Estratto dell'articolo di Maria Rita Montebelli per “il Messaggero”
Siamo l'aria che respiriamo, e non solo il cibo che mangiamo, come diceva il filosofo tedesco Ludwig Feurbach.
A ricordarcelo è la Società Italiana di Pneumologia che, a Catania, ha appena concluso il suo congresso annuale. Messaggio ancora più valido oggi che i polmoni ricevono attacchi da più fronti: Covid, Long Covid, influenza, freddo, scambio di virus e batteri più frequente degli scorsi anni in cui indossavamo le mascherine. Come proteggerli? Primo passo: respirare aria pulita più che si può.
«Il Covid afferma il professor Carlo Vancheri, presidente della Società Italiana di Pneumologia - ci ha fatto capire quanto siano importanti i nostri polmoni. È dunque importante controllarli regolarmente prima che si ammalino, attraverso una visita pneumologica e la spirometria che ci dà un'indicazione importante della salute dei polmoni.
È fondamentale proteggerli. Sul lavoro va evitata l'inalazione di gas, pesticidi, idrocarburi e fertilizzanti; in casa, fare attenzione ai prodotti per la pulizia, ma anche a candele profumate, bastoncini d'incenso, diffusori di fragranze per l'ambiente, che possono rilasciare molecole irritanti per i polmoni, pericolose soprattutto per chi soffre d'asma e allergie respiratorie».
LE POLVERI La pandemia, dunque, ha focalizzato l'attenzione su un organo spesso ignorato. Eppure, nel nostro Paese, il numero dei pazienti con patologie pneumologiche non è basso: il 5% della popolazione soffre di asma, con punte del 7-8% in età pediatrica, il 10% ha la broncopneumatia cronica ostruttiva (Bpco).
(…) Molto importante è anche riconoscere i campanelli d'allarme. Da non sottovalutare segnali che possono arrivare dalle vie respiratorie: mancanza di fiato, tosse frequente o cronica, iperproduzione di muco, respiri con sibilo o rantoli. (…)
Una delle malattie polmonari croniche più diffuse tra gli italiani è la BPCO, che si manifesta con tosse, secrezioni bronchiali persistenti e difficoltà respiratorie (dispnea), prima solo da sforzo, poi anche a riposo. (…)
Ma con l'approssimarsi dell'inverno e la rimozione delle mascherine, a preoccupare sono anche le malattie virali caratteristiche di questo periodo, dall'influenza, al Covid-19, all'infezione da virus respiratorio sinciziale che colpisce i più piccoli, ribattezzate dagli americani la tripledemic del prossimo inverno.
Cambiare le abitudini? L'attività fisica è sicuramente uno scudo per i polmoni, anche se si hanno piccoli problemi. Ogni programma di esercizio deve essere strutturato nel tempo per permettere all'organismo di adattarsi. È importante svolgere l'attività fisica al proprio ritmo. Se si arriva a farsi mancare il fiato tanto da non riuscire a parlare, rallentare il ritmo o, se necessario, fare una breve pausa.
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