(ANSA) Una nuova struttura organizzativa per la Ferrari. La scuderia di Maranello ha annunciato di aver rivisto la struttura organizzativa dell'area tecnica al fine di renderla più efficiente e orientata allo sviluppo della prestazione, rivedendone l'impostazione in maniera da definire una catena di comando non più orizzontale e affidando ai responsabili di ciascuna area tutte le deleghe necessarie al raggiungimento degli obiettivi preposti. A tale scopo è stata creata anche una nuova area, denominata Performance Development, affidata alla responsabilità di Enrico Cardile. (ANSA).
UNA SPY STORY
Giorgio Terruzzi per il “Corriere della Sera”
C' è una spy story all' origine dei mali che affliggono questa Ferrari. Innescata dalla vittoria di Leclerc nel Gp d' Italia 2019, ottenuta sfruttando un motore potentissimo sulle rette di Monza. Troppo potente secondo la concorrenza che pure, al pari della Ferrari, cerca e sfrutta cavalli in più, lavorando in quelle zone indecifrabili che compongono ogni power unit.
Nell' autunno scorso una chirurgica operazione di spionaggio industriale prese corpo, innescata da un team antagonista della Ferrari con la complicità di qualcuno che della Ferrari conosce i risvolti più segreti. Ad ammetterlo è un tecnico della Federazione Internazionale (Fia) che pretende anonimato mentre racconta come l' indagine federale proprio su istigazione di un team prese il via. Con qualche contraddizione poiché la modalità per ottenere quelle informazioni risultava illecita.
È questo il clamoroso retroscena dal quale molte mosse derivano. La stessa Fia è consapevole che tutti i motoristi operano oltre il limite con rischi minimi. Tanto è vero che persino nel caso Ferrari non si è arrivati a scoprire una irregolarità. In ogni modo, le informazioni giunte ai tecnici federali sono servite per imporre a Maranello un compromesso, «segreto», con conseguente azzeramento di una serie di sviluppi, dati come irregolari da chi aveva fornito le informazioni «rubate». I guai aerodinamici che le rosse manifestano ora sono il frutto di quell' accordo.
In pratica, un passo indietro di decine di cavalli che ha reso inadeguato il progetto di una macchina pensata per un motore più potente. Cosa che ha obbligato i tecnici del Cavallino ad una riprogettazione non felice, da abbinare ad un motore «pulito». Secondo molti addetti ai lavori, l' unico motore «pulito» in gara oggi.
Perché i retroscena di questa storia mostrano quanto sia impossibile per la Federazione verificare in profondità ciò che accade nelle officine. Salvo soffiate, appunto. Il che garantisce a molti team di viaggiare indisturbati aumentando la potenza delle power unit.
Servono le prove per determinare una infrazione. E queste prove possono emergere solo se qualcuno spia o confessa. Ciò che accade sul fronte motori è simile al tema Racing Point. Chi opera in F1 sorride di fronte all' idea che sia stato possibile copiare la Mercedes 2019 usando le foto.
Stiamo parlando di dettagli alla frazione di millimetro per componenti sofisticatissime.
Eppure, siamo ancora ai semplici sospetti, con la Fia che ammette una certa superficialità nelle analisi, consapevole del terremoto che potrebbe generare un' accusa di trasferimento dati, destinata a coinvolgere anche la squadra campione del mondo. Di contro, se dovesse passare il principio, c' è il rischio che nel 2022 tutti i team legati a Mercedes potrebbero scendere in pista con macchine identiche e velocissime. McLaren e Williams, oltre a Racing Point.
In ballo c' è la credibilità dell' intera F1. Mentre la Ferrari ha di fronte un lungo percorso tecnico con la consapevolezza di aver subito una grave ingerenza nei propri computer e la speranza - non solidissima - che la Federazione possa fare giustizia, praticando attenzione e indipendenza oltre ogni pressione. Individuando, anche in assenza di spie chi, mentre viaggia tra le regole, va ben oltre le regole.
F1 MERCEDES, WOLFF
“Le critiche della Ferrari al regolamento sono una cazzata”. Va giù duro Toto Wolff, team principal della Mercedes, contro le accuse mosse da Maranello circa la complessità regolamento sulle power unit.
Ironia della situazione
Tre vittorie, tre pole, 121 punti e leader sia nel campionato mondiale piloti che costruttori. La partenza strabiliante della scuderia tedesca ha messo a dura prova i rivali, soprattutto la Ferrari. Mattia Binotto ha accusato la complessità delle regole sulle power unit per questo calo delle prestazioni che ha relegato, per il momento, la Rossa nelle retrovie.
Toto Wolff, con toni molto aspri come riporta il sito specializzato Inside Racing, ha criticato la Ferrari per i suoi attacchi al regolamento: "Ad Austin ci sono stati chiarimenti su ciò che è permesso fare o no: cose importanti ma non sorprendenti. Se le regole vengono seguite tutto risulta molto chiaro”.
Il manager austriaco poi ironizza sul fatto che le pressioni in prestagione mosse dalla Ferrari e dalla Red Bull abbiano causato il risultato opposto vista la netta superiorità di Hamilton e Bottas: "Penso che l'ironia di questa storia sia che alcuni dei nostri rivali ci hanno spinto a livelli a noi finora sconosciuti.
L'anno scorso ci siamo quasi prosciugati per sviluppare ed evolvere la vettura così da essere sempre competitivi in pista", ha detto Wolff. "Il lavoro sta dando i suoi frutti visto il sostanziale cambiamento di prestazioni dal 2019 al 2020".