P.Tom. per il Corriere della Sera
Italia-Argentina, 3 luglio 1990, è l' evento con lo share più alto nella storia dell' auditel (87%). Erano i buoni contro i «cattivi». Vinsero i cattivi, ai rigori. E avevano la faccia di Sergio Goycoechea, l' uomo che parò i tiri di Donadoni e Serena nella semifinale del Mondiale, spegnendo la luce sulle notti magiche.
Lei ha sempre avuto la faccia da attore, cosa ha fatto dopo il calcio?
«Mi sono diplomato in giornalismo sportivo, sono commentatore e conduttore.
E poi è vero, ho fatto anche l' attore, ma solo per comparsate pubblicitarie o in qualche novela».
Anche nei rigori era un attore?
«Più bravo di quanto non sia oggi. Quello era il mio vero palcoscenico».
Ne parò due anche alla Jugoslavia nei quarti. Il segreto qual era?
«La prima cosa è lo stacco: ci vuole potenza nella gamba e ottima tecnica. Poi bisogna gestire la pressione, cercando di scaricarla sul tiratore. E infine saper leggere i movimenti: Serena era mancino, alto più di 190 centimetri, con la pressione di un Paese addosso. Sapevo che avrebbe tirato "un camionazo" e la sua rincorsa mi ha fatto capire che avrebbe calciato alla mia sinistra».
Fu quello il momento più alto della sua carriera?
«Sì, ero riserva, poi Pumpido si ruppe la gamba contro la Russia. Era una semifinale, in casa del Paese organizzatore. C' era un clima incredibile, con la contestazione a Maradona. Non male come teatro, no?».
Giocare con Maradona che cosa voleva dire?
«Avere la fortuna di essere in squadra con il migliore della storia. Vi assicuro che non è poco».
In Italia lei è ricordato come un incubo.
«È vero. Ho fatto piangere l' Italia, ma adesso mi sa che siete messi peggio, senza Mondiale. Noi argentini siamo andati molto vicini all' eliminazione. Ma adesso siamo tra le favorite: è brutto dirlo, ma senza gli azzurri c' è un pretendente in meno».
Che effetto fa l' Italia a casa?
«È triste, perché noi argentini abbiamo tutti un italiano o uno spagnolo in famiglia, siamo legati dalla storia. Senza nulla togliere alla Svezia, mi ha dato molta pena la vostra eliminazione, soprattutto per Buffon: finire col Mondiale era lo scenario perfetto per una carriera come la sua».
Se Messi vince il Mondiale si potrà dire che è migliore di Maradona?
«Io che ho giocato con Diego come faccio a essere oggettivo? Per me sarà sempre il migliore. Chiediamoci piuttosto quanti anni passeranno dopo Messi per avere un altro campione argentino così».
Dybala di che livello è?
«Ha ancora margini di crescita, ma non è del livello di Messi. Comunque, avercene giocatori come Paulo: può essere il futuro».
Il meglio di Higuain si è già visto?
«No, lo vedremo al Mondiale. Perché Gonzalo ha superato tante critiche, violente, ed è ancora qui: più forte di prima».
Come è possibile che Icardi non sia nella Seleccion?
«Ci sono Higuain, Aguero, adesso è esploso Lautaro Martinez. È difficile che Icardi rientri, anche perché dipende dal sistema di gioco: se Sampaoli schiera una punta, cosa se ne fa di 6 attaccanti? Meglio potenziare altri ruoli».
Una sudamericana non vince il Mondiale dal 2002: sarà l' anno buono per Argentina o Brasile?
«Credo che ci siano molte possibilità: sono le grandi favorite assieme alla Germania».
Anche se la qualificazione di Messi e soci è stata stentata?
«Si, perché il girone sudamericano è un torneo a parte. Al Mondiale contano i giocatori di qualità e la loro capacità di incidere in gare così ravvicinate. Le individualità faranno la differenza. E l' Argentina in questo non è seconda a nessuno».