Adriano Scianca per “la Verità”
Sembra proprio che con questo governo ci si debba accontentare di fare la scelta meno dolorosa tra la figuraccia maggiore e la figuraccia minore, tra il pasticcio colossale e quello semplicemente grande. La decisione sul rinvio di mezza giornata di serie A, presa insieme ai vertici del nostro calcio, rientra in questo ambito: se da una parte abbiamo evitato un devastante spot globale al Paese malato, con l' immagine desolante del derby d' Italia giocato fra pochi intimi mandata in mondovisione, non si può certo dire che la soluzione presa sia comunque esente da controindicazioni.
Ricapitoliamo: cinque partite di questo turno di serie A, previste in un primo tempo a porte chiuse, sono state rinviate al 13 maggio. Ieri era in programma Udinese-Fiorentina, oggi Milan-Genoa, Parma-Spal, Sassuolo-Brescia e in serata il big match Juve-Inter. Suicidio in diretta evitato, quindi. Tutto bene quel che finisce bene? Non proprio.
Sul campionato pesa innanzitutto un certo intasamento. Nel mese cruciale di maggio, i nerazzurri potrebbero arrivare a disputare fino a nove gare, i bianconeri una in meno. Oltre al campionato, infatti, vanno considerati i match delle coppe europee e la finale di Coppa Italia, ammesso ovviamente che Juve e Inter vadano avanti in tutte le competizioni. Oltre alla finale del trofeo nazionale a cui entrambe le squadre possono accedere, in programma il 20 maggio, l' incognita europea prevede per la Juve la possibile semifinale di ritorno di Champions league il 5 o 6 maggio e la finale della medesima competizione prevista per il 30 maggio a Istanbul. L' Inter, invece, è impegnata in Europa league. Se andasse avanti, dovrebbe disputare la semifinale di ritorno il 7 maggio e la finale il 27 maggio, a Danzica. E non parliamo poi di Inter-Sampdoria, partita già saltata e che non si sa quando disputare.
La decisione ha subito generato delle polemiche. «Come cittadino, essendo una situazione di emergenza, ho grande rispetto dei provvedimenti a tutela della salute di tutti, ma da dirigente sportivo sono molto preoccupato, soprattutto guardando a un calendario tanto compresso di impegni», ha commentato l' ad nerazzurro Beppe Marotta, che ha aggiunto: «Di certo la cosa poteva essere risolta prima, senza arrivare a decisioni dell' ultimo momento. Tutto poteva essere gestito meglio». I tifosi, sui social, hanno parlato più brutalmente di campionato falsato.
MAROTTA ANDREA AGNELLI PARATICI
Indiscrezioni raccolte dall' agenzia Adnkronos raccontano di un' irritazione che serpeggia in diversi club di A.
A far storcere il naso ad alcuni dei presidenti o dei massimi dirigenti, oltre al rinvio, anche la tempistica con cui è stata presa la decisione, con il rischio, in caso di prolungamento delle decisioni assunte dal governo e della governance della Lega, che si sia costretti a posticipare altre gare.
Che Andrea Agnelli spingesse per il rinvio non è un mistero per nessuno, anche se stabilire chi si avvantaggerà dalla decisione non è facile: doversi giocare la sfida scudetto a due settimane dalla finale di Champions, qualora ci arrivasse, sarebbe per esempio un handicap per la Juve. La quale, d' altra parte, avrà così più tempo per risolvere i propri problemi interni manifestatisi con il Lione.
Ma, soprattutto ci si dimentica della terza pretendente al trono, quella Lazio (attualmente prima) che a maggio avrà solo quattro partite. I biancocelesti, in compenso, si sono trovati al centro di un' altra querelle, quella relativa al match con l' Atalanta. I bergamaschi, infatti, avevano richiesto l' anticipo da sabato 7 a venerdì 6 marzo, visto l' impegno di Champions a Valencia il 10 marzo, ma il numero uno laziale, Claudio Lotito, ha detto no fra le polemiche.