TUTTE LE GIRAVOLTE DI AURELIONE SUI DIRITTI TV - DE LAURENTIIS CHE VOLEVA IL CANALE DELLA LEGA E’ LO STESSO CHE DISSE NO ALL’OFFERTA DEI FONDI GIUDICANDOLA TROPPO BASSA (IL MINIMO GARANTITO ERA DI 1,1 MLD. OGGI L’ACCORDO CON DAZN E SKY È DI 900 MILIONI) – LA "PROPOSTA-BLUFF" DI AURELIONE (PER L’ADVISOR LAZARD “OFFERTE VINCOLANTI DEI FONDI NON C’ERANO, AL MASSIMO MANIFESTAZIONI D’INTERESSE”) E LA "RICHIESTA-PROVOCAZIONE" A DAZN DI DUE POSTI NEL CDA - VIDEO

-

Condividi questo articolo


 

Alessandro F. Giudice per il Corriere dello Sport – Estratti

aurelio de laurentiis in lega calcio aurelio de laurentiis in lega calcio

 

(…) Con una delle sue pirotecniche dichiarazioni, il presidente del Napoli ha tuonato contro l’accordo raggiunto, rivendicando l’idea alternativa del canale di Lega, ieri bocciata. Ma egli stesso fu tra coloro che rigettarono l’offerta dei fondi, ritenendola troppo bassa. Oggi sarebbe utile capire perché le cose vanno in direzione opposta rispetto alle valutazioni di allora.

 

De Laurentiis ritiene più utile allestire un canale che produrrebbe autarchicamente i contenuti della Serie A ma la proposta non convince, per diverse ragioni. Anzitutto, non si vede con quali competenze un organismo collegiale spesso incapace di accordarsi su questioni di bassa cucina, saprebbe mettere in campo un prodotto competitivo, tecnologicamente sofisticato ed economicamente efficace. Produrre contenuti televisivi è un mestiere difficile, da professionisti.

aurelio de laurentiis in lega calcio aurelio de laurentiis in lega calcio

 

Un business rischioso che non genera solo ricavi ma assorbe ingenti investimenti e comporta costi di gestione. Chi ne sarebbe l’imprenditore? La Lega è un soggetto collettivo, deve mediare gli interessi (talvolta opposti) di tutti. Chi governerebbe il canale di Lega e come si potrebbe sterilizzarne l’inevitabile conflitto tra governance e portatori di interessi? Tutte domande senza risposta perché l’idea resterà inattuata per almeno cinque anni in cui il calcio dovrà consumare pasti più magri.

 

 

DE LAURENTIIS

Da ilnapolista.it

 

aurelio de laurentiis in lega calcio aurelio de laurentiis in lega calcio

La proposta di De Laurentiis era un bluff, scrive Repubblica che racconta la cronaca di ieri in Lega per l’assegnazione di diritti tv per la Serie A nel quinquennio che va dal 2024 al 2029. I club incasseranno in media 900 milioni all’anno dal 2024 al 2029, con la possibilità di farli diventare 960 grazie a percentuali sui ricavi extra. Il primo saranno 890, cifra inferiore agli attuali 975.

 

Com’è noto, De Laurentiis era contrario all’assegnazione dei diritti tv a Sky e Dazn. Avrebbe voluto la creazione del canale di Lega. Scrive Repubblica che però non c’era alcun fondo con un’offerta reale, solo dichiarazioni di intenti. Il quotidiano definisce un bluff la proposta di De Laurentiis.

 

 

Stavolta di alternative non ce ne erano. De Laurentiis avrebbe voluto sviluppare il canale della Lega per vendere in autonomia al pubblico le immagini della Serie A: parlava da settimane di questo investimento, immaginava ricavi capaci di raggiungere i 4 miliardi, con la garanzia alle spalle di un prestito dei fondi di investimento interessati a far crescere il prodotto.

