Matteo Spaziante per “Libero Quotidiano”
L' Uomo Ragno, più che da palazzo a palazzo come nei fumetti, ora vola da nazione a nazione, di panchina in panchina. Walter Zenga sbarca a Cagliari e pianta un' altra bandierina, la numero 19, della sua carriera da allenatore che lo ha visto protagonista in otto nazioni diverse in giro per tutto il globo, spesso però guardando il mare. Strano, per uno nato e cresciuto a Milano.
Ora, dagli scogli del Poetto, ha un nuovo obiettivo: raddrizzare la stagione di Nainggolan e compagni, magari tornando a rintuzzare quei sogni di Europa che non sono ancora del tutto scomparsi. Lui era in campo l' ultima volta in cui i rossoblu furono protagonisti in campo continentale, il 12 aprile 1994 nella semifinale di ritorno di Coppa Uefa, seppur difendendo la porta dell' Inter che vinse la partita a San Siro e poi il trofeo. Ma l' obiettivo, adesso, è intanto tornare a correre, perché nelle ultime 10 partite i sardi hanno raccolto soltanto tre punti.
IL PRIMO RIFIUTO
La scelta non poteva che ricadere su un ex portiere, in fondo, per provare a bloccare la crisi dei rossoblu. Il patron Tommaso Giulini, tifoso interista, aveva già provato a portarlo in Sardegna nel 2014 per sostituire Zeman: Zenga declinò, «la mia vita è negli Emirati Arabi». Non è mai stato un uomo da soluzioni semplici, in campo e anche in panchina. Basta scorrere le tappe della sua carriera, iniziata con l' esperienza da allenatore-giocatore ai New England Revolution tra il 1998 e il 1999. Poi il breve passaggio al Brera, in Serie D, prima di tornare all' estero.
Il giro del mondo riparte dalla Romania con National e poi Steaua Bucarest, passa per la Serbia con la Stella Rossa, la Turchia con il Gaziantepspor e nel 2007 arriva negli Emirati per la sua prima tappa araba con l' Al-Ain, anche se ad agosto sente nostalgia della Romania e torna a Bucarest, sponda Dinamo.
Nel 2008 il Catania di Pulvirenti vuole puntare su di lui per il miracolo salvezza: obiettivo centrato all' ultima giornata, fermando la Roma nella corsa scudetto con l' Inter. L' anno dopo fa meglio, centrando il record di punti in campionato con gli etnei. Prova a spostarsi a Palermo, ma il rapporto con Zamparini naufraga dopo cinque mesi e la scelta è di tornare in Medio Oriente: nel 2010 in Arabia Saudita con l' Al-Nassr, poi negli Emirati con l' Al-Nasr e l' Al-Jazira.
Con la Sampdoria, nel 2015, viene esonerato dopo 12 partite, mentre dura 11 gare sulla panchina dell' Al Shabab (Emirati) e 14 su quella del Wolverhampton (Championship inglese). Infine, nel 2017/18 sfiora la salvezza in Serie A con il Crotone all' ultima giornata (mentre alla penultima aveva fermato la Lazio, in corsa con l' Inter per la Champions League) e nel 2018/19 non riesce a risollevare le sorti del Venezia di Tacopina in Serie B.
tutte città di mare L' ultima tappa fino a oggi, con il filo conduttore delle città di mare in Italia: esclusa la prima esperienza con il Brera, il rumore delle onde sugli scogli ha fatto sempre da sottofondo alle sue avventure italiane in panchina.
Ora lo aspetta un' altra sfida, magari per festeggiare al meglio i 60 anni che compirà il prossimo 28 aprile. Giulini e il Cagliari credono in lui, tanto da avergli fatto firmare un contratto fino al 2021 e non solo fino a giugno, come inizialmente era filtrato. «A marzo, quando il Venezia mi ha mandato via, non ho dormito. Vivo il mio lavoro al cento per cento, quando alleno mi sveglio anche la notte e mi metto a studiare determinate situazione di gioco», ha detto negli scorsi mesi. La stessa passione che mostrava da giocatore: quello di cui il Cagliari, in fondo, ha bisogno per tornare a sognare.
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