A VOLO D’ANGELO - IN CORSO A BUDAPEST I MONDIALI DI TUFFI DALLE GRANDI ALTEZZE: 27 METRI NEL VUOTO PER 3 SECONDI DI “LIBERTA’ E ADRENALINA” - “QUANDO ENTRI IN ACQUA È COME UN FRONTALE IN MACCHINA” - A COMPETERE PER IL PODIO C’E’ ANCHE IL TATUATISSIMO ITALIANO ALESSANDRO DE ROSE, APPENA USCITO VINCITORE DAL "RED BULL CLIFF DIVING" - VIDEO

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Emanuela Audisio per la Repubblica

 

alessandro de rose alessandro de rose

Questo non è un tuffo, direbbe Magritte. Vero: è un abisso rovesciato. Una vertigine da 27 metri, nove piani di un palazzo (senza ascensore), un pianerottolo con vista, una scogliera metropolitana. Si scende in fretta: 3 secondi. Si sale a piedi, col fiatone: 150 gradini. Se andate lassù, vedete tutto piccolo, anche la vasca tonda sotto. Avete presente Tom e Jerry quando si tuffano nella tazzina? Nel quadro c' è il corpo che si avvita, ma la cornice è ancora più bella: il Danubio, blu solo nel valzer di Strauss, il neogotico Parlamento ungherese, 691 camere, 20 chilometri di scale, 93 metri di altezza, i ponti, la gente con il naso all' insù.

 

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Quello che lo sport vorrebbe per sé nel prossimo futuro: uscire all' aria aperta, fuori dagli impianti, essere davvero open, come il ciclismo. Sono i tuffi dalle grandi altezze, hanno esordito a Barcellona nel 2013, ma non è roba per tutti. 22 iscritti: un solo italiano, Alessandro De Rose, tatuatissimo, 25 anni, di Cosenza, con fidanzata- coach, al nono posto con 169.65 punti, nel terzo round di domani che completerà la classifica provvisoria. Ma solo i migliori 12 effettueranno il quarto e ultimo tuffo che assegnerà le medaglie.

 

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La pazzia ha tante età: il più vecchio ha 43 anni (Duque, colombiano), il più giovane 19 (Weymouth, inglese). I temerari hanno un' aria rilassata, fanno gruppo, si fanno coraggio, aspettano il loro turno, sdraiati su divani che fanno tanto costa adriatica. Atmosfera molto lontana della frigidità della piscina: speaker, musica, sole, sorrisi. La loro sicurezza è garantita da quattro sommozzatori che sono i loro angeli custodi subacquei, perché può capitare che a 80 km orari, nell' entrata in acqua con i piedi, si perda conoscenza.

 

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Orlando Duque, il pioniere: «Mi sono rotto il polso, il coccige, per due mesi mi sono seduto su una natica, ho avuto una commozione cerebrale, non ricordavo nulla delle 12 ore precedenti. Però lassù senti il corpo e la libertà, sei teso e adrenalinico, quando entri in acqua è come un frontale in macchina, sul momento non avverti niente, è dopo che viene fuori il dolore». Gary Hunt, inglese, 33 anni, campione del mondo, in testa con 205.40 punti: «Nel 2010 a Polignano a Mare sono finito troppo corto per una cresta d' onda, mi hanno portato all' ospedale per trauma cranico».

 

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L' inglese Blake Aldridge una volta è atterrato di faccia: «Per cinque minuti non ho più visto e ho avuto un danno alla retina». Poi è entrato storto. «Avevo il busto troppo inclinato a destra, ho preso un colpo alle costole, per un' ora ho sputato sangue». Basta un niente, magari una bava di vento, ma quel niente fa male. Sempre Duque. «La cosa più difficile è ributtarsi dopo un colpo. Uno di noi, il francese Hassan Mouti, in Grecia, perse il conto dei suoi avvitamenti e entrò di sbieco. Si confuse, scambiò il cielo per l' acqua. I sommozzatori che lo ripescarono gli chiesero cosa gli facesse male: tutto, rispose. Lo portarono in ospedale: due polmoni e la pleura contusi». Uno di noi, dice Duque, come parlasse di una specie protetta o di una comunità alla Point Break.

 

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C' è Paredes, messicano, Colturi, americano, che parla di «crazy stuff», per il contraccolpo nella sfera genitale. Il pericolo oltre al colpo di frusta, è rompersi ginocchia, piedi, denti, legamenti, caviglie, polsi. Ma i tuffatori estremi rifiutano costumi che proteggano: non vogliono sembrare pinguini, né palombari in libertà. Hunt: «A noi piace il vento, non la tecnologia». Lavorano quasi tutti nei circhi o nei parchi acquatici, sì proprio quelli che si tuffano nella tinozza o quelli che sul trampolino fanno finta di essere ubriachi e scivolare giù. Anche De Rose, che ha 14 tatuaggi e un lato b da cui gli escono due pistole con la scritta "vendetta". Per domani promette un triplo avanti con un avvitamento e mezzo e, se supera il taglio, la verticale all' indietro con due salti mortali e mezzo e tre avvitamenti. Ma prima gli tocca salire i 150 gradini.

 

OWEN WEYMOUTH OWEN WEYMOUTH

 

ORLANDO DUQUE ORLANDO DUQUE

 

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