1. GLI INGLESI VOGLIONO CACCIARE L’ATLETICO MADRID DALLE COPPE
Alessio Morra per www.fanpage.it
Il Manchester City si è qualificato per il secondo anno consecutivo per le semifinali di Champions League. La squadra di Guardiola ha realizzato un'impresa pareggiando 0-0 in casa dell'Atletico Madrid. Il finale di partita è stato convulso a dir poco. I dodici minuti di recupero sono stati ricchi di ‘cattiverie' e anche nel tunnel degli spogliatoi le due squadre non si sono risparmiate. Un finale quasi prevedibile considerato tutto quello che era stato detto nei giorni scorsi dai due allenatori, che non si amano né si stimano e non fanno nulla per non dimostrarlo. E ora in Inghilterra c'è chi difende il City, attacca Simeone e chiede l'esclusione dell'Atletico Madrid dalle coppe europee.
L'Atletico Madrid ha una brutta nomea. Da anni la squadra bianco-rossa viene accusata di essere anti-sportiva, in particolare questa accusa viene fatta al suo condottiero il ‘Cholo' Simeone. L'Atletico viene criticato per un modo di giocare sporche, un approccio non proprio pulito, duro, severo, molto vecchio stile. Tanti mezzucci, come la tirata di capelli di Savic a Grealish. Una tattica che in terra d'Albione viene bollata come ‘Dirty game' (che tradotto fa gioco sporco).
Gli ultimi minuti della gara di ritorno sono stati una gazzarra vera. All'87' Felipe stende Foden, che si rotola in campo, il fallo c'è. Il ‘rotolamento' però produce uno stop del gioco e quindi una rissa. Una quindicina di giocatori si confrontano, l'arbitro li lascia sfogare, poi ne ammonisce un paio, compreso Felipe che viene espulso. Il recupero doveva essere di sei minuti, ma diventa di nove e finisce per durare dodici minuti netti.
Questo perché in quei minuti le ammonizioni fioccano, le perdite di tempo pure e le scorrettezze (di qua e di là) non mancano, e nel mezzo l'Atletico ha pure due grandi occasioni. Il dopo partita è furioso. Intanto perché nel tunnel alcuni giocatori delle due squadre vanno a contatto, volano parole grosse, qualche colpo e qualche spintone. E interviene la polizia.
Il seguito di Atletico-City è altrettanto furioso. Intanto perché De Paul attacca Guardiola che viene poi attaccato pure da Simeone. Tocca a capitan Koke prendere la parola e difendere l'Atletico, accusato da più parti per i suoi comportamenti scorretti. Il centrocampista si presenta in conferenza stampa e invia un messaggio chiaro diretto al Manchester City: "Loro si sono buttati per terra e hanno perso tempo. Cose per le quali la gente ha criticato l'Atletico tantissime volte".
John Stones, difensore e senatore del Manchester City, premiato come migliore in campo nel dopo partita è stato abbastanza neutrale, non ha voluto togliersi sassolini dalla scarpa e ha detto: "Pensavo che avremmo giocato contro una squadra molto esperta e che ha una difesa molto bassa e forte. Sono orgoglioso dei miei compagni e sono felice del passaggio del turno. È stata una grande serata. Una notte in cui tutto ha funzionato alla perfezione soprattutto in difesa".
Rio Ferdinand, ex difensore del Manchester United e della nazionale inglese, da tempo è un apprezzato opinionista tv che questa volta è stato durissimo nei confronti dell'Atletico Madrid e di Simeone: "C'è stato un comportamento disgustoso da parte di alcuni giocatori dell'Atletico, dovrebbero essere imbarazzati da alcune delle buffonate che hanno fatto". Ferdinand ha puntato il dito soprattutto su un calciatore: "Savic soprattutto, durissimo. Complimenti per il modo in cui hanno giocato. Hanno tolto ritmo al City. Bravi dal punto di vista calcistico, ma quello che abbiamo visto nel finale non lo si vuole vedere mai su un campo di calcio".
Mentre l'ex difensore del City e della nazionale inglese Joleon Lescott ha puntato il dito contro Simeone: "L'Atletico ha fatto bene, ma per gli ultimi 10 minuti non puoi perdonarlo. Simeone deve assumersi alcune responsabilità per questo, sembrava incoraggiare quel comportamento".
Più duri ancora dei tifosi che sui social sono andati giù pesantemente contro l'Atletico Madrid. E per quello che hanno visto nel finale di partita con il Manchester City hanno chiesto l'esclusione dalle coppe europee dei Colchoneros: "L'Atletico dovrebbe essere bandito dall'Europa la prossima stagione. Sono dei buffoni. Tutto questo viene prodotto da Simeone. Questa è una squadra orribile".
