Francesco Persili per Dagospia
“Stanotte la gente non dorme? E perché io dormo?” Davanti alle telecamere di "Sky Sport" Francesco Totti non rinuncia ad ironizzare sull'attesa della sua ultima partita con la Roma. Dirette no stop in radio, speciali in tv, lettere e messaggi che inondano i social: è iniziata la Totti celebration.
A Trigoria i tifosi srotolano uno striscione: “Non piango perché smetti ma sorrido perché ci sei stato”. La fedeltà alla maglia di Giorgio Carpi e lo spirito testaccino di Ferraris IV, la leadership di Fulvio Bernardini e il coraggio di Giacomino Losi, la serietà di Agostino Di Bartolomei e l’estro di Bruno Conti: il “Capitano” racchiude virtù e splendori degli uomini che hanno contribuito a creare “lo stile Roma”. A rendergli omaggio, in una specie di passaggio del testimone, altri due figli della Capitale: “Un onore giocare con lui, lo potrò raccontare a tutti quanti, me la sento calla”, ammette De Rossi. “Per lui parla la storia, ha un’intelligenza superiore in questo sport”, certifica Florenzi.
A far rumore anche la rivelazione di David Beckham: "C'è stata la possibilità di andare alla Roma e uno dei motivi era quello di giocare con Francesco...". Dal calcio al cinema, si moltiplicano gli attestati di stima per il numero 10 romanista che Carlitos Bianchi voleva mandare via per prendere il carneade Pandolfi. A Cannes Jasmine Trinca vince il premio come miglior attrice per “Fortunata” di Sergio Castellitto e il regista dedica il film a Totti: “Purtroppo domani smette di giocare ma ora avrà più tempo per venire al cinema a vedere il film…”.
Tasto rewind. Una foto dello stadio Flaminio, 18 marzo 1990, Lazio-Roma 0-1, gol di Voeller. Un giorno Totti chiama Giorgio Rossi, storico massaggiatore della Roma, e gli indica quell’immagine. “Giorgio, vedi quel puntino tra il pubblico? Sono io, quel giorno ero lì”. Un pischello romanista che diventa il Capitano della squadra per cui aveva sempre tifato. E poi la trascina fino al terzo scudetto della sua storia. Di Totti, di più. Gli spaccano la caviglia e lui, sei mesi dopo, con una placca e 11 viti nella gamba, diventa Campione del Mondo, realizzando il rigore decisivo contro l’Australia. Una sceneggiatura degna di Hollywood che tiene insieme gli insegnamenti di Mazzone e i “millini” di Zeman, le battute a Petruzzi per l’abuso di gel e le partite a biliardo con Aldair (e a burraco con Florenzi), un aiuto concreto per ristrutturare una parte dell’ospedale Bambino Gesù, il ruolo da ambasciatore Unicef e l’acquisto di un macchinario del valore di 60mila euro utilizzabile nei trapianti di midollo osseo in diretta tv da Maurizio Costanzo.
"Tu sei il mio passato con papà e persino il ricordo di mio nonno, il mio presente e il mio futuro perchè non posso pensare a un futuro senza te. Ti voglio bene fratellone", annota su Facebook l'ex presidentessa Rosella Sensi, figlia di Franco, il patron del terzo scudetto. "Il mio unico rimpianto è non essere arrivato prima per godermi i primi 20 anni di Francesco con la maglia giallorossa”, ha detto il presidente della Roma James Pallotta che ha invitato i tifosi a godersi questo momento: “Cantate, gioite, piangete e ricordate. Non ci sarà mai un altro Totti”. Mai dire mai. A sentire Vincent Candela, poi, il finale è ancora tutto da scrivere: “Mi aspetto un colpo di scena. E’ troppo presto per far calare il sipario…”
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