Guglielmo Buccheri per la Stampa - Estratti
Il secondo giro azzurro di Luciano Spalletti, ct della Nazionale da Ferragosto, è un libro aperto sui comportamenti e sul senso di appartenenza: chi non prende come deve la convocazione, è fuori dai giochi per sempre.
“C’è un testo sulla vita degli All Blacks che si intitola Niente teste di caz…: lo regalerò ai ragazzi per Natale. Io non so – dice il ct – come si sono mossi prima di me qui a Coverciano, non mi interessa ciò che può essere accaduto in passato, guardo alla mia esperienza appena cominciata: non voglio vedere, per intenderci, gente che ondeggia come scemi con la musica in testa prima e dopo l’allenamento, per questi soggetti io divento un soggetto scomodo perché non è questa la felicità di chi indossa questa maglia. Voglio gente sintonizzata sull’obiettivo, la Nazionale è una cosa seria, molto…”.
KERR NIENTE TESTE DI CAZZO COVER
Il secondo giro di Luciano Spalletti guarda alle gare di sabato, a Bari contro Malta, e di martedì 17, a Wembley, casa dell’Inghilterra: il primo si è concluso con il pareggio in Macedonia e con il successo contro l’Ucraina, sempre nel cammino di qualificazione verso gli Europei del prossimo giugno. “Sarri dice che è meglio se non chiamo i suoi giocatori? Dal suo punto di vista – continua il ct azzurro – può avere una logica, capitava anche a me quando ero dall’altra parte e vedevo i ragazzi partire in giro per il mondo, ma il bene della Nazionale deve stare a cuore a tutti, se arrivano i risultati tutti ne guadagnano…”.
Sarri, allenatore della Lazio, non ha visto partire Immobile per colpa di un problema fisico e solo nelle prossime ore capirà se Zaccagni farà la borsa destinazione Coverciano. “Con i club voglio andare a braccetto, condividere le possibili problematiche. Prendete, ad esempio, Chiesa: la Juve – continua Spalletti – non è stata sorpresa della sua chiamata nonostante Federico non abbia giocato il derby con il Toro, c’è una diagnosi dei medici bianconeri e ci sarà una seconda diagnosi dello staff medico azzurro, al ragazzo l’ultima parola. A me hanno detto che ha pochissimo…”.
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