LA SALITA PIU’ DURA DI BASSO - “HO UN CANCRO AL TESTICOLO, TORNO IN ITALIA PER OPERARMI”, IL DRAMMA DEL CICLISTA ITALIANO SCUOTE IL TOUR - I MESSAGGI DI NIBALI E LANCE ARMSTRONG (ANCHE NEL SUO CASO IL CANCRO COLPI’ I TESTICOLI)

La scoperta del tumore dopo una caduta, Basso sarà oggi in Italia per fare gli esami preliminari all’operazione - Il ciclista italiano sa cosa vuole dire convivere con il tumore. Oltre a quella della madre, nel 2010 accompagnò l'agonia del suo allenatore che lo rimise in piedi dopo la vicenda del doping - Il medico della sua squadra rassicura: “Le possibilità di guarigione sono del 98/99%”...

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Marco Bonarrigo per il “Corriere della Sera”

 

« Ho una brutta notizia da darvi. Ho un cancro al testicolo sinistro. L’ho scoperto meno di due ore fa, non so ancora fornirvi dettagli precisi». Ivan Basso parla in inglese, rivolto ai giornalisti accalcati in una saletta dell’Hotel Mercure di Pau, dove alloggia la Tinkoff-Saxo. In sala cala il gelo: il ciclismo ha abituato a ogni tipo colpo di scena, dalle tragedie della strada a quelle del doping. Ma l’annuncio di un tumore durante una corsa non si era mai sentito. 
 

L’appuntamento era con Alberto Contador, atteso alla classica conferenza stampa del giorno di riposo. Una routine di buoni propositi e buoni sentimenti, prevedibile, spesso noiosa. Ma lo spagnolo si è presentato, stravolto, con Ivan al fianco, che ha preso subito la parola. «So che è il giorno di Alberto — ha detto Basso — ma devo dirvi che durante la quinta tappa ho preso una botta ai testicoli in un piccolo incidente: in pratica un colpo contro la sella.

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Col passare dei giorni il dolore non passava. Ieri ne ho parlato col medico del Tour, che mi ha fissato un appuntamento all’ospedale di Pau. Ho appena fatto una Tac e questo è l’esito: tumore. Ovviamente vi devo lasciare: torno in Italia a operarmi». Basso è sereno, sorridente, quasi freddo nel dare la notizia. 
 

Contador al suo fianco è sconvolto e non trattiene le lacrime: «È un colpo durissimo. Sapevo che Ivan soffriva ma non potevo immaginare questo. Pensate voi, negli ultimi sei mesi siamo stati 120 giorni assieme». Poi al Pistolero le parole s’impastano in bocca. Ivan lo abbraccia.

 

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Si alzano entrambi: la conferenza stampa è durata quattro minuti in tutto, non c’è altro da dire. «Impossibile parlare di corsa e tattica» spiega il direttore sportivo De Jongh. Basso, in polo bianca e pantaloncini corti, ha già le valigie nella macchina di Giovanni Lombardi, procuratore e amico. Partono in direzione aeroporto di Tolosa e da lì per Milano, dove oggi il vincitore di due Giri d’Italia farà gli esami preliminari all’operazione . 

 

Le reazioni sono immediate. Prima di tutte quella di Lance Armstrong, che con Basso ha condiviso una piccola parte della carriera alla Discovery Channel ed è forse il più importante sopravvissuto al cancro dello sport. Anche nel suo caso il tumore colpì i testicoli, con esiti però devastanti. Il texano twitta: «Penso a Ivan Basso e gli faccio tanti auguri nel momento in cui comincia il suo viaggio attraverso il cancro».

 

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A Twitter affida la propria reazione anche la maglia gialla Chris Froome, con tanto di hashtag di buona fortuna:«Auguro a Ivan un rapido recupero da parte mia e di tutto il team #forzaivan». 
 

Vincenzo Nibali rinvia di un quarto d’ora la conferenza stampa per trovare le parole giuste. Ma anche nel suo caso l’emozione prevale. «Spero — dice il siciliano — che non sia una cosa brutta, che possa uscirne bene. Lui per me è stato il punto di riferimento più importante quando ho cominciato, alla Liquigas». 
 

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Decine e decine i messaggi di colleghi. Tra loro il re degli sprinter Mark Cavendish, il campione del mondo Kwiatkowski, tutti i big italiani. Ma anche Daniele Colli e il basco Markel Irizar, i due corridori del gruppo che sono tornati a pedalare dopo aver combattuto con successo un tumore. 
 

Nel frattempo Piet De Moor, il medico della Tinkoff, rassicura i giornalisti, sbilanciandosi un po’: «Ho visto gli esiti dell’esame. Il tumore c’è, ma l’estensione è limitata. Direi che le possibilità di guarigione sono del 98/99 per cento». 
 

Ivan Basso sa cosa vuole dire convivere con il tumore. Oltre a quella della madre, nel 2010 accompagnò la dolorosa agonia di Aldo Sassi, il suo allenatore ma soprattutto l’uomo che lo rimise in piedi dopo la vicenda del doping portandolo a vincere il suo secondo Giro d’Italia. 
 

BASSO DOPO LA CADUTA BASSO DOPO LA CADUTA IVAN BASSO 1 IVAN BASSO 1

Nel tardo pomeriggio Basso ha salutato i suoi tifosi su Facebook: «Amo il ciclismo che mi ha dato tanto e mi ha insegnato a stringere i denti quando c’è da lottare. Farò un gran tifo per la mia squadra, la Tinkoff-Saxo, alla quale auguro di portare Alberto, il nostro capitano, a Parigi in maglia gialla» . 
 

 

 

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