2. IL CHOLO SIMEONE HA PERSO MA NON È STATO LUI AD ABBASSARE LA TESTA
Massimiliano Gallo per www.ilnapolista.it
Non staremo qui a dirgli che è uscito a testa alta. O che è il vincitore morale della doppia sfida, come peraltro ha scritto The Athletic diventato ormai un riferimento imprescindibile del racconto calcistico e non solo. Noi però non glielo diremo perché sarebbe un’offesa all’intelligenza e alla statura di Diego Pablo Simeone al secolo il Cholo.
Non siamo tra coloro che associano il calcio al fumoso concetto di estetica. Per noi, come per lui, ieri è mancato il passaggio decisivo per trasformare una serata di cui comunque si parlerà a lungo, in una serata che avrebbe segnato uno spartiacque nella storia del calcio contemporaneo. È mancato il gol. E mancata la vittoria. E non è affatto poco.
Tutto il resto è stato perfetto. Simone ne è uscito come un gigante. Quale è, tra l’altro. La sfida tra Atletico Madrid e Manchester City con l’avversario alle corde, ma i madrileni non sono mai riusciti a sferrare il colpo del ko. È quasi sempre stata una questione di centimetri. Ed è in quei frangenti che ti rendi conto quanto valga la qualità calcistica. Quanto sia impietosa la selezione di madre natura. Fa tutta la differenza del mondo un passaggio più affrettato o rallentato; o, ancora, un pallone dieci centimetri più avanti o più dietro. Non c’era un Modric a disegnare una traiettoria da videogame. E si è visto.
Sul campo, quindi, Simeone ha perso. È stato eliminato. È stato sconfitto dal Manchester City. Il resto, però, è stato un trionfo su tutta la linea. Una performance da hombre vertical. Cominciata il giorno prima, nella consueta conferenza stampa, e terminata con le ultime parole ai giornalisti dopo la partita. Quell’applauso ritmato, seguendo il tempo del Wanda Metropolitano, mentre gli avversari erano lì dietro a sparacchiare via come l’Ascoli anni Ottanta.
Si è beccato persino un’ammonizione per essere entrato in campo e aver provato a calmare Savic. Siamo certi che in cuor suo avrà pensato: “se perdi la testa per un moccioso come Foden, allora devi mangiarne di pane”. Foden era dietro di lui, Simone lo sapeva. Non si è mai girato, non lo ha degnato di uno sguardo. Deve solo aver pensato: “ragazzino, con Godin in campo altro che turbante”. Ma è stato impeccabile. A differenza dei suoi calciatori. Nulla fuori posto.
Il match sarà ricordato come la sera in cui il City di Guardiola si mise tutto dietro la linea della palla, a perdere tempo come una squadretta qualsiasi, a scaraventare palloni lontano, come sottolineato da L’Equipe. Ovviamente non esiste nemmeno la quota per chi volesse scommettere sui guardiolisti che ci spiegheranno (o ci hanno già spiegato) che quello non era catenaccio, era un effetto della parallasse come intuirebbero anche i bambini di seconda elementare. Della differenza tra Guardiola e i guardiolisti abbiamo scritto.
Questo però non ci esime dal constatare che il buon Pep ne è uscito maluccio. E non perché si è ispirato al vecchio maestro Mazzone. Ma perché ha mostrato doti da sublime arrampicatore quando si è issato su specchi preistorici per dire che mai e poi lui aveva detto qualcosa contro il gioco dell’Atletico. Facendoci venire in mente un immortale verso di Lucio Dalla: “Tu, sì, proprio tu che non hai mai paura. Chiedi se qualcuno ti presta la faccia, stai facendo una brutta figura”.
Lui rispondeva ai giornalisti e prendeva le distanze da quel mondo che si ostina a disegnarlo così. Poi, il collega Pablo, sconfitto, come un hidalgo lo liquidava con una frase che ha fatto impazzire gli spagnoli (persino quelli di fede madridista): «Spesso chi ha un grande lessico, è molto intelligente e ti loda con disprezzo. Ma chi di noi forse ha meno lessico, non è così stupido…».
È dura non innamorarsi del Cholo. L’uomo che ha portato l’Atletico Madrid a vincere il campionato spagnolo dopo diciotto anni. Che ha alzato due Europa League. E che è arrivato a tanto così dall’alzare la Champions. L’allenatore che ogni tifoso vorrebbe sulla propria panchina. Chi lo nega, non sa che cosa voglia dire essere tifosi.
MANCHESTER CITY ATLETICO MADRID