Estratto dell'articolo di Alessandro Bocci per il Corriere della Sera
Simone Inzaghi lo ammette senza nascondersi: il derby nel deserto condizionerà la stagione. Chi riuscirà a portarsi a casa la Supercoppa, già sistemata nel cuore del King Fahd Stadium, il teatro della sfida di stasera, si caricherà dell'energia che potrebbe diventare determinante per provare a dare la caccia al Napoli. Chi la perderà, invece, dovrà gestire giorni lunghi e difficili.
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Si sfidano due squadre a cui il Mondiale non ha portato fortuna. Pioli rischia più di Inzaghi per questo avvio maldestro con una partita vinta su tre in campionato e l'eliminazione dalla Coppa Italia contro il Torino, che pesa come un macigno. L'Inter sta decisamente meglio, avendone vinte tre su quattro e avrebbe potuto fare filotto se l'arbitro non avesse annullato il gol regolare di Acerbi a Monza. Ma il gioco e l'atteggiamento fanno nascere molti dubbi. Come può la squadra che ha dato scacco al re Spalletti, diventare così lenta, prevedibile, svogliata?
E allora chi perde è perduto e finirà in un vortice da cui sarà difficile tirarsi fuori. Il fatto che la Supercoppa sia un derby rende l'atmosfera più elettrica e pepata.
Gli allenatori stanno lavorando soprattutto sulle difese, che non sono più quelle dell'anno scorso.
L'Inter in trasferta ha la terz' ultima del campionato. Il Milan prende gol da 5 partite consecutive. I duelli romperanno l'equilibrio. Skriniar contro Leao si guarderanno negli occhi nello stesso spazio di campo, senza pensare ai contratti da rinnovare, che tengono in scacco sia Marotta sia Maldini. Rafa con una doppietta ha messo il marchio sull'ultima stracittadina, il 3 settembre. Lo slovacco intende prendersi la rivincita.
Incroceranno le lame anche Tonali e Barella, la meglio gioventù di Mancini. Si sfidano da lontano, invece, Giroud e Dzeko, i vecchi santoni di Milano, entrambi in scadenza e sicuri di rimanere a San Siro perché senza di loro Milan e Inter sono più povere. Hanno la stessa età, 36 anni, e la stessa perseveranza. Centravanti diversi, più stoccatore Olivier, più rifinitore Edin, ma dotati del medesimo talento (...)