A.Rav. per il "Corriere della Sera"
Allora Vanessa, quanta strada abbiamo fatto da quel giorno ad Aarhus di 15 anni fa, siamo diventate vecchie «Beh dal risultato di oggi non si direbbe, no?». Ahia. Due chiacchiere con la medaglia al collo, mentre si aspetta l'antidoping. No, non si direbbe, ma gli anni saranno 31 a novembre e questa è anche la chiusura di un cerchio. Una consacrazione definitiva. Simone Biles che le parla da pari a pari («Mi ha chiesto dove avevo messo il tatuaggio per Tokyo, le ho detto che non sapevo neanche ci sarebbe stata Tokyo»).
Le due gemelline inglesi, Jessica e Jennifer Gadirova, che di anni ne hanno 16, e che se i Giochi si fossero tenuti nel 2020 non sarebbero qui, dopo la finale la fermano per fare un selfie con lei. «Mi rende sempre felice quando ginnaste di alto livello vogliono la foto». Il futuro è loro, ma il tuo futuro, Vani, ora che hai un posto nella storia del tuo sport? Enrico Casella, il suo allenatore, ha appena rivelato quello che si sono detti subito dopo l'abbraccio finale.
« Non avendo vinto l'oro magari proverà a prenderlo a Parigi, ne abbiamo già parlato. Non molla. Scherzo ma non troppo: mi ha detto "dipende dal tendine". Ma io so già cosa vuol dire». Vanessa, è davvero così? C'è Parigi adesso nel tuo orizzonte? Ci sono altri tre anni di cognizione del dolore, sedute infinite di terapie a Brescia o nella stanza del fisioterapista Salvatore Scintu in Nazionale, che ti accoglie con la moka sul fuoco?
«Enrico può dire quello che vuole, però il male ai piedi ce l'ho io - scherza -. A questo punto della carriera non so cosa farò: questa medaglia doveva essere la chiusura di un percorso di cinque anni iniziato con il quarto posto di Rio. Adesso l'ho finito, e mi ripaga di ogni sacrificio. Ora andrò in vacanza, al futuro penserò quando torno». Eppure, nelle sue parole non c'è un briciolo di quella serenità e quell'appagamento che ha mostrato Federica Pellegrini in questi giorni, nel momento di dire addio al nuoto.
Vanessa non si è neanche commossa, sembrava ancora totalmente aggrappata alle dinamiche di gara, stava pensando all'oro sfuggito e a quel bronzo ex aequo che non le è andato giù (la spiegazione delle giurie: Murakami e Melnikova avevano identici sia il valore della difficoltà che l'esecuzione e altri criteri all'Olimpiade non se ne cercano più). Ma sarebbe una follia partire da Tokyo con anche un millesimo di rammarico. È già un miracolo che la medaglia (pesantissima) sia al collo.
«La dedico a chi ha creduto in me anche quando non ci credevo io, a chi mi ha preso da zero e mi ha riportato fino a qua». Magari con il passare dei giorni questa consapevolezza si farà strada, dopo la vacanza con il fidanzato Simone non troppo lontano da casa per poter portare i due Husky con sé e dopo il camp organizzato a Lignano Sabbiadoro: una settimana per imparare la ginnastica con Vanessa, è andato sold out in un attimo, 180 ragazzine si sono già iscritte.
Insomma, prove tecniche di nuova vita sarebbero anche già partite. Casella, poi, sarebbe pronto a portarla in palestra con sé nel ruolo di assistente: «Non volterò mai le spalle a questo sport, per decidere se continuare vedremo se e quanto riuscirò ad allenarmi». Ma tutto lascia pensare che non sia finita qui.
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