni difficili che devi prendere, quando sei un ragazzo di 22-23 anni. E senza alcun aiuto psicologico. È stato incredibile. Essere protagonista di questa storia mi è costato tanto. A quell’epoca non si parlava di salute mentale dei giocatori, oggi si. A quell’epoca eravamo come guerrieri, ci buttavano nell’arena per vedere chi ne usciva vivo, era più o meno così.

 

La pressione che sentivo mi spingeva ogni volta di più verso il basso e un ragazzo così giovane non sa come comportarsi, come affrontare tutto questo, con tante cose molto grandi che gli succedono. Ho fatto una gran fatica, e ho imparato tanto prendendo ceffoni da ogni parte. Oggi a guardare indietro si vede tanto tanto dramma. Però anche un finale molto molto lieto. Devo la mia vita al calcio, continuo nel calcio e resterò nel calcio tutta la mia vita”.

 

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Del tema psicologico Ronaldo ha parlato anche con Marca: “Oggi faccio terapia, ho iniziato due anni e mezzo fa e mi ha aiutato a capire molto meglio anche cosa ho sentito prima. Guardo indietro e si, vedo che siamo stati esposti a uno stress mentale molto, molto grande e senza alcuna preparazione specifica. In quel periodo nessuno si preoccupava della salute mentale dei giocatori.

 

Oggi è diverso, c’è grande attenzione al tema, i giocatori vengono studiati e analizzati. Ai miei tempi queste cose non si facevano, e il calcio può portare a grande stress che può essere determinante per il resto della vita. Il tema era ignorato totalmente nella nostra generazione. Tanti giocatori sono passati per momenti terribili, depressione compresa, per la mancanza di privacy o di libertà. I problemi erano molto evidenti, però le soluzioni poco disponibili”.

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