Massimiliano Gallo per ilnapolista.it
La sensazione, netta, è che oggi sia finito il calcio che abbiamo conosciuto finora. Con tutte le esasperazioni, i cambiamenti (tanti) che pure ci sono stati e hanno scandalizzato i puristi e i nostalgici.
Non è nulla in confronto al terremoto che potrà provocare, anzi che ha già provocato, la sentenza della Corte di Giustizia europea. Una sentenza netta, chiarissima. Perentoria. Ed è, dal punto di vista giurisprudenziale, la novità più interessante per chi lavora all’Unione europea. Una sentenza che non deve essere interpretata.
C’è scritto chiaro e tondo che le regole di Uefa e Fifa sono incompatibili con i principi di concorrenza e libero mercato dell’Unione europea. Del resto il comunicato della Uefa è di una debolezza disarmante. Così come strappa il sorriso il goffo tentativo del governo di vietare per legge l’ingresso dei club in altre competizioni.
Alla Uefa sono nel panico più totale. Da un’ora all’altra la Champions gli si è sgonfiata fra le mani. E a catena tutto il sistema che conosciamo: il ranking, la lotta per i primi posti. Da stamattina è tutto sospeso, avvolto in una nuvola di gas. Non si sa cosa potrà accadere. O meglio, non si quando e in che termini accadrà. La sentenza Superlega è un terremoto geo-politico, calcistico ma non solo. Da adesso cambia tutto. Anche i club (inglesi e non solo) che dopo la figuraccia degli esordi si tirarono indietro, potrebbero cambiare idea. Non sarà un fenomeno immediato, ma a lento rilascio.
Questa sentenza era attesa con ansia anche dai sauditi che si trovano la possibilità di cambiare in corsa il loro progetto e di prendere una scorciatoia. Invece di lavorare anni per un travaso comunque problematico del calcio europeo e sudamericano in Arabia Saudita, potranno organizzare un torneo con i club più importanti del mondo.
Adesso vedremo che cosa accadrà. Henry Kissinger si sarebbe divertito tantissimo. Siamo certi che grandi personalità politiche di statura europea saranno coinvolte nel progetto (i cosiddetti pensionati di lusso, pensiamo a Blair, Schroeder). Non c’è nulla di sorprendente, tutto è in evoluzione e tutto cambia. È avvenuto in tantissimi sport. E, come sempre, è il business che detta le regole. Follow the money.