Stefano Carina per "il Messaggero"
Due anni fa, sembrava aver compromesso in modo definitivo la carriera. Un infortunio tremendo quello occorso a Calafiori, a tal punto da provocare la rottura di tutti i legamenti, del menisco e della capsula del ginocchio sinistro. «Una cosa così accade di solito nel motocross, non nel calcio. È un incidente che può succedere una volta ogni dieci anni», le prime parole a caldo di chi aveva avuto modo di vederlo da vicino.
Chissà quante volte Riccardo deve aver pensato a quell' entrata folle di tal Svoboda nel match di Youth League contro il Viktoria Plzen. Calendario alla mano, ha perso 11 mesi. Che ripensandoci ora possono sembrare un soffio per un 16enne ma che all' epoca hanno rappresentato invece un' eternità. Un periodo lunghissimo, vissuto tra mille timori e insicurezze. A partire dalla scelta di effettuare l' intervento chirurgico negli Stati Uniti, con un ginocchio tre volte più grande dell' altro, la febbre che lo ha accompagnato nel volo direzione Pennsylvania e l' incertezza di non conoscere il futuro. Il 16 settembre del 2019 è tornato a giocare ma soltanto ieri s' è ripreso tutto con gli interessi.
Quella palla arrivata perfetta, dopo la svirgolata di Aebischer, gli è rimbalzata davanti tre volte. Calafiori ha avuto così il tempo di coordinarsi e lasciar partire un sinistro che s' è infilato sotto l' incrocio. Poi la corsa, accompagnata da quel gesto naturale e spontaneo di prendere la maglia e baciare lo stemma. Un sogno per il classe 2002 che avrebbe meritato uno stadio con la presenza del pubblico ad applaudire un gesto tecnico così bello: «Non so da quanto lo sognavo. Era difficile immaginarlo più bello. È stata un' emozione grandissima.
Con i tifosi sarebbe stato meglio, ma mi accontento». Il sorriso di chi sa di aver fatto qualcosa di non ordinario, accompagna le dichiarazioni di Riccardo: «Il bacio alla maglia? Mi viene spontaneo da quando sono piccolo per l' attaccamento che ho. Difficile spiegare le emozioni sto provando. Una cosa indescrivibile. Dediche? Alla mia famiglia e al mio amico De Rossi».
Già, proprio Daniele, che all' epoca dell' infortunio fu vicino al ragazzino. Andandolo a trovare in ospedale e non abbandonandolo nemmeno nella lunga ripresa a Trigoria. Anche Dzeko ebbe un pensiero per Calafiori: dopo la tripletta in Europa al Viktoria Plzen, Edin spese belle parole per quello che due anni fa era poco più di uno sconosciuto.
Ora non è più così. E non per il gol di ieri che certamente contribuirà a farlo conoscere meglio in giro per l' Europa. Del valore di Riccardo sono consapevoli da tempo un po' tutti. Sia a Trigoria ma soprattutto il suo agente Raiola. Che nei primi incontri per rinnovare il contratto che scade nel 2022 ha sparato alto: oltre un milione. La Roma è ferma alla metà.
Spazio e tempo per trovare un' intesa non manca. Soprattutto alla luce di quel bacio ieri allo stemma che è apparso così spontaneo.
Sincero anche Fonseca nel post-gara: «In vista del match col Sassuolo, ho qualche speranza per Veretout. Sono pessimista invece su Smalling, che sta facendo solo allenamento individuale. Mancini è out, non ce la farà». Sulla gara: «Era importante tornare a giocare bene e vincere. Napoli? Un incidente di percorso». Insieme ai giallorossi, sono già qualificate per i sedicesimi il Benfica, l' Arsenal, il Bayer Leverkusen, il Granada, il Psv, i Rangers Glasgow e lo Slavia Praga.