 

aurelio de laurentiis in lega calcio aurelio de laurentiis in lega calcio

Ma era un bluff ed è stato chiaro a tutti quando l’advisor scelto per sviluppare il canale, Lazard, ha vuotato il sacco: offerte vincolanti? Nemmeno una (quella di Oaktree era irricevibile), solo manifestazioni di interesse. È come se i fondi di investimento avessero detto: il canale della Lega ci interessa, parliamone. Ma tempo per parlarne non c’era, visto che per poter trasmettere la Serie A 2024/25 il canale doveva essere online in sei mesi. Non c’era tempo, ma soprattutto non c’erano i soldi.

 

 

DE LAURENTIIS HA RILANCIATO: «CHIEDIAMO A DAZN DUE POSTI NEL LORO CDA»

Da ilnapolista.it

 

iervolino de laurentiis iervolino de laurentiis

De Laurentiis ha rilanciato: «Chiediamo a Dazn due posti nel loro cda». Lo scrive Repubblica che ha definito un bluff la proposta del canale di Lega visto che non c’era alcuna offerta vincolante da parte dei fondi.

 

Diritti tv, il racconto di Repubblica: come il fronte del canale di Lega si è dissolto.

 

In mattinata 6 club erano con il n.1 del Napoli. Alla fine invece erano con lui solo la Salernitana, collegata da remoto, e il Cagliari. Il solito De Laurentiis ha provato in extremis a rilanciare con una proposta quasi provocatoria: «Chiediamo a Dazn due posti nel loro Cda», nel silenzio complice del presidente Casini, estraneo anche al proprio ruolo di moderatore.

 

Mentre tutto intorno si spargevano strane voci sul perché il fronte pro canale avesse perso così tanti consensi nelle ultime ore: «Le grandi hanno cambiato idea perché hanno un accordo privato con Dazn», dicevano i maligni. Che a Cairo imputavano gli accordi pubblicitari con Dazn per i suoi giornali, costringendolo a snocciolarne le cifre.

 

aurelio de laurentiis aurelio de laurentiis

(...)

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGO-ESCLUSIVO! LARGO FOCHETTI, SI CAMBIA: MARIO ORFEO SARÀ IL NUOVO DIRETTORE DI “REPUBBLICA” - LA NOTIZIA È STATA COMUNICATA DALLA PROPRIETÀ AI CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” - MAURIZIO MOLINARI RESTERÀ COME COLLABORATORE ED EDITORIALISTA (MA NON DIRETTORE EDITORIALE DEL GRUPPO) - JOHN ELKANN LASCIA LA PRESIDENZA DI “GEDI” A MAURIZIO SCANAVINO, AL CUI POSTO, COME AD, ARRIVERÀ GABRIELE COMUZZO – MOLINARI PAGA L’INCAPACITÀ A EVITARE I DUE GIORNI DI SCIOPERO DELLA REDAZIONE IN OCCASIONE DELL’ITALIAN TECH WEEK, UN EVENTO A CUI YAKI TENEVA MOLTISSIMO (LÌ È STATO ANNUNCIATO L’ACCORDO CON OPENAI ALLA PRESENZA DI SAM ALTMAN) – ORA ARRIVA IL NAVIGATISSIMO ORFEO (GIÀ DIRETTORE DI TG1,TG3, “IL MATTINO”, “IL MESSAGGERO”, EX DG RAI), CONSIDERATO ADATTO AD AMMANSIRE IL RIOTTOSO CORPACCIONE DI “REPUBBLICA” – ORFEO SI È MOSSO APPENA PRIMA DI ESSERE SILURATO DAL TG3, CHE ORA FINIRÀ AI 5 STELLE CON CONTE, GIÀ PRONTO A VOTARE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI. E ELLY SCHLEIN, CHE SI È RITIRATA SULL’AVENTINO E NON HA MAI CONSIDERATO “SUO” ORFEO, S'ATTACCA...

