RITROVARE LA "JOYA" SOTTO ER CUPOLONE - L'ENTUSIASMO DI DYBALA PER IL SUO IMPATTO IN GIALLOROSSO: “A ROMA SONO TORNATO PROTAGONISTA. GLI ULTIMI ANNI ALLA JUVE NON SONO STATI FACILI, CAMBIARE ARIA MI HA FATTO BENE. A ROMA I TIFOSI HANNO UNA PAZZIA BELLA..." - DOPO LA TRIBUNA CON L'ATALANTA PER UN FASTIDIO AL FLESSORE, L'ARGENTINO È A MIAMI CON LA SUA NAZIONALE - E DI MOURINHO RIVELA: "IN ROMA-JUVE DELL’ANNO SCORSO SI È AVVICINATO PER SALUTARMI E MI DISSE…"

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Chiara Zucchelli per gazzetta.it

 

 

dybala dybala

Saltare una partita sola per non saltare un mese. E poi la Roma, Mourinho, la Juventus e la nazionale argentina: dal ritiro, a Miami, della sua selezione, Paulo Dybala torna a parlare dopo che, contro l’Atalanta, è andato in tribuna per un fastidio al flessore. “Avevo un affaticamento, sentivo che non ero al 100% e i medici lo sapevano. Era necessario saltare una partita prima che potessi saltare un mese.

 

Lo hanno capito, per fortuna poi i risultati degli esami sono andati bene”. Per questo ha raggiunto il ritiro dell’Argentina: “Quando si avvicina il Mondiale si vuole sempre andare in nazionale, non volevo mancare. Tutti lavoriamo per andare in Qatar, poi sarà il c.t. che farà la lista. Personalmente lavorerò nello stesso modo: dando tutto col mio club anche per far sì che il c.t. mi veda e conti su di me”.

 

DA TORINO A ROMA

PAULO DYBALA PAULO DYBALA

È un Dybala sereno e sorridente, quello che parla a Espn e ai media argentini, e il motivo lo dice lui stesso: “A Roma sono tornato protagonista. Gli ultimi anni alla Juve non sono stati facili, cambiare aria mi ha fatto bene. Mourinho mi ha chiamato e in pochi minuti ho deciso. Lui, come anche Pinto, mi ha parlato del progetto e della voglia di continuare a vincere come hanno fatto lo scorso anno. Essere protagonista in una squadra così mi aiuta tanto.

 

L’accoglienza dei tifosi? È stato insolita. Quando entri allo stadio sei con i compagni, lì ero da solo. Non mi era mai capitato. Il tifoso della Roma è simile a quello argentino per quanto riguarda la passione. Diverso dall’ambiente della Juve, più simile a quello argentino. Hanno una pazzia bella: sento questo affetto, per loro viene prima la Roma che la famiglia. Vivono il calcio come noi”. I romanisti lo amano e lui si sente amato: un mix che lo convince, ogni giorno di più, di aver fatto la scelta giusta.

 

IL RAPPORTO CON MOU

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  Merito, anche, del rapporto con Mourinho. Racconta Dybala: “A Roma con la Juve stavamo vincendo 4-3 e l’allenatore mi ha tolto. Mourinho si è avvicinato alla panchina per salutarmi e mi dice: “Sei un fenomeno”. Questo episodio mi è rimasto in testa, ma non potevo sapere poi cosa sarebbe successo con il rinnovo alla Juve. Quando poi mi ha chiamato la prima volta, lui mi ha chiesto se mi ricordavo di quel momento. E io: “Certo, come potrei scordarmene. È stato un onore”.

 

Poi mi ha detto: “Bene, ora devi farlo per me”. Mi ha chiamato anche nei giorni successivi ed è stato facile decidere. Lavorare con lui è facile. Ci parlo di tutto, conosce tutti i giocatori, da quelli di élite alla terza categoria. Ha un gruppo di persone che lavora benissimo. Di Mourinho mi ha sorpreso l’umiltà che ha, tratta tutti allo stesso modo. Certe volte può dare un’immagine diversa per quello che si vede in campo. Poi l’ho visto anche arrabbiato... Sono molto felice alla Roma, quando uno si trova bene è più facile”.

 

IL MODULO

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  Altre pillole del Dybala pensiero sul modulo e su come l’Argentina arriva al Mondiale: “Mourinho ha un sistema di gioco che ha già adottato lo scorso anno, i giocatori lo padroneggiano e richiede più tempo rispetto a quello che si può fare in nazionale. Ma noi qui speriamo di arrivare al meglio al Mondiale. È la competizione più bella che c’è nel calcio ed è normale che più ci avviciniamo più ci sia un po’ di ansia”.

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