Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, che gran giorno oggi per lo sport italiano con quella nostra sublime nazionale di pallavolo che fra poche ore contenderà alla Polonia il titolo di squadra campione d'Europa. Credo che siano molti gli italiani che sanno di avere in casa propria questa strepitosa compagine capitanata da quel Simone Giannelli che mi pare contenda a Lorenzo Bernardi (il fuoriclasse della Generazione "dei fenomeni") il titolo di più grande giocatore italiano di tutti i tempi.
Molti lo sono senz'altro, forse non moltissimi dato che per la più parte del grande pubblico innamorato dello sport agonistico al primo posto degli sport di squadra resta il calcio, e dunque al vertice dell'amore per lo sport resta la nazionale di calcio, e sia pure adesso che sta vivendo tempi di grami.
Per quanto mi riguarda, questa valutazione non è la mia. Sarà che ho per la pallavolo una predilezione, ci ho anche giocato, con il mio metro e 78 ero una schiappa calzata e vestita, e anche se a quei tempi non erano poi molti i giocatori di pallavolo che arrivavano a un metro e 85 di altezza. Questo sessanta e passa anni fa. Oggi mi pare siano otto i nazionali italiani che superano i due metri di altezza. E' cambiata la razza. Roba che Gianni Brera rivedrebbe le sue teorie sull'Italia calcistica dove ci si doveva difendere a tutti i costi perché eravamo fisicamente più striminziti di quelli che militavano nelle altre nazionali europee.
Striminziti i nostri pallavolisti? Giannelli è alto due metri abbondanti, il che è eccezionale per un palleggiatore. La "generazione dei fenomeni" inciampò contro un'Olanda il cui elemento chiave era per l'appunto un palleggiatore alto due metri, laddove si tratta di un ruolo incarnato solitamente da giocatori agili e scattanti ma più bassi. Non parliamo di Alessandro Michieletto, lo schiacciatore principe, che è alto due metri e undici e che quando porta in aria il suo braccio mancino lo fa arrivare all'altezza del primo piano di casa vostra.
Tanto per fare un raffronto, Bernardi, eletto il più grande giocatore di pallavolo del secolo scorso, era alto "solo" un metro e 99. E del resto della "razza" di Michieletto sono gli altri nostri giocatori d'attacco, Roberto Russo, Yuri Romanò, Daniele Lavia. Quanto al giocatore che più gioca in difesa, il cosiddetto "libero", il nostro Fabio Balaso passa per una leggenda. Mi chiedo quali siano i loro stipendi se paragonati a quelli di giocatori appena decenti della seria A italiana. Tanto per dire, non è che sia un gran ragionamento.
Stasera sarà dura dura dura contro la formidabile Polonia che ha in attacco un mostruoso killer nato a Cuba e naturalizzato polacco. Sarà di certo uno spettacolo eccezionale, di gran lunga superiore a quello di tante partite di calcio pur di vaglia. Non dimenticatevi che in una partita di calcio i goal sono, se va bene, tre o quattro a partita. In un match di pallavolo sono 21 moltiplicati eventualmente per 5 set.
21 colpi di genio e di potenza che hanno alle spalle una "ricezione" di gran qualità, un palleggio cesellato da Giannelli, un giocatore che si innalza al primo piano pur di fare confusione e ingannare la difesa avversaria, un altro che sempre dal primo piano batte violentemente la palla per terra e malgrado gli si stiano opponendo un paio di colossi alti entrambi oltre i due metri che si stanno innalzando anch'essi al primo piano di casa vostra.
Posso dire la verità? Se stasera la partita della nazionale italiana di pallavolo fosse data in contemporanea di una partita della Juventus, avrei guardato la pallavolo e non la mia amata Juve. Auguri, prodigiosi azzurri
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GIAMPIERO MUGHINI