DAGOREPORT – PER VEDERE FINALMENTE IL TRIONFO DI "TELE-MELONI", LA DUCETTA E GIAMPAOLO ROSSI HANNO DOVUTO INGOIARE UN BEL ROSPO: ROBERTO SERGIO COME DG È STATO IMPOSTO DA MATTEO SALVINI – DI FRONTE ALL'ULTIMATUM LEGHISTA (''O SERGIO DG, O SALTA ROSSI"), LA "NANA MALEFICA" (COPY CROSETTO) HA COSTRETTO IL “FILOSOFO DI COLLE OPPIO" A PIEGARE IL CAPINO - ROSSI ERA CADUTO IN DISGRAZIA PRESSO LA FIAMMA TRAGICA A CAUSA DEL DUPLEX CHIOCCI-SERGIO. E SOLO GRAZIE A BRUNO VESPA E' POI RIUSCITO A TORNARE NEL CUORE DELLA MELONA – IN CRISI DI ASCOLTI E SENZA IDEE, ROSSI SPERA IN UNA NUOVA “RAISET” INCIUCIONA. MA PIER SILVIO E' LONTANO - DOPO IL RISULTATO DEL VOTO DELLE TRE REGIONI, SI DECIDERA' IL DESTINO DI SIMONA AGNES - E SALVINI CARICA IL PISTOLONE DEL TAGLIO AL CANONE RAI…

L'INESAURIBILE BALLO IN MASCHERA DI GIORGIA MELONI - SULLA SCRIVANIA HA QUATTRO MASCHERE E LE USA CINICAMENTE PER UCCELLARE CHI HA DAVANTI: ROBA DA FAR VENIRE UN COCCOLONE A UN CAMALEONTE - UNA ZELIG IN GONNELLA DOTATA DI FACCIA DI BRONZO CHE DA DESTRA VA AL CENTRO, DA BIDEN RITORNA A TRUMP, SFANCULA DUE VOLTE URSULA E POI INVITA IL PPE AL CONGRESSO DEI CONSERVATORI – LA MELONA CHE UNA VOLTA  RUGGIVA CONTRO I "POTERI FORTI INTERNAZIONALI" E VOLEVA STATALIZZARE L'ITALIA, ECCOLA CHE AFFIDA LA RETE STRATEGICA DI TIM AL FONDO AMERICANO KKR, ED ORA STENDE IL TAPPETO ROSSO AL PIU' MILIARDARIO FONDO DEL MONDO, BLACKROCK, PER FARE CASSA SVENDENDO QUOTE DI ENI, POSTE, FERROVIE - NEL DUELLO CONTINUO LEGA-FORZA ITALIA SI INFILA LA MELONI A TARGHE ALTERNE: UNA VOLTA SPALLEGGIA IL CARROCCIO, LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI, PER MANDARE UN MESSAGGIO AI FORZISTI E AI BERLUSCONI. UN’ALTRA, INVECE, SI AFFIANCA A TAJANI PER RALLENTARE LA RIFORMA DELL’AUTONOMIA CARA A SALVINI - UN BALLO IN MASCHERA PERMANENTE CHE VERREBBE SFRUTTATO DA UN’OPPOSIZIONE DECENTE. SE CI FOSSE...

DAGOREPORT – PERCHÉ MARINE LE PEN NON VOTA LA MOZIONE DI SFIDUCIA DELLA SINISTRA DI MELENCHON AL NEO GOVERNO DI MICHEL BARNIER? - LA DUCIONA DI FRANCIA TIENE IN PIEDI IL GOVERNO VOLUTO DA MACRON PERCHE' HA UNA FOTTUTA PAURA DI FINIRE IMPANATA E FRITTA NEL PROCESSO SUGLI ASSISTENTI PARLAMENTARI PAGATI DAL SUO PARTITO CON I FONDI EUROPEI: RISCHIA FINO A 10 ANNI DI CARCERE. E UNA VOLTA CONDANNATA, ADDIO AI SOGNI DI ELISEO. QUINDI: MEGLIO TENERSI BUONI I GIUDICI – QUEL VOLPINO DI MACRON LO SA E LA TIENE PER LA CROCCHIA LA VALCHIRIA TRANSALPINA…