DIRITTI IN FUMO – MULTE, IMMAGINI HORROR SUI PACCHETTI E ORA PURE IL BANDO ALL’APERTO PER L’INQUINAMENTO. MA PER LA COSTITUZIONE LA SALUTE È UN DIRITTO, NON UN DOVERE - INSOMMA, CIASCUNO HA LA LIBERTÀ DI FARSI MALE, PURCHÉ NON RECHI DANNO AGLI ALTRI - L’IPOCRISIA DELLO STATO, CHE BASTONA I FUMATORI MA INCASSA 11 MILIARDI L’ANNO DAL VIZIO

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Michele Ainis per “il Venerdì - la Repubblica”

 

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Fumus persecutionis è un brocardo che risale al Medioevo. Indica un sospetto di persecuzione, ed è l' ombrello con cui i parlamentari si proteggono dalle inchieste giudiziarie. Invece la persecuzione dei fumatori non è un sospetto, bensì piuttosto una certezza. Che dura almeno dal Seicento, quando il fumo era considerato un rito demoniaco, e dunque per i fumatori in Russia c' erano scudisciate sulla schiena, in India tagliavano loro le labbra, in Cina finivano con la testa mozzata, in Iran gli si versava piombo fuso in gola.

 

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Non siamo ancora a questo (e meno male); ma a quanto pare ci avviamo sulla stessa strada. Multe, divieti, immagini horror sui pacchetti di sigarette, castighi della più varia risma. Perfino Erdogan, nel dicembre 2018, ha firmato una legge che introduce la tolleranza zero; dunque nemmeno i turchi possono più fumare come un turco.

 

BEPPE SALA CON LA MAGLIETTA DELLA NAZIONALE INGLESE BEPPE SALA CON LA MAGLIETTA DELLA NAZIONALE INGLESE

Alle nostre latitudini, in questa crociata si è recentemente distinto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Con un annuncio perentorio: a marzo scatterà la proibizione d' accendersi una "bionda" alla fermata dell' autobus o del tram. Dopodiché sarà la volta dello stadio, degli altri spazi pubblici, fino al cortile di casa (entro il 2030).

 

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Causa giustificativa dell' editto: l' inquinamento. Non tanto i danni da fumo passivo, non tanto il tappeto di mozziconi spenti che copre i marciapiedi, no: la guerra al fumo è un capitolo della lotta contro le polveri sottili, tant' è che s' iscrive nel nuovo regolamento comunale "Aria-clima". Argomento forse vincente, ma non del tutto convincente.

 

foto della moglie morta sul pacchetto di sigarette 8 foto della moglie morta sul pacchetto di sigarette 8

S' espone all' obiezione di Paolo Del Debbio (Libero, 22 gennaio): se è per questo, inquinano di più le flatulenze. Dati alla mano (quelli offerti dall' Human Gastrointestinal Physiology and Nutrition Department di Sheffield), ogni peto contiene il 59 per cento d' azoto, oltre a metano, ossido di carbonio, idrogeno e varie altre sostanze. A Milano, significa 2 milioni di litri di gas al giorno, un' emergenza atmosferica.

beppe sala l assedio beppe sala l assedio

 

Insomma, toni incarogniti, da una parte e dall' altra. I fumatori, tuttavia, possono accampare una scusante: ogni limite ha una pazienza, direbbe il buon Totò. E loro sono stati provocati, vessati, bersagliati con rinnovata lena fin dagli anni Novanta, quando prende corpo il nuovo pensiero igienico globale.

 

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Una raffica di misure normative che immediatamente si diffonde in lungo e in largo: con le leggi del 1991 e del 1992 in Francia; con il Protection from Tobacco Act del 1991 e con il Libro bianco del 1998 in Gran Bretagna; con la legge generale sul tabacco del 1995 in Austria; con l' Executive Order 13058 del 1997 negli Stati Uniti; con la risoluzione approvata nel 1997 dal Parlamento europeo; con la legge del 1998 in Germania; con il Real Decreto 1293 del 1999 in Spagna; o infine con i 15 provvedimenti normativi, via via più rigidi e severi, approvati in Canada fra il 1986 e il 1999.

MATTEO SALVINI FUMA UNA SIGARETTA 1 MATTEO SALVINI FUMA UNA SIGARETTA 1

 

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E in Italia? Ha fatto da battistrada l' ex ministro Girolamo Sirchia, con la legge antifumo del 2003: divieto assoluto in tutti i luoghi chiusi, ad eccezione dei locali riservati ai fumatori. Che peraltro devono poggiare su una superficie minore, più angusta e circoscritta; chissà mai perché, chissà quale ragione superiore impedisca d' aprire un ristorante per soli fumatori. Lui, del resto, avrebbe fatto anche di peggio, chiudendo per sempre i distributori automatici di sigarette, dettando moniti e censure nei film, accompagnando con un sottotitolo le vecchie pellicole di Humphrey Bogart, dove il fumo creava un' atmosfera irripetibile.

girolamo sirchia beatrice lorenzin francesco bove girolamo sirchia beatrice lorenzin francesco bove

 

Proposte estreme, come quella formulata - sempre nel 2003 - da Lancet, autorevolissima rivista medica inglese: mettere il tabacco fuorilegge, trasformando il possesso di sigari e sigarette in un vero e proprio reato.

 

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Sarà stato per questo, sarà per le colpe dell' accanimento salutista, che i fumatori hanno smesso d' arrendersi ai propri sensi di colpa. Sicché si ribellano, a partire dai più illustri. In un' intervista del 2006 al Corriere della sera, Andrea Camilleri e Alda Merini risposero all' unisono: «Adesso basta, non ne possiamo più. L' alcol fa più danni del fumo, però nessuno va alla gogna per aver bevuto una grappa dopo cena». Numeri alla mano, avevano ragione: una ricerca Enpam-Eurispes (ottobre 2018) stima 435 mila vittime dell' alcol in un decennio, ben più di quante in Italia ne abbia procurato il consumo di tabacco e droghe.

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Senza contare la pigrizia: secondo l' Organizzazione mondiale della sanità, uccide quanto il fumo. O tutte le altre abitudini insalubri, come la pastasciutta, che a lungo andare provoca il colesterolo. Dovremmo mettere all' indice anche quella? Per scongiurare questi paradossi non resta che chiedere soccorso alla Costituzione, la regola più alta. Perché il fumo fa male, su questo non ci piove.

SIGARETTE DI CONTRABBANDO SIGARETTE DI CONTRABBANDO

 

Tuttavia la nostra Carta (articolo 32) declina la salute come un diritto, non già come un dovere. Significa che ciascuno ha la libertà di farsi male, purché non rechi danno agli altri. Proibire di fumare dentro casa, pena l' obbligo di vendere il proprio appartamento (come stabilì, nel 2002, il consiglio d' amministrazione di un lussuoso condominio di Manhattan), non è solo crudele, è pure incostituzionale. Quanto al fumo all' aria aperta, il dibattito è per l' appunto aperto.

 

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Ricordiamoci, però, che tocca oltre dieci milioni di italiani, avranno anche loro dei diritti. E ricordiamo quanto incassa lo Stato italiano dalle accise sulle sigarette: 11 miliardi l' anno, la finanziaria del vizio. Ma è un vizio pure l' ipocrisia di Stato, di chi con una mano ti bastona mentre con l' altra ti incoraggia, giacché altrimenti farebbe bancarotta. E allora, in tempi di proibizionismo forsennato, non c' è che una soluzione: vietiamo di fumare anche allo Stato.

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