La Stampa di John Elkann boccia l’intervento di Luciano Moggi all’assemblea degli azionisti della Juventus. Ricordiamo che dopo Calciopoli dagli ambienti di Moggi è sempre filtrato un sospetto per la famiglia Elkann, non manca chi consideri Calciopoli figlia del fuoco amico per fari sì che la Juventus si sbarazzasse di lui e Giraudo.
La Stampa ricorda che
il club bianconero sta vivendo uno dei momenti più difficili di una storia gloriosa e di successi, basti pensare all’eccezionalità e alla gravità di un gesto come le dimissioni di un intero CdA il cui vertice era occupato da un Agnelli, Andrea.
Giustizia sportiva e ordinaria chiedono conto al club di operazioni non chiare. E ci fermiamo qui, non è tema da bar sport.
Ma proprio per questo ci pare che di tutto la Juventus avesse bisogno tranne che di una rispolverata stonata e sguaiata di Calciopoli da parte di un signore che dalla vicenda ne è uscito triturato. Andrea Agnelli, pur non smettendo mai la personale battaglia per gli scudetti cancellati, ha parallelamente riportato la Juve in alto e l’ha fatto con molte e buonissime idee ma, non solo per colpa sua, negli ultimi anni anche a spregio dei bilanci. A chi gli succede spetta un’operazione per certi versi più complicata: la partita giudiziaria si presenta difficile e non priva di insidie e immaginiamo che riaprire i sepolcri non sia proprio la prima mission del nuovo Cda.
Lo show di Moggi è stato tanto inedito quanto imprevisto, ma resta la sensazione che la nuova Juventus ne avrebbe fatto volentieri a meno, impegnata come è a preparare una strategia non per forza difensiva su plusvalenze e falsi in bilancio.
Agitare le acque e ridare vita ai fantasmi non pare essere in agenda.
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