Giulia Zonca per “la Stampa”
Sul molo della spiaggia di Lupa Gregorio Paltrinieri ride. La striscia di medaglie si allunga: l'argento nella 5 km, il primo podio individuale nel fondo per lui, si aggiunge al bronzo in staffetta e all'oro degli strabilianti 1500 metri in vasca. Tre medaglie, come era già successo nel 2019, ma qui, in Ungheria, è uscito tutto il suo coraggio e manca ancora una gara, quella per cui l'azzurro ha cambiato la vita.
I 10 km di domani sono il motivo per cui il campione olimpico del 2016 ha rivoluzionato le abitudini, scelto un tecnico diverso da quello che lo ha cresciuto, ha aggiustato la nuotata, costruito un altro approccio ai rivali. Il desiderio di aprirsi alle acque libere da intuizione è diventato motivazione: «Ho scelto il mare per respirare la libertà e, nuotando, ho capito che dobbiamo proteggerlo». La libertà di stare fuori dalle corsie e giocare senza schemi, senza limiti, senza farsi dire che cosa scegliere perché lui non vuole farlo e mischia, come i mezzofondisti di ultima generazione che lo provocano.
Lo stuzzicano. La 5 km di ieri è la prima gara in cui sul podio vanno solo atleti arrivati dalla piscina, una svolta per il fondo che un tempo era selvaggio e ora molto più addomesticato, però sempre un circuito che mantiene certe caratteristiche. Eredita una filosofia quasi hippy che ha contaminato con l'agonismo spinto e una vena ecologica evidente, pronunciata, che invece non ha fatto che crescere.
Il lago di Lupa, a nord di Budapest, è artificiale e riempito da una sorgente che rifornisce mezza capitale ungherese. Non è proprio il luogo in cui scoprire la natura allo stato brado come le acque libere si promettevano di fare nei loro anni ruggenti, ma resta uno dei posti in cui respirare, in cui allargare l'orizzonte. È il panorama che Paltrinieri ha cercato per smettere di fissare la linea sul fondo della vasca, per scompigliare la carriera e allungarla, ingrassarla di medaglie. Quando ha scoperto il fondo si è tolto la noia dalle braccia.
Le acque libere gli hanno restituito una visione e, per dimostrare la sintonia trovata, ha deciso di mettere la faccia su un circuito di prove per amatori e professionisti con l'intento di sensibilizzare il pubblico sulle tematiche ambientali. Il progetto si chiama «Dominate the water», tappe che vogliono essere un inno al mare e alla sua tutela: «Ci sono tanti modi in cui noi possiamo aiutare l'ambiente, è un problema serio di cui ormai continuiamo a toccare gli effetti e proprio in questa estate di siccità l'urgenza è evidente. Io faccio sport, non è che ho soluzioni a questioni tanto enormi, però mi sento di lottare perché i posti che frequento, le spiagge, siano trattate con il rispetto che meritano».
Prossima data, 30 e 31 luglio a Lignano Sabbiadoro Si nuota con 3 format di gara per ogni età e grado di preparazione: «Solo materiale sostenibile, nessuna barca a motore, proviamo a dare degli esempi, dei suggerimenti, ci prendiamo cura dei luoghi in cui ci alleniamo. Vogliamo restituire». La nazionale italiana piazza anche un quarto posto di Acerenza nella 5 km vinta dal solito Wellbrock, con Romanchuk, terzo, che avvolge il podio con la bandiera ucraina nonostante il protocollo lo vieti.
E si aggiunge alla brillante classifica il bronzo di Gabrielleschi, neolaureata in criminologia. Resta un'ultima prova e stavolta Paltrinieri ha un giorno di riposo, la sua protesta ha smosso la federazione: «Valutano di modificare il programma del prossimo mondiale per garantirci un break tra il nuoto in vasca e il fondo». Il signore delle acque detta legge, speriamo pure mode.