Stefano Semeraro e Marco Perazzi per la Stampa
Perdi (o vinci) una partita di tennis e sui social network ti vomitano addosso di tutto, insulti, minacce di morte. Attacchi folli che arrivano quasi da chi su quella partita ha scommesso. Capita da anni nei tornei Futures e Challenger, la soglia del professionismo, ma i tennisti hanno deciso di non sopportare più in silenzio.
Il caso più recente riguarda Stefano Napolitano, biellese, promessa del tennis azzurro, n.172 del mondo, che dopo la sconfitta con il russo Karatsev nel Challenger francese di Quimper ha ricopiato e pubblicato su Facebook tutto il fango piovuto sul suo account. Una reazione composta, matura.
«Io se sbaglio qualche diritto in più o perdo una partita di tennis sono una persona a posto lo stesso e grazie ai miei genitori capisco il valore di ciò che è importante () A tutti voi scommettitori, maleducati e poveri di alcun tipo di valore morale, auguro con tutto il mio cuore che la vita vi possa insegnare a stare al mondo in un modo migliore... Non provo rabbia, ma solo tanta compassione per voi. Scusate ma io faccio la mia strada comunque».
«Noi, giocatori indifesi» Napolitano ovviamente non ha nulla di cui scusarsi. A gennaio era stato il turno di due suoi colleghi australiani, il davisman Sam Groth, ex n. 53 del mondo, e John Millman, n.106. «Minacce di morte a me, alla famiglia, alla mia ragazza», ha raccontato Groth. «Ormai la situazione è fuori controllo. La gente impazzisce perché perde 50 dollari su una scommessa, senza rendersi conto dei nostri sacrifici. Io amo parlare con i fan, ma ormai mi sono tolto da Facebook». E Millman: «Capisco lo sforzo delle autorità per indagare sul giro delle scommesse illecite, ma chi difende noi giocatori da chi ci attacca sui social?».
La battaglia della Wozniacki La ex n. 1 Caroline Wozniacki e l' attuale n. 9 del mondo Madison Keys hanno lanciato da tempo una campagna contro il cyberbullismo. «Io sono immunizzata contro attacchi del genere, altri no», sostiene la danese. Le scommesse illegali sono diventate un male endemico.
Fra 2015 e 2016 i casi sotto osservazione della Tiu, l' agenzia che se ne occupa nel tennis, sono aumentati da 242 a 292; negli ultimi mesi persino due giudici di sedia sono stati radiati a vita e nella rete sono caduti anche il 23enne tennista italiano Marco Cecchinato e il campione under 18 degli Australian Open Oliver Anderson.
«Non credo che le minacce nei miei confronti mirassero a condizionarmi, né ho mai ricevuto proposte per truccare partite», dice Napolitano. «Ma prenderò provvedimenti contro chi è andato oltre». Niente silenzio, please.
Caroline Wozniacki Tennis jpeg