Paolo Manazza per il “CorrierEconomia - il Corriere della Sera”
Quanto durerà il boom dell’arte? Siamo forse al limite del rimbalzo? Difficile prevedere il futuro di un mercato che sembra non avere confini ai rialzi. Il ragionamento non è più quello che si faceva un tempo. Oltre alle analisi sugli artisti che internazionalmente sono più ricercati, va messo in conto il sistema di globalizzazione. Oggi la febbre degli investimenti in opere d’arte ha una diffusione planetaria.
Quando i collezionisti di un Paese lasciano il campo, per effetto d’una crisi, subito un’altra schiera di curiosi e appassionati in arrivo da nazioni emergenti prende il loro posto. Creando un’altalena di flussi e richieste difficilmente monitorabili. Inoltre la spettacolarizzazione dell’arte genera un effetto attrattivo. Ne è un esempio la 56ª edizione della Biennale di Venezia, apertasi al pubblico sabato scorso.
Strategie
Le filosofie espositive di queste kermesse sono sempre più speculative e sorprendenti. Un meccanismo perfetto per creare un alone di stupore cavalcando le tendenze. Il celebre critico Dave Hickey racconta che negli anni Novanta la sala principale di molte gallerie ospitava opere luccicanti e gigantesche per attrarre gente che poi avrebbe comprato i capolavori esposti nel retro.
In questi giorni a New York una pioggia di meravigliosi dipinti sta inondando di soldi il parterre delle grandi case d’asta. I 420 milioni di dollari incassati con l’arte impressionista e moderna, da Sotheby’s, sono soltanto l’aperitivo. Le stime per le vendite in programma questa settimana parlano di altri 2 miliardi di dollari in transito sul cielo newyorchese dell’arte.
Questa sera si terrà la sfida dell’anno da Christie’s. Nella big auction intitolata Looking Forward to the Past, Picasso e Giacometti si contenderanno la palma d’oro. È di 140 milioni di dollari la stima per un quadro del primo, di 130 milioni per una scultura del secondo. Mezzo miliardo le attese di incasso su 35 lotti.
Domani e dopodomani le Evening Sale d’arte contemporanea delle due major. Con Sotheby’s che offre 65 opere per un valore di 310 milioni. E Christie’s 84 lotti stimati mezzo miliardo. Il colpo d’occhio sulle esposizioni è mozzafiato. Nel catalogo della prima compaiono tre opere quotate ciascuna tra 30 e 50 milioni di dollari. The Ring un grande e iconico dipinto nel 1962 da Roy Lichtenstein vale intorno ai 50 milioni.
Un Mark Rothko del 1954, Untitled (yellow and Blue) quota tra 40 e 60 milioni. Mentre un bellissimo Abstraktes Bild del 1992 di Gerhard Richter è presentato a 30 milioni. Cinque i Warhol tra cui un Mao del 1973 venduto da Phillips nel novembre 2012 per 13,5 milioni di dollari e ora stimato 13-16 milioni. Un Sigmar Polke del 1967 è presentato con «stima a richiesta» e quota intorno ai 20 milioni. Tre i lavori di Willem de Kooning, tra cui un grande Untitled del 1977 stimato 8-12 milioni.
Stasera
Da Christie’s, tra i contemporanei nell’asta di questa sera, spicca un Peter Doig (nato nel 1959), Swamped del 1990 quotato 20 milioni. E un nostro Lucio Fontana (14 tagli su rosso) del 1965 offerto a 10-15 milioni di dollari.
Nella vendita serale di mercoledì 13, tra i maestri italiani, un Michelangelo Pistoletto del 1965 ( La Stufa di Oldenburg ) è stimato 1-1,5 milioni; una Torsione del 1968 di Giovanni Anselmo, 600-800 mila; e un grande e poetico Untitled del 1993 di Rudolf Stingel, 2,5-3,5 milioni. Ma i colpi di cannone arriveranno da Benefits Supervisor Resting dipinto nel 1994 da Lucien Freud (quotato tra 30 e 50 milioni).
Da un Francis Bacon del 1963 Portrait oh Henrietta Moraes , quotato 40 milioni, il Warhol Colored Mona Lisa (35 milioni), il Rothko No. 10 (45 milioni), un grande Basquiat del 1981 (25-35 milioni) e un Cy Twombly del 1969 eseguito a Bolsena e stimato 35-55 milioni. Non resta che attendere per capire meglio non solo per quanto ma anche nelle mani di chi finiranno tutti questi capolavori.