Dal profilo Facebook di Carlo Verdone
Momo Salah, Liverpool , lo scorso anno alla Roma.
Quella sera gli dissi "you are the greatest" .
La sua partenza dalla Roma è stata una tragedia per il nostro gioco, ora sarà sicuramente il calciatore dell'anno.
Quando seppi della sua cessione spaccai il cellulare contro il muro.. è andata così...
E pure ieri sera è andata così...
Destinati ad eterna sofferenza che non ci meritiamo.
Buona serata.
Carlo Verdone
SALAH MANIA
Mai 50 milioni di euro furono così ben spesi, ormai anzi viene il sospetto che fossero pochi, pochissimi, viste le cifre che girano in Europa. Tanto che la valutazione attuale si aggira intorno ai 150 milioni. Da Albione alle Piramidi, passando per il Tevere, è ormai un plebiscito per Momo, l'uomo dell'anno, ed esserlo dentro il tempio di Anfield deve fare un certo effetto. Tutti lo vogliono, tutti lo ammirano, tutti lo votano, anche se Jurgen Klopp, il suo mister, ha trascorso una notte d'ansia, per via di quell'infortunio all'inguine che forse non è affatto grave, ma non si sa mai. Kevin De Bruyne, pochi minuti dopo averlo visto da vicino fare a fette il suo Manchester City nell'andata dei quarti di Champions, giura: "Voterò per lui come miglior giocatore dell'anno in Premier League".
Francesco Totti, che lo ha avuto vicino nelle ultime stagioni della sua carriera e qualcosa di talento calcistico capisce, non ha dubbi: "Oltre che essere un grande amico, è uno dei più forti al mondo". Figurarsi cosa accade in Egitto, dove non avevano mai visto uno così bravo, uno che si faceva così onore in Europa, cioè nel calcio vero: è finita che l'idolatria è sconfinata in politica, e l'altra settimana alle elezioni presidenziali Mohamed Salah, per tutti Momo, attaccante del Liverpool e della nazionale egiziana guidata da Hector Cuper, ha preso oltre un milione di voti, pari a circa il 5% dei suffragi, battendo addirittura il candidato dell'opposizione, mentre Al Sisi ha stravinto le elezioni come da pronostico.
Per forza: in Egitto non c'era mai stato un attaccante così. Nel 3-0 del Liverpool di Klopp al City di Guardiola, con tre reti segnate nel primo tempo sotto la Kop di quell'incredibile emozionante tempio che è Anfield, Salah ha confermato di vivere a 25 anni la stagione migliore in carriera: un gol, quello dell'1-0 avviato da una sua cavalcata in contropiede (anche se viziata da minuscolo fuorigioco) e l'assist delizioso per la testa di Mané per il 3-0. Per Salah fanno 38 gol totali e 13 assist in 43 partite ufficiali, di cui 29 in Premier (è capocannoniere) e 7 in Champions League, competizione in cui il Liverpool è la squadra ad aver segnato più di tutti, 31 volte (con due 7-0 e un 5-0). Grazie ai dettami del "gegenpressing" di Jurgen Klopp, ossia la capacità di organizzare un pressing immediato appena si perde palla per poter sorprendere l'avversario con una sorta di contro-contropiede, ma anche grazie agli sprint e alla lucidità sotto porta di Salah, in stato di grazia da tutta la stagione, visto che lo scorso ottobre una sua doppietta al Congo ha trascinato l'Egitto ai Mondiali, 28 anni dopo Italia '90 che fu l'ultima partecipazione.
L'impresa gli è valsa il Pallone d'oro africano, mai così meritato perché non ci sono in Africa giocatori determinanti come lui, né in Egitto si era mai visto uno così forte: il miglior calciatore della storia egiziana era considerato fin qui Mohamed Aboutreika, che era anche un personaggio di un certo spessore fuori dal campo, ma con Salah siamo su un altro pianeta, perché Momo sta sconvolgendo il calcio europeo, mica solo quello egiziano o africano. Klopp lo aveva voluto a tutti i costi, e la Roma l'aveva ceduto con dolore ma per necessità, visti i noti problemi di bilancio: ma a questo punto, vista l'incredibile stagione di Momo, quei 42 milioni più bonus incassati dal Liverpool avrebbero potuto essere molti di più, ma ormai è andata.
Veloce, velocissimo lo è sempre stato, anzi sembrava la sua caratteristica migliore, ma le tre stagioni in Italia e soprattutto le ultime due nella Roma di Spalletti ne hanno affinato tecnica e senso tattico e lucidità sotto porta, ormai Salah non segna soltanto al termine di ubriacanti volate ma anche con tocchi raffinati sotto porta, con conclusioni da fermo, e intanto serve anche assist, insomma un attaccante totale, un demonio. In Premier ha segnato e segna quasi a tutti, 29 gol con 5 doppiette e addirittura un poker al Watford poche settimane fa, è di gran lunga il giocatore più decisivo del torneo, e intanto il suo bottino di 38 gol lo avvicina a quel marziano di Cristiano Ronaldo (che ne ha segnati 39, ma in 36 gare ufficiali...) ed è superiore di poco a quello di Leo Messi, che ne ha realizzati 36, ma anche con 16 assist. Insomma i numeri di Salah sono ai livelli di quei mostri, e tanto basta per definire la sua stagione.
Si capisce benissimo il motivo dell'apprensione di Klopp, che quando ha visto Momo accasciarsi a terra all'inizio della ripresa contro il City, è corso da lui per vedere cosa era accaduto. Salah è uscito dal campo con un dolore all'inguine, è stato sostituito da Wynaldum.
Alla fine Klopp sembrava un po' più sereno, ma non tanto: "Ho chiesto a Salah come stava, lui mi ha detto "tutto bene, non è niente" e siamo un po' più tranquilli". Martedì prossimo c'è il ritorno contro il City e bisognerà difendere i tre gol di scarto, Salah sarà fondamentale in contropiede contro gli attacchi di Guardiola. A proposito. Quando in gennaio i cronisti inglesi, presi da eccessivo entusiasmo, chiesero a Guardiola se secondo lui Salah fosse paragonabile a Messi, gli occhi di Pep divennero una fessura: "Salah è bravissimo, certo, ma non gli fate un piacere a dire certe cose. Messi è Messi, su...". Così, in una notte di Champions ad Anfield, Momo si è preso la sua piccola rivincita, e avanti il prossimo.